Hocculta (Massimo Lodini)


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Intervista Hocculta

Nati a Milano nel 1983, gli Hocculta furono uno dei nomi di spicco della cosiddetta NWOIHM (New Wave Of Italian Heavy Metal) con la pubblicazione di “Warning Games” nel 1984 (con la famosa iguana in copertina) e con il successivo 33 giri “Back In The Dark” del 1989. Dopodichè, come per tanti altri validi gruppi, l’oblio e lo scioglimento, almeno fino al 2006..

Già, perchè il cantante Massimo Lodini, unico membro delle precedenti lineup, ha pubblicato lo scorso anno il mini “Taste The Return” contenente due pezzi inediti risalenti al periodo 85-89 più una cover degli Scorpions per “saggiare” il mercato in previsione, si spera, di un ritorno su larga scala..

Questa con Massimo non intende essere solo una normale intervista, con essa vogliamo cercare di scoprire qualcosa di più sugli oscuri anni ’80 e sulle bands che, armate spesso di sana passione e nulla più, mettevano a ferro e fuoco la nostra penisola..

Allora Massimo, innanzitutto benvenuto su www.entrateparallele.it , leggo direttamente dal vostro sito www.hocculta.com la vostra biografia e comincio con il primo passo:

1983

Massimo Lodini (voce), Luca Trabanelli e Marco Bona (chitarra), Tony Chiarito (basso) e Floriano Buratti (batteria) danno vita alla prima formazione degli Hocculta. Il sound e’ caratterizzato da potenti e melodici riffs di scuola tipicamente britannica (Judas Priest, Saxon…) nonche’ dalla bellissima voce di Massimo Lodini che, richiama alla mente quella di Klaus Meine.

In effetti la somiglianza con il cantante degli Scorpions è notevole! ci vuoi raccontare come nacquero gli Hocculta e le tappe che vi portarono alla pubblicazione di “Warning Games” nel 1984?

Ciao Alessio e ciao a tutti i lettori. Gli Hocculta si formarono nel (lontano sigh) 1983 e grazie alla perfetta intesa dei suoi componenti non fu difficile creare subito un repertorio originale. Ma per farci conoscere, naturalmente, iniziammo un lungo “pubs tour” dove venivano proposti sia brani originali, sia cover. Una tappa importante fu un festival a premi, nel quale ci presentammo con il brano “Entity”, andammo in finale, ma arrivammo all’ultimo posto. Al festival partecipavano molte band che proponevano i più svariati generi: dal jazz al funk, dal pop all’ambient … insomma noi eravamo effettivamente fuori luogo. Alla fine della serata, felici del nostro ventesimo ed ultimo posto, si avvicinò a noi un tizio che si presentò a nome di EMI e che ci fissò un appuntamento. Come è andata a finire? Beh, a EMI serviva un gruppo con grande grinta (e noi ne avevamo da vendere), ma solo a livello di immagine: i brani li avrebbero scritti loro e noi avremmo dovuto solo interpretarli. Non accettammo e nacque così la Steve Rogers Band. Credevamo di poter spaccare il mondo ed avere ancora molte cose da dire! Inutile ora farsi prendere da rimorsi, solo accettando allora saprei oggi come sarebbe andata a finire prendendo l’altra strada. Una cosa è certa: la SRB non esiste più.

Registrammo poco dopo un demotape (una volta esistevano le cosiddette musicassette) investendo così i pochi quattrini a disposizione e con la speranza di farsi sentire da qualche label. In quegli anni c’era sì la tecnologia, ma tutto analogico. Le attrezzature costavano un sacco di soldi e registrare in studio era abbastanza oneroso. Niente da fare, quindi altri concerti fino alla decisione di registrare il primo album. Mano al portafogli, così per metà prodotto da noi, per metà da Enrico Ballo e grazie all’appoggio della DISCOTTO, andiamo in sala di registrazione per creare “Warning Games”, che riscuoterà un discreto successo sia di pubblico, sia di vendite…

Intervista Hocculta

Difatti nel 1984 esce “Warning Games”, per la Discotto Records, che tra l’altro produsse altri grossi nomi della scena heavy metal italiana. Questo storico album vi consentì di far conoscere il nome degli Hocculta e di raggiungere un discreto successo.
Ma il fatto che si parli di “storico album” o di “raggiungere il successo” in un’epoca come quella che pare lontanissima rispetto alla tecnologia attuale, cosa voleva significare in realtà? ho letto sul bel libro di Della Cioppa “Italian Metal Legion” che ci furono fans degli Hocculta persino in Giappone. Come riuscivate a farvi conoscere in giro?

