Malnàtt (Pòrz, Màt, Lèrz)


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Come sarà mai possibile realizzare un’intervista seria con i membri dei Malnàtt, una delle band più goliardiche che ci sia sulla scena? Io ci ho provato e mi sono dovuto arrendere in breve tempo, colpito dalle risposte al fulmicotone del vulcanico leader Pòrz e dei suoi due malnètti Màt (basso) e Lèrz (chitarra). Alla fine ne è venuta fuori un’intervista di certo scherzosa, ma che tocca anche argomenti molto seri e che dimostra come questi ragazzi abbiano le idee molto chiare su tante cose, non solo musicalmente.
A voi il piacere di leggerla per intero nella sua cruda e devastante lunghezza:

Partiamo dal principio: vuoi parlarci dell’idea alla base del progetto Malnàtt ? (l’uso degli elementi folk, l’utilizzo del dialetto, ecc.)

Pòrz : No!

Mat : quello che ti posso dire è che io sono arrivato per ultimo nei nuovi componenti. L’idea iniziale è stata quella di voler dare alla fisarmonica un trampolino, uno “spicco” all’interno del gruppo, una sorta di chitarra solista. L’idea iniziale era quella di riarrangiare pezzi folk dell’appennino bolognese, quindi della nostra tradizione, con l’uso di chitarre elettriche, di batterie con doppio pedale, cosa che pensavamo fosse nuova da realizzare. Questo è stato lo spunto iniziale. Poi il perchè sia nato è tutto nella mente del grande capellone..

Lerz : Partiamo dal nome stesso della band, “Malnàtt”, che in bolognese vuol dire “sporco”, sia fisicamente che moralmente. E’ l’aspetto morale che a noi interessa di più, noi ci sentiamo sporchi “dentro” e lo esprimiamo attraverso la nostra musica! Pòrz ha deciso di utilizzare il dialetto perchè a Bologna ormai il dialetto non si usa praticamente più, è rimasta ormai un’èlite parlata da pochissime persone, e per questo ha deciso di utlizzarla mischiata al black metal, che è un tipo di musica altrettanto èlitario. Non è una cosa che fanno in tanti gruppi, vogliamo comunque citare gli Inchiuvatu, che cantano in dialetto siciliano, difatti l’idea di Pòrz riflette molto quella degli Inchiuvatu stessi per l’ispirazione dello stile Malnàtt. Gli elementi folk richiamano appunto le tradizioni emiliane o popolari in alcuni pezzi tipo “El Barabèn” o “Siamo Galli”, li abbiamo musicati unendo ad essi la matrice del black metal di derivazione scandinava, o comunque nordeuropea, mischiandole con gli elementi della pianura padana.

Ho letto finora solo recensioni entusiaste dell’ultimo album “Carmina Pagana”, sta andando secondo le vostre previsioni?

Pòrz: no. Forse presuntuosamente noi eravamo convinti di diventare “top album 10/10” su tutte le webzines e riviste mondiali. Le recensioni invece in media sono buone, non super-mega-ottime come volevamo.

Mat : Sarò sincero, ad oggi pensavo di essere già in tour, in giro per l’europa su un tour bus di almeno 15 metri minimo, circondato da minorenni. Invece mi ritrovo seduto al tavolo con un terrone (Lèrz n.d.r.) che si sta bevendo una birra e da un altro che puzza (Pòrz n.d.r.) di fianco. Questo è “Carmina Pagana” adesso! A parte gli scherzi, “Carmina Pagana” sta andando bene e siamo molto felici di tutto, anche della registrazione. Ovvio che è di un anno fa, e riascoltandolo adesso ci sono delle cose che ci sembrano un po’ “passate” rispetto a come è ora orientato il gruppo. Ci spiace purtroppo che sulle maggiori testate italiane o non è stato recensito o comunque è stato visto con occhio maligno. Pòrz ha sempre avuto molta ironia nel suo modo di fare ed è triste vedere che questa cosa ci ha sempre levato dei punti. A mio parere “Carmina Pagana” è un gran bel disco, è un ensemble dei Malnàtt perchè copre un periodo molto vasto, è una sorta di compilation, ma dico sinceramente che è un disco da avere, perchè è registrato e prodotto ottimamente, e dico anche che c’è da vantarsi ad avere fatto un disco del genere!

Come siete arrivati al contratto con la CCP Records e come mai, secondo te, una label straniera si è interessata a Malnàtt ?

