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Attivi ormai da una decina d’anni, i milanesi Ira arrivano con questo “Dawn of World Redemption” al loro terzo demo autoprodotto, un lavoro maturo che conferma una costante crescita e le qualità di una band sempre più convincente. Abbiamo avuto l’opportunità di realizzare una breve intervista con questa interessante realtà ed ovviamente non ce la siamo lasciata sfuggire!!
Ciao e grazie per la disponibilità!! Ed ora cominciamo: come faccio sempre, vi chiedo di presentare la band ai lettori di Entrateparallele.it!
Rex: Ciao, grazie a voi, siamo sempre pronti a raccontarci un po’.
Gli IRA oggi sono: Rex Caruso (chitarra e voce), Tia Sciutti (batteria), Marco Frigatti (basso) e Silvano Bianchi (chitarra solista).
Iniziò tutto nel 1997, allora eravamo dei musicisti in erba, con tanta voglia di sfogare gli istinti più malsani, con poche capacità tecniche ma molte idee e voglia di fare.
Purtroppo, causa innumerevoli cambi di formazione, abbiamo passato i primi tre anni di vita in sala prove, senza mai vedere un palco, nel frattempo hanno preso vita i pezzi contenuti nel nostro primo demo “Urna”, registrato totalmente da noi in sala prove, correva l’anno 2000.
Appena ci fu una formazione stabile, cominciammo a suonare dal vivo, ricevendo subito ottimi riscontri dal pubblico. Negli anni a venire (con periodici cambi di formazione), siamo anche riusciti a suonare in eventi di buon livello, facendo da spalla a band come Novembre, Node, Carnal Forge e Vision Divine.
Nel 2005 vide la luce il secono demo “Chaotic Regression” registrato in studio e contenente i primi pezzi “death oriented”, demo che ha diviso la critica in due, tra scettici e convinti sostenitori.
L’ultimo lavoro in studio risale ai primi mesi di questo anno.
Come ho scritto in sede di recensione, penso che rispetto a “Chaotic Regression” sul nuovo “Dawn of World Redemption” abbiate voluto accostarvi maggiormente al death piuttosto che al thrash. Sbaglio?
A dir la verità non è stata proprio una scelta consapevole, abbiamo semplicemente scritto pezzi nuovi. I mezzi tecnici di cui disponiamo ora sono nettamente superiori a quelli che avevamo quando abbiamo registrato “Chaotic Regression”, cosa che ci ha permesso di scrivere pezzi migliori, forse un po’ più complessi e che soddisfano di più la nostra visione della musica, senza nulla togliere a “Chaotic Regression”, con “Dawn of World Redemption” pensiamo di essere arrivati alla maturità compositiva, ora non resta che superarci.
Tra l’altro ritengo che a livello di produzione abbiate fatto degli enormi passi in avanti: siete riusciti a donare ai brani il giusto calore utilizzando comunque dei suoni molto puliti, a mio parere necessari per il genere che proponete. Qual è il vostro pensiero in merito e quanto vi ha impegnato questo lavoro? Che peso hanno avuto in questo l’apporto di Danilo Di Lorenzo e i Moon House Studio?
Siamo molto contenti del risultato che abbiamo ottenuto, calcolando quello che ci abbiamo messo per realizzarlo, meno di una settimana per registrazione e missaggio. Volevamo ottenere un sound compatto e potente ma senza perdere in definizione sonora, ogni strumento è importante e deve avere il giusto risalto nella registrazione. Diciamo che abbiamo trovato il giusto compromesso tra le due cose, di modo che i pezzi suonino di brutto e che si capisca ogni singola nota che suoniamo, senza doversi sforzare particolarmente a seguire uno strumento piuttosto che l’altro. I Moon House Studio sono stati la nostra casa per anni, anche “Chaotic Regression” è stato registrato lì, con mezzi un po’ più poveri di adesso. Danilo ha rimpinguato un po’ il parco macchine e noi siamo passati a della strumentazione migliore rispetto a prima. Senza dubbio l’esperienza e la professionalità di Danilo ci ha semplificato il compito di rendere al meglio quello che avevamo in testa, siamo arrivati in studio forti di una pre-produzione fatta in casa, quindi con le idee ben chiare di come volevamo il risultato finale, diciamo che siamo arrivati quasi al top di quello che potevamo ottenere, calcolando i mezzi e il tempo che abbiamo avuto a disposizione per realizzarlo.
Facciamo un passo indietro e raccontateci come nasce un pezzo degli Ira!
Mmmmmh, diciamo che 99 su 100 parte tutto dalla chitarra, una volta stesa una parte ci aggiungiamo la batteria e via dicendo per il resto, a volte vengono lisci come l’olio, altre volte ci dobbiamo scervellare mesi per riuscire a completare un pezzo. In certi casi siamo partiti dal basso o dalla batteria ma per la maggiore è la chitarra ad iniziare le danze.