Non ci siamo resi subito conto della diffusione dell’album. Sai, quando autoproduci qualcosa devi mettere in conto che per distribuire capillarmente il prodotto occorre investire una discreta somma ed oltre 20 anni fa già la sola registrazione dell’album aveva costi elevati. Pertanto la definizione di “storico album” assume un valore certamente più importante se consideriamo che le vendite dello stesso si sono “moltiplicate” con il solo passaparola, piuttosto che attraverso diverse interviste in radio o concerti live. Non siamo mai andati in Giappone, nè in Portogallo, nè in Germania o Belgio, ma in tutti questi Paesi mi risulta che ci fosse qualche fan. Siamo stati richiesti per un tour in Germania, ma non avevamo un manager all’altezza della situazione, per cui abbiamo dovuto declinare l’offerta. Per quanto concerne il “successo”, anche qui, se consideriamo i mezzi a disposizione, è stato discreto. Oggi, certamente, con la tecnologia che abbiamo, con Internet, con la musica digitale, con siti e portali dedicati, è molto più facile farsi conoscere al mondo intero a costi bassissimi o nulli ed in tempi notevolmente ridotti.

Poi ho una curiosità mia, te l’avranno chiesta in tanti. “Warning Games” è un album di metallo roccioso, carico di grinta anche se a volte velato da toni oscuri che prenderanno meglio piede nel vostro album successivo. Come mai una copertina così atipica?

Ahahah, ha fatto storia questa copertina!!! Chissà quanta gente si è arrovellata il cervello per scoprire l’arcano …, ma l’arcano non c’è: abbiamo commissionato ad un “disegnatore” la realizzazione di un disegno adatto al titolo, considerato che si presentò con una serie di disegni suoi (?) che erano veramente validi. A pochi giorni dalla stampa della copertina ci portò un paio di disegni che facevano veramente … cagare (scusa il francesismo), sembravano disegni fatti da suo figlio di 2 mesi. Scattò l’allarme generale, lui non seppe come giustificarsi e noi dovevamo far fare le pellicole … pescammo così, dai disegni che ci portò la prima volta, proprio lei, l’iguana. Effettivamente non ha nessuna relazione nè con il nome della band, nè con il titolo dell’album, ma è certo che tutti si ricordano la prima copertina degli Hocculta! E poi, quell’animaluccio ci ha portato fortuna in fondo, mah, magari la copertina di un prossimo album …

Intervista Hocculta

Siamo quindi nell’epoca d’oro della New Wave Of Italian Heavy Metal, tanti gruppi, animati più dalla passione che dai guadagni, si muovono su e giù per la Penisola dando vita ad un movimento fondamentale per il Metal Italiano di oggi.
Nella zona milanese, quella degli Hocculta, si muovono gruppi come Vanadium, Bulldozer, Adramelch, in altre parti d’Italia i Crying Steel, gli Skanners, i Death SS e tutta la scena toscana di Sabotage, Strana Officina, Dark Quarterer. Che ricordi hai di queste bands? siete riusciti a collaborare con qualcuna di loro, in particolare con quelle della vostra zona? Quali erano (o sono tuttora) le tue preferite?

Hai detto giustamente che l’epoca d’oro era sì composta da svariate bands, ma i guadagni erano veramente limitati (quando si riusciva a guadagnare qualcosa); pertanto era molto difficile e costoso spostarsi eccessivamente fuori dall’area milanese perché dovevamo tener conto dei nostri portafogli. Poi nei nostri show cercavamo sempre di infilarci un minimo di spettacolo pirotecnico, ma già 3/4 flash incidevano per il 20% sull’incasso. Così la nostra attività si è svolta prevalentemente in Lombardia e Piemonte e gli unici concerti in collaborazione con altre band sono stati con i Vanadium a Rozzano (MI) e con i Royal Air Force (RAF) al mitico Puntorosso di Milano, palco allora ambito da un sacco di bands. Con gli altri gruppi ci siamo incrociati durante i numerosi festival organizzati in giro, ma è con i RAF che avevamo un contatto maggiore, anche perché con il bassista (Renzo Sgroi) avevo avuto modo di suonare molto prima che nascessero gli HOCCULTA.