Pòrz : Hesperus di Hesperia mi ha chiesto se gli facevo la promozione estera con Il Male Production, e io gli ho detto “allora dammi i contatti!” (dovete infatti sapere che io sono fedele alla tradizione mandalica tibetana di impiegare mesi per costruire qualcosa e poi distruggere tutto in un minuto. Di solito cancello l’hard disk ogni 6 mesi e perdo tutti i contatti che ho senza averli prima salvati…)
Tra i contatti che mi passo’ Hesperus c’era anche questa “CCP Records” mai sentita prima, alla quale sottoposi tutto il materiale prodotto con Il Male Production e anche un premaster di “Carmina Pagana”, piu’ per disperazione che per altro… beh, gli siamo piaciuti subito e hanno deciso di farci un contratto per tre album… che pazzi!

Qualche mese dopo l’uscita di “Carmina Pagana”, i Malnàtt hanno comunicato l’abbandono di due membri e una decisa virata verso l’estremo. E’ previsto quindi un abbandono della componente folk che caratterizza i vostri pezzi?

Pòrz : no, e’ previsto un abbandono graduale di tutti i membri della band, poco per volta. solo cosi’ si puo’interpretare il sentiero involutivo del black metal. So già chi saranno e in quali anni, ma non ti staro’ ad annoiare con tutti i passaggi, ti diro’ solo come “finirà” Malnàtt: io da solo su un palco che rantolo qualcosa in un microfono sbattendo il tamburello per un’ora e alla fine mi ammazzo in diretta. State sintonizzati e vedrete che andra’ così… non scherzo.

Lerz : dopo l’uscita di “Carmina Pagana”, nei Malnàtt sono subito sorti dei problemi, nel senso che il secondo chitarrista Lèder e la seconda voce D’sgrazia hanno creato dei rallentamenti all’interno del gruppo perchè volevano virare verso un suono più folk e meno metal, mentre gli altri membri, al contrario, preferivano inasprire il suono, abbandonando alcuni giri troppo melodici di canzoni come “Siamo Galli” o “Al Baràben” stesso, ma non per questo abbandonando la melodia in sè. I nuovi pezzi sono molto melodici, ma hanno un suono più grezzo, molto più black metal, anche le parti di tastiera, meno elaborate e molto più “a tappeto”, potrebbero essere un esempio “Stormblast” dei Dimmu Borgir o “The Shadowthrone” dei Satyricon. Ci vorremmo fare più a quel modo di intendere il folk. non quindi melodie di tastiera “happy” tipo Finntroll o Moonsorrow, ma qualcosa di più sofferto, di più triste e di più introspettivo, ma sempre legato alle nostri radici. Meno “folk allegro” che viene legato alle tradizioni classiche di musica popolare.

Che rapporto hanno i Malnatt con la città di Bologna? (domanda spudoratamente di parte essendo io budriese e nato a Bologna..)

Pòrz : oh budriese, mi dispiace, deve essere stata dura… (non sai quanto.. n.d.r.) vabbe’ ti sono vicino. Bologna e’ una chiavica: per chi vive in provincia o al sud e’ un paese dei balocchi, mentre per chi ci vive da sempre e’ frustrante la progressiva decadenza di una citta’ che fa finta di andare
verso il meglio ma si sta solo affossando dentro se’ stessa: un sindaco ex-sindacalista che si comporta come un nazista, il costo della vita piu’ alto d’Italia, i servizi che peggiorano di anno in anno, gli abitanti che invecchiano senza riprodursi, la gente che va abitare fuori e lascia negozi sfitti e strade piene di barboni, gli studenti fuorisede salassati dai padroni di casa rabbini, i palazzi sgretolati dallo smog, la loggia dei commercianti che decide la viabilita’ e l’urbanistica della citta’, locali fighetti che propongono solo lounge-aperitivi e centri sociali che propongono solo spaccio di droga, cani e elettro-punk sperimentale.. alla fine i bolognesi stanno chiusi in casa, fanno la spesa come pecoroni al sabato in uno dei 12 centri commerciali (ma forse sono di piu’) poi si richiudono in casa. Bella storia.

