Heed


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Ad accompagnare l’uscita in Europa del loro album d’esordio, ecco una breve intervista agli Heed, gruppo svedese estremamente dotato sviluppatosi dopo l’abbandono dei Lost Horizon da parte del chitarrista Fredrik Olsson e del cantante Daniel Heiman.

Salve e grazie per le risposte che darete alle nostre domande. Prima di tutto vorrei dirvi che sono rimasta colpita molto positivamente da “The Call”, a mio parere si tratta di uno dei migliori dischi del 2006 fino ad ora. Ma prima di approfondire discorsi legati all’album, potreste dirci qualcosa a proposito delle origini della band?

Prima di tutto, grazie per le tue belle parole! Io (Fredrik) e Daniel abbiamo creato gli Heed dopo avere lasciato i Lost Horizon. Suoniamo insieme da anni ed è stato un passo naturale continuare a suonare insieme dopo la separazione dai Lost Horizon. Conoscevamo Mats, il batterista, da prima. Era stato un sostituto del batterista dei Lost Horizon quando questo ebbe un incidente d’auto. Il bassista era un buon amico di Mats ed era molto bravo, cos’ gli abbiamo permesso di unirsi alla band.

Sempre a proposito della band, il vostro sito web dice che il batterista Mats Karlsson e il bassista Jorgen Olsson hanno lasciato il gruppo dopo la registrazione dell’album e la sua pubblicazione in Giappone. In che modo questo andrà ad influenzare lo stile degli Heed?

Il motivo per cui Mats e Jorgen hanno lasciato il gruppo è che dopo avere completato l’album io e Daniel ci siamo resi conto che loro non si sforzavano per il gruppo quanto era invece necessario. Loro erano contenti anche solo con un album, mentre io e Daniel volevamo di più. Il nostro obiettivo è rendere gli Heed il più grandi possibile, e per fare questo bisogna lavorare sodo. Abbiamo deciso che era necessaria una separazione.
I nuovi membri della band hanno reso il nostro sound molto più pesante e robusto. Avranno sicuramente un’influenza consistente nel nuovo album, principalmente per quanto riguarda la batteria. Il nuovo batterista è cresciuto con i generi più estremi del metal, come il death, il grind core e così via, e ha messo questo impatto nei brani. I pezzi vecchi, quelli appena scritti, hanno un impatto extra che mi piace molto! Un batterista metal dovrebbe picchiare sulla batteria come un pazzo maniaco, e questo è proprio quello che fa lui!

Mi sono resa conto che nella musica degli Heed ci sono sicuramente molte influenze provenienti da diversi stili musicali e gruppi, ma quali artisti vi hanno maggiormente influenzato? Mi interessa in particolare il discorso sulle influenze del modo di cantare di Daniel, che ho trovato molto interessante e particolare.

Daniel: Le mie influenze nel metal sono tante quante quelle che provengono da altri generi. I cantanti con cui sono cresciuto sono fra gli altri : Geoff Tate, Mikael Kiske, Bruce Dickinson, Rob Halford, Ozzy Osbourne, Gene Simmons, Paul Stanley, Joey Tempest, Blackie Lawless e Phil Anselmo. Per gli altri generi mi piacciono cantanti come Mikael Jacksson, Stevie Wonder, Carola Häggkvist, Luciano Pavarotti, Loa Falkman, George Michael, Phil Collins, Sting e molti altri. Tutti questi cantanti sono stati una fonte di ispirazione per me e ho cercato di imitarli tutti. Per capire il modo in cui cantano, l’imitazione è stato il modo migliore per imparare. Anche il non focalizzarsi su uno solo di questi cantanti, il mio interesse per i generi metal è sempre stato molto ampio. Il mio passato come cantante di una cover band è stato la mia scuola. Al giorno d’oggi tutto quello che devo fare è imparare come cantare in modo più profondo e come usare tutta la mia esperienza per essere me stesso e non sembrare una delle mie fonti di ispirazione.
Noialtri ragazzi della band apprezziamo tutti i tipi di metal, dal metal di vecchia scuola ai generi estremi.