Sebbene non ci fossero contatti diretti con tutte le band, ci si ascoltava spesso per mezzo degli album oppure in radio che davano un po’ più di spazio al genere, ma devo dire che gli HOCCULTA sono sempre stati un po’ misteriosi, andavano per la loro strada, non hanno mai avuto scazzi con altre bands, forse erano un po’ chiusi in tal senso, ma ci andava bene così evidentemente, noi ci divertivamo un sacco, la gente ci seguiva, ci ascoltava e noi alla fine della serata andavamo tra la gente … quello era il nostro “meet & greet” fatto di pacche sulle spalle e strette di mano. In quanto a band preferite, non ho preferenze particolari anche se dicevo prima di essere più vicino ai RAF, ma anche Strana Officina, Crying Steel, Vanadium facevano parte dei “preferiti”.

Veniamo quindi al seguito di “Warning Games”, cioè “Back In The Dark” del 1988. Sono tanti i cambiamenti, via i due chitarristi Luca Trabanelli e Marco Bona e spazio a Roberto Broggi, approdo alla Metal Masters e non più alla Discotto, un sound più oscuro rispetto al debutto e un altro grande album. Ma prima di parlare del dopo-album ti vorrei chiedere come avvenne la nascita di “Back In The Dark” e in che modo questi cambiamenti influirono sul vostro sound o sul vostro modo di comporre.

“Warning Games” è stata una stupenda creazione dove Trabanelli e Bona hanno dato un’impronta molto metal e non poteva essere diversamente dato che le chitarre erano due ed il giochino era farle costantemente dialogare tra loro. Al di là di questo, comunque, c’era anche la componente più darkeggiante del gruppo (Tony Chiarito – basso) che è stato uno dei creatori della famosa “Dream of Death”, il brano dark inserito nell’album. Complessivamente diciamo che con la formazione originale l’impronta è sempre stata di carattere pseudo Priestiano. Luca, Marco e, per un breve periodo anche Floriano, hanno poi lasciato il gruppo che ha conosciuto un periodo intermedio fatto perlopiù di audizioni alla ricerca di nuovi componenti. Nascono diversi brani in quel periodo, brani mai editi (fino a “Taste the Return” almeno), ma poi Floriano rientra nella band, poco dopo si aggiunge Roberto e le cose cambiano perché anche quest’ultimo predilige particolarmente un sound più dark. Ecco che scatta la molla ed ecco che cambia sostanzialmente tutto il sound e l’impronta della band, che sinceramente preferivo un po’ meno. Certamente un nuovo approccio che porterà poi all’incisione del secondo album. Tutto questo è accaduto indipendentemente dal cambio di etichetta: nè una, nè l’altra, hanno mai cercato di dare una direzione alla band (ci mancherebbe, abbiamo prodotto sempre noi).

Intervista Hocculta

Allora, stando al vostro sito la fase che segue la pubblicazione di “Back in the Dark” viene riassunta in queste poche righe:

Nonostante gli ottimi responsi di critica e pubblico riscossi dai 2 album, per varie ragioni (tra cui l’irrisorio spazio concesso al Metal dal mercato discografico nazionale di allora…) il gruppo si perde di vista..

Il tutto sembra molto triste, per un gruppo che, come hai sottolineato tu, aveva avuto ottimi riscontri. Cosa ha portato allo scioglimento del gruppo, o – in caso non fosse mai stato annunciato un vero e proprio “scioglimento” – alla “perdita di vista” di voi della band?

Il cambio di line up con l’uscita dei due chitarristi e l’arrivo di Roberto Broggi portò linfa nuova nel modo e nel gusto di comporre. Lo spostamento verso un genere più “estremo” richiedeva al tempo stesso linee molto meno melodiche, un po’ più ruvide, che forse poco si addicevano alla mia timbrica vocale. Poi, durante la registrazione dell’album, prestavo servizio di leva, così registrai tutte le voci dell’album in un fine settimana. In pratica non ho avuto modo di seguire missaggi, arrangiamenti, eccetera, trovando il prodotto pronto al mio ritorno. L’album non ebbe il successo del precedente e credo che in parte sia stato dovuto a questo repentino cambio di tendenza. Difficile dire come si arrivò allo scioglimento ed in pratica non me lo ricordo nemmeno ora, ma non è stata una cosa traumatica, non c’è stato litigio, è come se per incanto si fosse dissolto un sogno.

In questi anni, fino alla pubblicazione di “Taste The Return”, sei rimasto nel giro heavy metal?