Mat : Bologna è un Amore, Bologna è la mia città, forse solo la mia dato che sono l’unico bolognese doc e che gli altri vengono da fuori o dalla provincia. Bologna è una città grossa, con una grossa storia e una grossa cultura, è stata mèta di conquiste da qualsiasi parte del mondo, dai romani, ai galli, ai normanni che hanno lasciato una grande mescolanza di culture e conoscenze. Bologna è una città esoterica, prendi i colli, gli archi dei portici che sono 666.. Bologna ha tutto, chiese, cattedrali, catacombe, è costruita sull’acqua, è una citta di mescolanza etnica, ricordo che poi Malnàtt, come Bologna, è stato caratterizzato da mille generi e culture di gente che ci è passata. Bologna è per noi una fonte di ispirazione immensa e difatti Pòrz trae da essa tutta l’essenza di Malnàtt.

Progetti per il futuro, dato che leggo che sta per essere registrato il nuovo album? Sarà sempre sotto CCP Records?

Pòrz : Ma si’ stiamo preparando sto dischetto che proveremo a far uscire a dicembre 2006 come regalo di Natale… sara’ molto piu’ omogeneo a livello compositivo rispetto a “Carmina Pagana”, ma sara’ comunque pieno di citazioni e divagazioni anche in diversi generi musicali. Possiamo comunque anticiparti che il canovaccio musicale di base sara’ costituito dalla ripresa dei primi dischi di Ulver e Satyricon.

Lerz : Esatto, con la CCP Records abbiamo il contratto di tre album per tre anni. “Carmina Pagana” era il primo, ora dobbiamo comporre e registrare il secondo. La composizione è quasi terminata, la struttura delle canzoni c’è ma manca ancora qualche singolo apporto di ognuno di noi prima di entrare in studio di registrazione. Come sarà il nuovo disco di Malnàtt? come dicevo prima, sarà un po’ più black di “Carmina Pagana”, sarà più unitario, anzi, prima pensavamo di fare un concept album che avrebbe dovuto chiamarsi “I bei tempi andati”..

Mat : ..chiaramente in bolognese “I bì tàmp andè”..

Lerz : ..esatto.. io sono calabrese e mastico poco il dialetto bolognese.. devo leggere le traduzioni dei testi in inglese per capire di cosa parlano! dicevo prima, l’album sarà più unitario anche perchè sono usciti due membri del gruppo e la composizione è rimasta in mano a meno persone, la componente folk è leggermente ridimensionata in favore di un sound più pagano, più atmosferico, ma sempre legato ad una cultura italica, padana in qualche modo.

Leggo un grande ringraziamento alla scena felsinea, è una scena fertile, secondo te? e come mai nei ringraziamenti utilizzate la parola “divided” per definirla?

Pòrz : E’ “divided” perche’ uno dei principali valori che si acquisiscono nascendo (o semplicemente abitando) a Bologna e’ l’individualismo: ogni vero bolognese ha il culto dei suoi beni materiali del cazzo che non vuole condividere con nessuno, della sua macchinina con la quale non vuole dare passaggi, della sua casina di merda dove non invita nessuno… e non siamo ancora xenofobi come i veneti o job-oriented come i lombardi, pero’ siamo dei misantropi col sorriso stampato sul faccione rubizzo.

Màt : lo skà! a Bologna si suona solo ed esclusivamente skà, perchè è quello il genere che porta la pilla (i soldi, n.d.r.) .. invece noi ci troviamo con la città piena di gentaccia vestita di nero, con le borchie, con le catene, con ste ragazze tutte truccate, depresse, che non te la danno neanche se porti un pezzo della croce originale al collo.. è una scena davvero molto bella, quella bolognese .. trovare una data a Bologna è praticamente impossibile, o sei paraculato oppure è meglio che lasci stare. E se poi hai il culo di trovare una data, con chi vai a suonare? con GENTAGLIA, che ha UN demo, prodotto da suo zio, che si crede proprio il top della scena bolognese, mentre noi Malnàtt che abbiamo album passati e un contratto dobbiamo sottostare a queste persone. Ho molti amici che mi chiedono di trovare una data per loro a Bologna, ma io cosa posso dire? non la troviamo per noi una data, dobbiamo andare a suonare fuori! il problema è anche che c’è un grande “battibeccare” tra le band, trovare una band con cui ci si trovi bene, che faccia venire voglia di organizzare qualcosa fuori.. è impossibile! le uniche band con cui mi trovo a suonare bene sono quelle dove ci suono di persona, difatti a volte mi capita di fare dei non stop tour di due-tre ore dal vivo, in questo modo non ho problemi col bassista o con la sua strumentazione, perchè è sempre la mia! C’è un gran casino tra le band, e non ce n’è una che va d’accordo con le altre, anzi, ci sono tre band che vanno d’accordo tra di loro, Malnàtt, Tod e Mors Tua, in due di quelle ci suono io, in due di quelle ci suona Lerz, in due di quelle ci canta Pòrz, quindi puoi bene immaginare come sia la scena bolognese! comunque evviva il black, evviva i metallari, evviva le darkettone!