Mi sono piaciuti tutti i brani di “The Call”, ma quelli che preferisco sono ‘Enemy’ e ‘The Permanent End Celebration’. Potresti dirci qualcosa di più su questi brani, il loro contesto e le fonti di ispirazione, se ci fosse qualcosa di particolare da sottolineare?

Mi fa piacere che ti sia piaciuta “The permanent end celebration”! è la mia preferita dell’album. Di solito mi ci vuole circa una settimana per scrivere una canzone, ma quando ho iniziato a scrivere questa canzone è stato molto strano. È come se la canzone si sia quasi “scritta da sola”. Anche prima di fare il ritornello, il bridge o qualsiasi altra parte, “sapevo” come avrebbe dovuto essere, e non ho mai avuto questa sensazione prima di allora o in seguito. Era come se qualcuno mi stesse guidando anche se non c’era nessuno lì con me. Molto strano. Comunque, invece di metterci 5, 7 giorni per scriverla, ho scritto la canzone in meno di 8 ore. Per me questo è molto veloce.
La canzone è molto malinconica, profonda e ti assorbe veramente. Le parole che ha scritto Daniel la completano. Una notte lui sognò di morire, e quando si svegliò la mattina seguente scrisse il sogno che aveva avuto. Il testo è una celebrazione della vita che hai vissuto, ma anche una celebrazione della nuova vita dopo la morte.
Quando ho scritto “Enemy” desideravo una vibrazione più oscura, più sul genere del doom metal. Il brano ha anche un lato aggressivo rispetto ad altri brani dell’album. Ho iniziato scrivendo il ritornello e poi ho “riempito gli spazi bianchi”. Il testo di “Enemy” parla di quelle persone che non smettono mai di infastidire gli altri. Quando Daniel scrisse il testo, la musica lo ispirò per parlare di alcune esperienze della sua vita in cui avrebbe voluto vendicarsi dei suoi nemici. A volte la mente è molto più brutale di quello che facciamo nella vita reale. Con “Enemy” è riuscito a far vivere i sentimenti prodotti dalla vendetta, e il testo dice anche ai nemici che niente lo può fermare. Forse a volte abbiamo bisogno di fare un passo in più delle parole e dell’immaginazione, piuttosto che fare veramente quello che l’odio ci porterebbe a fare! Ascoltate “Enemy” e sentite l’energia, immaginate il potere e la forza della mente, nessun nemico potrà toccarvi senza pagarne le conseguenze.

E’ stata una certa sorpresa per me l’ascolto di ‘Nothing’, uno dei brani con il migliore testo in assoluto. Non è strano mettere una ballad acustica in un disco dallo stile completamente diverso, pieno di elementi melodici ma anche con parti più vicine al metal estremo ed “alternative”?

Beh, il fatto di mettere una ballad con chitarre acustiche nell’album potrebbe essere strano per alcuni, ma non per noi… =) Quello che voglio dire è che non ci sentiamo legati ad alcuna “regola” musicalmente parlando, quindi facciamo tutto quello che vogliamo (a parte avere della merda rap nei brani…). Non abbiamo avuto alcun dubbio nell’inserire “Nothing” nell’album. Sentiamo che è un brano molto forte, che mette il suo segno nell’album, e siamo lieti che in molti l’abbiano apprezzata!

Questa è una mia personale ricerca sui chitarristi. Fender, Ibanez, Jackson e Gibson: quali sono, secondo voi, gli aspetti positivi e negativi di queste marche di chitarre, e qual è la vostra preferita?