Sarò chiaro e schietto. Dopo HOCCULTA ho conosciuto un periodo di completo distacco dal genere, ho fatto tante e diverse esperienze, ho composto altre cose, ho prestato la voce per altre situazioni ed ho cercato di perfezionare le mie conoscenze musicali esplorando generi totalmente diversi. Diciamo che per me l’heavy metal si è fermato negli anni ottanta e così è rimasto incontaminato dal tempo nel mio cuore. “Taste the return” è la rivisitazione di qualche idea degli anni ottanta portata ai giorni nostri, ma credo che scrivere qualcosa di nuovo oggi avrebbe tutto un altro sapore.

Intervista Hocculta

Il presente per gli Hocculta è stato questo minicd con due pezzi provenienti dal periodo 1985-1989 ed una cover degli Scorpions. Una curiosità che salta subito all’occhio.. tu sei l’unico rimasto della passata lineup, come mai l’idea di far rinascere il progetto Hocculta senza nessuno della “vecchia guardia” ?

Mah, guarda, ripeto che il tutto è nato come esperimento, ma è anche vero che in tutti questi anni non ci siamo cercati. Comunque ho risentito giorni fa Roberto (il chitarrista in “Back in the dark”) … vedremo se succederà qualcosa.

Ho visto che il vostro minicd e i vostri vecchi “Warning Games” e “Back In The Dark ” sono reperibili sul sito della Dedalo Sound Records, che ha un sistema abbastanza innovativo di diffusione dei suoi lavori. Ci vuoi spiegare come funziona e come sei arrivato a loro per la pubblicazione di “Taste The Return” ?

In verità solo “Taste the return” è sotto l’ala protettrice di DEDALO SOUND ed è distribuito a livello mondiale nei numerosi digital music services del mondo. Crediamo molto nel futuro digitale (ma legale) della musica: costa meno comprare l’album ed è fruibile con un sacco di apparecchiature diverse. “Warning games” è appena stato rimasterizzato e portato su CD dalla Marquee che ne cura la vendita, ma non si trova nel mercato digitale. “Back in the dark” è di proprietà di un altro editore e non so se qualcuno sta pensando di riportarlo in vita. Ritornando a DEDALO SOUND, si tratta di un’etichetta indipendente molto forte nella distribuzione online: credo che rappresentino il distributore italiano più potente in questa forma di mercato, oltre ad essere editori di “Taste the return”.

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Se non sbaglio hai dichiarato che seguivi con curiosità la pubblicazione di “Taste The Return” per vedere che tipo di risposta avrebbe dato il pubblico attuale ascoltando gli Hocculta. Che impressioni hai avuto e che cosa si prospetta per il vostro futuro?

Le recensioni sono state numerose e buone nel complesso a parte le recensioni tedesche che ci hanno quasi tutte stroncato (guai a toccargli gli Scorpions), ma come vedi, siamo trasparenti e possiamo anche non piacere a tutti. Vabbè, vediamo il lato positivo, non dovremmo pianificare tour in Germania!!! Abbiamo venduto qualche CD ed abbiamo venduto (su iTunes, Napster, Rhapsody) prevalentemente in Europa. Morale è nostra intenzione far uscire presto un nuovo album (10/12 brani nuovi come richiesto in tutte le recensioni) forse con qualche ritocco alla formazione (abbiamo un nuovo batterista) perché se si deve parlare di ritorno è bene che se ne parli a 360°, non solo quindi con la registrazione vera e propria, ma anche con la sua presentazione live.

L’intervista-retrospettiva è terminata. Lascio a te le ultime parole per i lettori di www.entrateparallele.it e non mi resta che ringraziarti per l’immensa disponibilità (questa intervista si è protratta per mesi) augurandoti il meglio per questo grande ritorno degli Hocculta!

Ringrazio te per l’opportunità e per la pazienza certosina, un saluto a tutti i lettori, ai nostri fans, ex fans ed anche a coloro che di Hocculta non conoscono nulla … non penso dovranno aspettare moltissimo!

Sito ufficiale : www.hocculta.com – www.dedalosound.com
Leggi la recensione di “Taste The Return” : http://www.entrateparallele.it/modules/lykos_reviews/index.php?op=r&rev_id=243&cat_id=1
Leggi la recensione di “Warning Games” : http://www.entrateparallele.it/modules/lykos_reviews/index.php?op=r&rev_id=675&cat_id=8&sort_by

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