Curiosità mia, le vostre canzoni nascono già in dialetto o vengono adattate successivamente?

Pòrz : di solito copio i testi da qualcuno poi li traduco in dialetto così non si riconoscono.

Malnàtt nasce nel 1999 e quindi ha già una discreta storia alle spalle, ci vuoi dire quali sono stati i momenti più belli e quali i più tristi per la band?

Pòrz : uno dei momenti piu’ belli e’ stato quando ho conosciuto via email la redazione di entrate parallele (pensavo fosse un sito sul sesso anale, sai la figa il culo.. entrate parallele…). Uno dei momenti piu’ tristi invece e’ stato quando ho conosciuto di persona la redazione di entrate parallele… non te ne avere a male ma non e’ che siete proprio delle belle fighe con le tette e quelle cose che fanno venire voglia di entrare in modo parallelo… eh! (e non hai ancora visto tutti.. n.d.r.)

Màt : Malnàtt è nato nel 1999 perchè il buon vecchio Pòrz, a quel tempo, quando aveva ancora i capelli – perchè può sembrare incredibile ma aveva i capelli lunghi fino alle spalle, neri corvini lisci, bellissimi – comunque già a quell’epoca non riusciva a trovare da scopare. Allora ha pensato “bene, mi metto su il gruppo rock, faccio il frontman e scopo all’eternità! scopo prima dei concerti, dopo, nel mentre..

Lèrz : .. e ha scopato così tanto che gli sono caduti tutti i capelli!

Mat : .. vero! perchè lo donne lo tiravano per i capelli, “me lo trombo io! è mio!” “no! me lo trombo io!..” ma all fine se l’è trombato solo il chitarrista, sotto la doccia.. il chitarrista rimasto nel gruppo, eh? quindi Malnàtt è nato per questo, per la frustrazione del cantante nel disperato tentativo di cercare una compagna. Il problema è che noi ci ritroviamo quindi ad essere cinque maschi frustrati nel gruppo, cinque maschi frustrati in macchina, montando e smontando batteria e amplificatori per basso.. questa è la storia di Malnàtt, questi sono davvero momenti tristi.. quindi non ti dico quelli più felici!
A parte tutto, momenti felici ce ne sono stati tanti, perchè molti concerti sono andati bene, siamo contenti dei dischi fatti, siamo contenti sopratutto per un mini tour fatto a Praga anni fa, siamo stati molto felici perchè la gente del luogo non aveva mai sentito un genere come il nostro, abbiamo ricevuto un sacco di consensi, tanto che abbiamo dovuto suonare per due ore e mezza quando avevamo al massimo un’ora di scaletta! Da questo evento è stato registrato anche un video de “La Vanpira”, da “Perle per Porci”, che speriamo presto di riuscire a mettere anche scaricabile sul sito, perchè è davvero divertente.. vedere Pòrz con una capparella da suora in testa nera è uno spettacolo, ve lo auguro. Momenti tristi ce ne sono stati tanti, per esempio per trovare la cantante femminile fissa abbiamo cambiato tutte le donne black d’Italia. Ora però la formazione sembra abbastanza salda, con essa anche il genere proposto, il modo di comporre e tutto quanto, quindi speriamo di non dover cambiare altri cinque chitarristi nel giro di un mese.

Si nota sempre la vostra grande presenza scenica durante i live, che considero i vostri veri punti di forza. Avete difficoltà a trovare date fuori Bologna?

Pòrz : la vera fatica e’ far schiodare i membri del gruppo da casa! “non ho giorni ferie…”, “ho un esame e devo studiare…”, e’ il compleanno della terza moglie di mio nonno…” , “la macchina ha i freni consumati…”, “non so suonare…”, “non ho le mani…” questo e’ solo un piccolo campionario delle scuse che mi e’ toccato subire in questi anni…

Lèrz : Noi cerchiamo di fare i pagliacci, di divertirci, siamo lì e siamo contenti, Pòrz le spara grosse anche se effettivamente dice la sua opinione, lui ironizza quando parla di politica, di black metal, o dei fatti del mondo, o della società, esprime sempre il suo parere in modo molto ironico ma dice effettivamnte quello che pensa. Io personalmente sul palco cerco di muovermi sempre, con la testa e con tutto, cerco di seguire sempre la musica, dovessi stare fermo mi annoierei a morte, anche tutti gli altri si divertono molto sul palco e questa cosa da fuori si nota, per questo probabilmente abbiamo una bella presenza scenica. Non ci prendiamo troppo sul serio, magari nei momenti più drammatici della nostra musica, adattiamo le nostre facce, i nostri corpi, ai momenti più tristi, ma in genere è il divertimento a prevalere, poi dopo il concerto ci beviamo due birre e siamo tutti amici.

