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[i]L’incontro con la band norvegese si è svolto a Milano, a fine Marzo, dove a presenziare il promo-day dedicato alla stampa italiana ho trovato Shagrath e Silenoz, storici membri (ed unici superstiti della formazione originale) dei Dimmu Borgir. La chiacchierata è stata molto rilassata ed ho trovato Silenoz molto loquace e disponibile nel rispondere alle domande, anche molto critiche, nei confronti della loro nuova fatica “In Sorte Diaboli”.[/i]
EP: Sono passati 4 anni dalla release di “Death Cult Armageddon” : come mai ci avete impiegato tanto, per un nuovo album?
[b]Silenoz: Abbiamo avuto bisogno di prenderci un periodo di pausa che si è protratto più di quanto ci aspettassimo, in quanto alcuni di noi sono diventati genitori. Ma alla fine è dallo scorso anno che lavoriamo sul nuovo disco, quindi non possiamo dire che si tratta di un periodo così lungo, no?[/b]
EP: Indubbiamente. E i responsi del pubblico specializzato e non, come sono stati per “Death Cult Armageddon”?
[b]Silenoz: Molto buoni, abbiamo ricevuto ottimi responsi da ogni parte (nel frattempo sopraggiunge Shagrath, nda) [/b]
EP: Al tempo stesso, però, la nuova versione di Stormblast non è stata accolta così bene…
[b]Silenoz: Sì è vero, ma si tratta di una ri-registrazione e di qualcosa che abbiamo fatto principalmente per noi stessi.
Shagrath: Ci interessava principalmente dare all’album originale una veste più in linea con quanto fatto negli ultimi nostri dischi, approfittando delle tecnologie di oggi, di cui non disponevamo dieci anni fa.[/b]
EP: Suppongo quindi che alla base ci sia stata anche la volontà di far avere al disco una maggiore esposizione rispetto al 1996, no?
[b]Silenoz: Anche, la Cacophonous non rispettò molto il contratto di allora non permettendo al disco di avere la promozione giusta..
Shagrath: Si trattò di una rip-off label..[/b]
EP: Parlando del titolo del nuovo disco, non posso evitare di notare le solite tre parole (ormai un classico della band, nda), ma stavolta avete usato il latino invece dell’inglese. C’è un concept alla base del nuovo album?
[b]Silenoz: Yeah, è un album basato su di una storia ambientata nel medioevo (da cui il titolo in latino); credo si tratti di un ottimo titolo, con una forte connessione al demonio, che descriva l’essenza del concept in sole tre parole.. stavolta è un titolo più breve del solito, quindi anche più facile da ricordare! (ride, nda)[/b]
EP: Una curiosità: come mai i titoli delle canzoni sono “ripetitivi”? Voglio dire, cominciano tutti con la formula aggettivo + nome.. una scelta inusuale, non trovi?
[b]Silenoz: Si tratta di una scelta specifica per sottolineare le fasi del concept correlate a ciò che accade al protagonista nel corso della storia che compone la storia, riportate come se si trattasse di una sorta di diario.[/b]
EP: Dal punto di vista musicale, trovo il riffing del nuovo album molto più death metal che in passato, trovandovi molti punti in comune con quanto fatto negli ultimi anni dagli Old Man’s Child. Quanto Galder ha influenzato le vostre scelte compositive, in fase di songwriting?
[b]Silenoz: Galder ha scritto, assieme a me e Shagrath, la maggior parte del materiale quindi è normale che qualche reminescenza del suo stile sia presente. Di sicuro, si tratta di un disco maggiormente “guitar-oriented” che in passato.. ad ogni modo, io e Galder abbiamo sì lo stesso background musicale ma abbiamo scritto assieme ciò che potete sentire.[/b]
EP: la voce pulita di Vortex trova meno spazio su “In Sorte Diaboli” rispetto ai precedenti album. Possiamo tranquillamente affermare che l’uso delle clean vocals è uno strumento molto importante, nei Dimmu Borgir, sin da “Spiritual Black Dimension”..
[b]Silenoz: sicuramente ci differenzia da molte altre band che utilizzano voci femminili..
Shagrath: indubbiamente la sua voce è molto importante per noi, ma non volevamo utilizzarla troppo o in ogni canzone col risultato di ottenere qualcosa di stancante per l’ascoltatore.
Silenoz: Vortex stesso si è trovato d’accordo nel non voler incidere troppe parti.[/b]
EP: il lavoro di tastiere è svolto molto bene e non è invadente come su “Death Cult Armageddon”, dove trovo sia uno dei punti deboli del disco dando la sensazione di troppi strumenti in contemporanea.
[b]Silenoz: l’orchestra non rese come nei demo dell’album, che furono registrati con l’uso di tastiere. Questa volta non abbiamo ritenuto necessario l’ausilio di un’orchestra che rendesse il suono pomposo, così abbiamo utilizzato solo tastiere visto che con le tecnologie di oggi è possibile far suonare “reale” un’orchestra fatta in realtà con l’uso di synths.[/b]
EP: la batteria si basa molto sulla doppia cassa, mente il rullante risulta sommerso in alcuni frangenti..
[b]Silenoz: non sono molto d’accordo con te, il processo di mixing è stato molto complesso ma credo tutto sommato che il risultato ottenuto sia più che buono![/b]
EP: sulla vostra pagina myspace è segnato che sarete in tour verso la fine di aprile. Ho avuto modo di vedervi live durante il tour di DCA e fu uno show molto intenso, con pezzi da ogni disco..
[b]Silenoz: sì, il pubblico fu molto caloroso e la set list fu molto difficile da preparare perché volevamo spaziare nella nostra discografia. Cominceremo il tour negli USA ma torneremo in Europa in autunno, e saremo in Italia durante il Gods of Metal.[/b]
EP: Shagrath, una curiosità sul tuo passato nei Fimbulwinter, una delle band seminali per il movimento black metal. Che ricordi hai di quel periodo?
[b]Shagrath: fu la mia prima black metal band, non avevamo uno studio vero e proprio dove registrare e la band si sciolse prima ancora di registrare professionalmente. Eravamo molto influenzati da Celtic Frost e Bathory. Il demo vendette molto bene e l’album venne ristampato su Hot Records in 2000 copie. E’ qualcosa che ricordo volentieri, ma di cui non vado molto fiero. Era il passato, capiscimi, molto diverso da ciò che suono oggi. Ma sono contento che a qualcuno sia piaciuto il nostro lavoro.[/b]
EP: Hellhammer sarà solo un session o farà parte della lineup?
[b]Silenoz. Solo un session, sì, la lineup è stabile da diversi anni e poi lui è molto impegnato con gli altri suoi progetti.[/b]
[i]A questo punto Pamela fa un segno per indicarmi che il tempo a disposizione di EP è terminato, ne approfitto quindi per gli scatti di rito e per ringraziare la band della disponibilità. I componenti sembrano convinti delle potenzialità dell’album: la mia recensione non è molto d’accordo su quanto espresso in alcuni frangenti, ma si sa come stampa e band siano spesso divisi sui pareri a riguardo dei dischi.[/i]
Sito ufficiale: www.dimmu-borgir.com