Kultist – Catechesis (2015)

Titolo: Catechesis
Autore: Kultist
Genere: Black Metal
Anno: 2015
Voto del redattore HMW: 8,5
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Alcuni gruppi di metal estremo sono quasi didattici nei loro testi, se non dal titolo stesso dei loro dischi. Infatti, “Catechesis”, primo album dei tedeschi Kultist uscito a fine 2015 dopo soli due anni dalla fondazione e senza aver registrato nient’altro prima di esso (così pare), sta, appunto, per “Catechesi”, cioè una forma di istruzione religiosa di tipo orale gestita da una persona che occupa un posto rilevante nella comunità cristiana. Solo che stavolta la catechesi è di tutt’altro stampo e chi la fa sono due energumeni che tutto vogliono insegnare tranne che la carità cristiana e la pace nel mondo! E, per inciso, la loro diabolica catechesi è pure tremendamente efficace!
Ora, avete presente gli Ascension? Sì? No perché i Kultist hanno confezionato un album di sette pezzi per 42 minuti che molto deve, appunto agli Ascension, tedeschi anch’essi e pure loro compagni di etichetta (la World Terror Committee). Ergo, i nostri suonano un religious black metal complesso e imprevedibile ma anche molto avvolgente, se si pensa per esempio a una chitarra solista praticamente onnipresente seppur gli assoli siano (quasi) totalmente assenti. In tal modo, si riesce a creare un’atmosfera caotica determinata anche dal fatto che i nostri, lavorando molto bene su delle improvvise pause atmosferiche e /o stacchi con ripartenze mozzafiato, siano capaci di passare da tempestose sfuriate in blast-beat (talmente di inusitata violenza che a tratti sembra che tutto debba collassare su sé stesso!) a tempi doom pure belli lenti (i quali trovano perfetta esemplificazione nella lunga intro di “Oblation”, il tour de force del disco dati i suoi nove minuti di durata) e passando anche attraverso sfrenati tupa-tupa e tempi medi groovy ma severi (“Eucharisty Of Death Divine”)
Ma il bello dei Kultist è che sanno essere sia (elegantemente) caotici che (diabolicamente) maestosi. Ciò è dovuto non solo a un riffing spesso severo e monumentale ma a cui non mancano né delle melodie luciferine talvolta un po’ folli, né delle intuizioni più dissonanti con tanto di bending (come va di gran voga oggigiorno) ma anche, diciamo, a delle fulminee voci operistiche (riprodotte con i synth, immagino) che qui e là rendono ancor più diabolico e isterico tutto il discorso.
Chiude il tutto un comparto vocale (abbastanza) cangiante e nervoso come tutto il resto, anche se il cantato di base è un bel rantolo gutturale. Curioso però che nell’ultimo pezzo, il drammatico “Ite Ad Ignis”, domina su tutto un urlo torturato di pura sofferenza mistica prima che il brano, dopo tre minuti di assalto, diventi un’outro ritualistica dal taglio cinematografico.
Insomma, quest’album di debutto dei Kultist, che liricamente sembra un manuale di demonologia, è veramente fantastico grazie a un religious black metal sempre in tensione e dalle soluzioni talvolta strane che possono richiamare i francesi Deathspell Omega (come si percepisce già nella canzone d’apertura “The Devil’s Catechumen”).
Complimentissimi al polistrumentista MZI, che se la cava egregiamente con tutti gli strumenti tirando fuori anche delle interessanti linee di basso (“Devotion”) e dando talvolta una mano per la voce al collega Amon Xul. E complimenti vivissimi alla World Terror Committee, un’etichetta che difficilmente sbaglia un colpo. Anche se la un po’ cervellotica “Oblation” non sempre è efficace… e curioso notare come quest’album abbia avuto una gestazione interminabile essendo stato registrato dal Dicembre 2013 al Giugno 2015…

Tracklist:

1 – The Devil’s Catechumen
2 – Devotion
3 – Darkest Light from Glaring Shadows
4 – Eucharisty of Death Divine
5 – Oblation
6 – Doxologia Eosphoros
7 – Ite ad Ignis

Line-up:

Amon Xul – voce
MZI – voce aggiuntiva/chitarre/basso/batteria

FaceBook: http://www.facebook.com/kvltist
Etichetta World Terror Committee – http://www.w-t-c.org

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