Tu gestisci anche l’etichetta “Il Male Production”, chi meglio di te può fare una panoramica sulla scena underground italiana e sul suo stato di salute?

Pòrz : meglio di me puo’ farla qualcuno che segua realmente la scena underground italiana. Ormai ho dei problemi a seguire anche solo la scena bolognese. no, davvero, non e’ pigrizia.

Il mondo del black metal è piuttosto oltranzista e “chiuso”. Voi lo prendete in giro in maniera goliardica e giocate molto sugli stereotipi classici dei blackster (la solitudine, il nichilismo, la distruzione di massa). Come viene accolto il vostro messaggio dai seguaci della nera fiamma, sempre che si degnino di ascoltarvi ?

Pòrz : un vero blackster non dedica nemmeno un ascolto a Malnàtt, altrimenti non e’ un vero blackster. Se piacciamo a qualcuno e’ perche’ il mondo e’ pieno di poser traditori della nera fiamma che si permettono di ascoltare gruppi idioti come Malnàtt.

Lèrz : il Black Metal per forza di cose è un ambiente molto chiuso, e non mi dispiace che sia un ambiente molto estremo, mi piacciono gli estremismi, politici, musicali, mi piacciono perchè vengono fuori da rami sociali di persone che comunque stanno male, nella loro vita sociale o nella loro vita interiore. Io tendo a stare dalla parte delle persone che stanno male. In realtà anche altre scene musicali sono molto chiuse, mi viene da pensare all’hip hop più estremo, anche quella è un tipo di musica molto chiusa, non seguono trend o mode eccetto i loro e sono intransigenti verso le altre scene musicali. Il problema del Black Metal è che questo molto spesso si sposa ad un certo tipo di politica, vicino ad idee nazionalsocialiste o fasciste, e i Malnàtt si distaccano da esse, non vogliono prendere nessuna posizione politica, non siamo nè da una parte nè dall’altra. Il concetto è completamente sbagliato, nella musica non dovrebbe esserci politica. Ogni cosa che facciamo, ogni gesto che compiamo ha un qualcosa di politico, non “partitico”, come vogliono fare alcuni gruppi, che mettono nei loro loghi le croci celtiche, o le svastiche, che sono cose che a noi non interessano minimamente.
Giochiamo molto sugli stereotipi classici del black come dici tu, il nichilismo, la distruzione di massa. Certo, Pòrz ha scritto testi su sensazioni che noi abbiamo provato, che ogni metallaro o ogni buon blackettone ha provato nella vita, altrimenti non suoneremmo questa musica. L’unica cosa è che noi riusciamo a riderci sopra, a ridere di noi stessi e questa è una cosa fondamentale per riuscire ad andare avanti nella vita, non solo nella musica. Magari nella musica con l’ironia non andrai avanti, ma nella vita reale può servire, ironizzare su se stessi o sui propri limiti può veramente aiutare.

Un’altra cosa che mi ha sempre incuriosito è la vostra immagine “politica”. Voi avete realizzato uno split dal titolo “N.S.B.M.” che avete chiamato “Necro Swine Black Metal” con ovvio richiamo goliardico al National Socialist Black Metal. Gli stessi atteggiamenti e l’immagine di Pòrz richiamano, in maniera più o meno ricercata, le “pose plastiche” di Benito Mussolini.
Sono cose che noto solo io o comunque c’è una sorta di accomunanza, più o meno voluta?

Pòrz : Non credo esista una cosa chiamata “national socialist black metal”… chi cazzo potrebbe mai creare o apprezzare un aborto musical-culturale del genere??? l’n.s.b.m. è il black metal necro suino e basta. Inoltre non so chi sia Benito Mussolini, io richiamo le pose plastiche solo di me stesso.

Apprendo dal vostro sito dell’esistenza di un ordine misterioso chiamato “Gioventù Malnatta”, vuoi illustarci i principali dogmi di questa “società segreta”?