Se ne devo scegliere una, la mia preferita sarebbe la Gibson, con l’Ibanez in secondo posto…il vantaggio con le Gibson è che hanno un suono molto grosso e spesso che è perfetto per il metal. Mettendo dei pickup EMG-81, si ottiene il suono di chitarra migliore e più significativo che ci sia! È veramente assassino. Lo svantaggio con le Gibson è che hanno troppi bassi, e c’è bisogno di tagliare le frequenze basse sull’amplificatore o sul mixer. Ma si può fare facilmente!
Le Ibanez sono sempre state mie buone amiche. Attualmente suono una Ibanez RG 3120 con il ponte fisso. Ha un suono più spesso e più grezzo della maggior parte delle altre Ibanez. È facile da suonare e la tastiera è meravigliosa! Secondo me le Ibanez sono famose perché sono facili da suonare, e infatti lo sono! Raccomando spesso le Ibanez ai miei studenti che devono comprare la loro prima chitarra. Oltre al fatto che sono facili da suonare, penso che siano ben fatte e molto affidabili. Lo svantaggio delle Ibanez è l’esistenza di alcuni loro modelli a basso costo, di alcuni dei loro pickup e il fatto che la gente a volte ha la tendenza a non considerare le Ibanez come “vere” chitarre. Voglio dire che le Fender e le Gibson sono per alcuni “più chitarra” di un’ Ibanez. Spero che tu capisca cosa intendo…non capisco perché, penso che le Ibanez che posseggo siano grandiose e molto metal!
Mi piacciono molto le Fender, ma non penso che siano adatte al metal. È veramente difficile ottenere il suono grosso, robusto da una Fender. In alcuni casi di Fender il metal si adatta, voglio dire, potresti immaginare Yngwie Malmsteen senza una Fender? Ma per la maggior parte degli stili le Fender non vanno bene (secondo me), e non vuol dire che siano delle cattive chitarre, non lo sono! Sono semplicemente fatte per altri tipi di musica. Ho anch’io un paio di Fender Stratocaster e le adoro! Sono facili da suonare, hanno un bel suono che si adatta a molte situazioni.
Non ho nessun commento sulle Jackson, perché non ne ho quasi mai suonata una. Ne ho provate alcune, ma non me n’è piaciuta nessuna. Per me sono troppo malleabili e il suono è sottile e debole. Spero che non tutte le Jackson siano così, e probabilmente ci sono anche dei buoni modelli, ma quelle che ho avuto per le mani non sono state per niente di mio gradimento…ma sarei lieto se qualcuno mi potesse dimostrare il contrario… =)

Che cosa potete dirmi a proposito delle recensioni di “The Call”, specialmente in Giappone, dove il disco è stato pubblicato alla fine del 2005? State programmando un tour in Europa?

Non ho visto molte recensioni provenire dal Giappone, ma quelle che ho visto sono state buone…=) le recensioni in Europa sono state ottime e siamo molto felici per questo, per essere stati apprezzati per tutto il lavoro e per il tempo che abbiamo impiegato a creare questo album! Speriamo veramente di poter suonare dovunque in Europa! Essere in tour è una delle cose più belle della vita. Anche essere in studio e creare musica è stupendo, ma salire su un palco è ancora meglio! Quindi, suoneremo sicuramente ovunque potremo farlo, e spero anche che potremo venire presto in Italia!

Quali sono i vostri progetti per i prossimi mesi?

I nostri progetti per i prossimi mesi prevedono di andare in tour il prima possibile! Inoltre, stiamo anche preparando a del nuovo materiale per il prossimo album, che vorremmo pubblicare in un futuro non lontano, e stiamo lavorando ad un video. Insomma, l’Europa sarà invasa dagli Heed!

Per concludere, oltre a ringraziarvi ancora per avere risposto alle nostre domande, vi lascio questo spazio conclusivo perché voi possiate dire qualunque cosa vogliate ai lettori di Entrateparallele.

Speriamo di vedere voi, metal maniacs italiani presto! Stay metal, credete in voi stessi e ascoltate gli Heed!
Cheers!

Intervista e traduzione di Anna Minguzzi

Foto estratte dal sito ufficiale della band www.heedonline.com

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