Pòrz : 19 euro, grazie. www.gioventumalnatta.tk

Un’altra cosa che mi ha colpito, in contrapposizione ai canoni classici del black, è la posizione di netto rifiuto nei confronti di qualsiasi guerra. La guerra viene definita “di nessuno” (la guèra d’inciòn), “degli imbecilli” (d’inbezèl), e ancora peggio viene definita la “Guerra Santa” (come la merda). Qual’è il pensiero malnetto a riguardo?

Pòrz : noi siamo tutti dei ferventi interventisti: la vita stessa e’ una guerra e non percepirla come tale significa avere gia’ perso la piu’ importante delle battaglie. L’uomo e’ nato per immolarsi sui campi di battaglia! Noi true blackster non potendo fare l’amore perche’ non ci caga nessuna abbiamo deciso di optare per il sostegno della guerra, e sai perche’? perche’ non l’abbiamo mai vissuta sulla nostra pelle.

Lèrz : La guerra.. la guerra nel black metal è stata glorificata, esaltata.. ma io faccio questa domanda, quanti blackster hanno fatto il militare? e quanti in realtà sono obiettori di coscienza? o le hanno provate tutte per evitare il servizio militare, quindi per evitare una possibilità di entrare in guerra? Ti cito anche alcuni gruppi, tipo gli Aborym, che stimo molto dal punto di vista musicale, ma non da quello lirico o concettuale, anche per simbologie di cui fanno uso. Io credo che nessuna persona con una certa coscienza vorrebbe fare una guerra, partecipare attivamente ad una guerra. Certo, noi sentiamo dire ai nostri politici e a quelli di tutto il mondo “Saddam Hussein ha sbagliato, a noi serve il petrolio dell’Iraq, lo andiamo a prendere con la forza” certo, per i politici è facile dirlo, ma poi sappiamo che a fare la guerra ci vanno solo i figli della povera gente. E per loro non è tutto così bello e così facile. Magari c’è anche qualche esaltato che è contento di essere entrato a far parte dell’esercito, ma ormai ci si rende conto che le guerre non si fanno più per difendere la patria, ma si fanno, nella moderna società capitalista, per andare a prendere il petrolio e mantenere tutti ricchi e benestanti. Malnàtt ironizza sulla guerra, nei testi non si parla di questo tipo di guerra, ma di quelle dal punto di vista del Medioevo, del Rinascimento, quando si combatteva per un re, per una patria vera, per una terra vera, magari aveva più senso fare una guerra. Il nostro punto di vista è nichilista nei confronti della guerra, che serve soltanto per creare morte e distruzione, stermini di massa, tristezza e povertà, e glorificare una cosa che porta a tutto ciò mi sembra inutile. Anche perchè penso che in un paese in guerra il Black Metal non potrebbe esistere, non ci sarebbero i soldi, non ci sarebbe la voglia, la passione di suonare Black in un paese in guerra. Non andiamo dietro alle cazzate che sparano ragazzini 18enni, oppure gente più grande che vuole avere solo un’immagine forte per vendere dei dischi.

E’ tutto, se vuoi aggiungi qualcosa. io ti ringrazio per il tempo dedicato a www.entrateparallele.it

Lèrz : Sono contro il music business, se non ne avete i soldi non comprate il nostro disco, trovate la possibilità di scaricarlo da emule, chiedete a qualche amico che ha il disco di metterlo in condivisione, l’importante per noi è far conoscere il nome Malnàtt e la nostra musica, se alla nostra casa discografica entrano o no dei soldi a noi non interessa nulla.. tranne che poi ci licenziano!

Pòrz : Se qualcuno trova sfumature di goliardia in Malnàtt posso dirgli di tenersi forte perche’ non ha ancora visto niente… preparatevi ad un 2007 di Natteporz (Black Metal oltranzista senza testi), Opera Nonna (interviste fatte a mia nonna che parla dell’occupazione nazista), Geppetto (Black Metal suonato usando solo strumenti domestici come posate e soprammobili), Kolon (grind-core suonato con il culo), Custodia (jewel-box senza cd) e tante altre boiate! provo esaltazione nell’autodistruzione!!!

Sito ufficiale: www.malnatt.org
Sito etichetta: www.ccprecords.com

Immagini prese in sede live dalla data allo Screambloodygore (Bo). Si ringrazia “Dark Tears” per la preziosa collaborazione.

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