E dei testi che mi dite? Ho notato che sono anche frutto del lavoro di una donzella.. volete parlarne?
Già, il testo di “Emotionless” è stato scritto da mia sorella Cristina, era nato come una poesia, ma quando me l’ha fatto leggere, ho capito subito che era fatto per diventare una canzone, e che pezzo! Parla delle atrocità commesse nelle guerre, soprattutto dai soldati che “dovrebbero” portare la pace, ma che si “divertono” come possono quando non sono sotto controllo, le immagini le abbiamo viste tutti credo.
Normalmente i testi degli IRA li scrivo io, in momenti particolari in cui le emozioni sono così forti che le parole escono da sole, preferisco scrivere di getto senza soffermarmi troppo a pensare su come sta venendo, i dettagli li metto a posto in un secondo tempo, anche se, per fortuna, non c’è mai molto da mettere a posto. Non so mai prima su che musica verrà inserito un testo, so solo che in qualche modo riesco sempre a farli quadrare nelle canzoni, senza modificarli troppo.
I testi sono una parte importantissima della musica, a noi piace parlare di cose vere, vita vissuta, emozioni, fatti di attualità, non mi interessa minimamente parlare di zombie, demoni o mostruosità varie, vogliamo trasmettere dei messaggi che abbiano un senso ed un’utilità per la gente.
Sono rimasto colpito dal disegno di copertina: volete parlarcene? Mi sembra calzi a pennello sia per la vostra musica, sia per il titolo che per i testi..
Lo pensiamo anche noi, volevamo qualcosa di inerente ai testi e a tutto il resto, ma soprattutto ai testi. Doveva avere un forte impatto visivo, di modo che si stampasse in testa alla gente. Il titolo del demo ci è venuto pensando al testo di “Occult” e la copertina l’abbiamo trovata in conseguenza del titolo, “L’alba della redenzione del mondo”, secondo me, sarà il giudizio universale e cosa c’è di meglio di una triste mietitrice a cavallo per simbolizzare questo concetto ?
Pelle d’oca !!!
Credo che “Dawn of World Redemption” sia un demo ottimo sotto tutti i punti di vista. Secondo voi c’è qualcosa di questo demo che avreste potuto fare meglio? A posteriori cambiereste qualcosa?
In generale siamo stracontenti, l’unica cosa che avrei ritoccato sono i suoni delle chitarre ma va benissimo anche così, l’unico vero difetto di questa produzione è che è ancora un’autoproduzione, purtroppo non riusciamo a trovare una maledetta etichetta che ci segua, ma va beh, calma e sangue amaro.
Dovendo presentarvi con un solo pezzo della vostra produzione a chi non vi conosce, quale scegliereste e perchè?
Sicuramente la seconda parte di “Occult”, la prima volta che l’abbiamo sentita finita ci si sono drizzati i peli dall’emozione, ci sono alcuni stacchi che ci fanno tuttora impazzire.
Tra l’altro è il brano dove uno ci può sentire in toto, sono presenti arpeggi, sfuriate, soli ed emozioni a bestia, vi consiglio di andare a leggere il testo di quella parte perché e denso di concetti da tenere a mente.
E per quanto riguarda nuovi brani? Mi piacerebbe anche sentirvi su full-lenght.. c’è qualche possibilità?
Pezzi nuovi ce ne sono, abbiamo concluso altri tre brani dopo la registrazione di “Dawn of World Redemption” e il processo compositivo va avanti ancora, stiamo finendo altre tre tracce che…..ebbene si, andranno a comporre il nostro primo full, credo che entro l’anno prossimo rientreremo in studio per fare questo passo tanto atteso, contenti ? Noi sì e di brutto, anche se con un’etichetta di fianco lo saremmo di più.
Come è stato accolto “Dawn of World Redemption” da critica e ascoltatori? Quali riscontri avete avuto?
Per ora ottimamente, tutti quelli che hanno sentito “Chaotic Regression” dicono che siamo migliorati esponenzialmente, sia musicalmente che a livello di produzione, anche quelli da cui sono partite le critiche più spietate. I pezzi piacciono, tutti ammettono che sappiamo scrivere della buona musica e questo per noi è già una soddisfazione enorme, c’è della gente che, non sto scherzando, è letteralmente impazzita, non riesco ancora a crederci. Sono uscite recensioni su tutte le maggiori testate di musica e non c’è né una negativa, direi che meglio di così non se po’, per ora.
Parliamo della dimensione live .. quanto è importante per gli Ira suonare dal vivo? Parlateci anche dei vostri progetti presenti e futuri!
Il live è il motivo per cui suoniamo, il palco, la gente, l’energia che si crea tra te ed il pubblico è unica.
La dimensione live è tutto per un musicista, se ne avessimo l’occasione suoneremmo tutti i giorni, ti scarica le tensioni ed è divertente.
Ovviamente la preparazione per il disco ci prenderà totalmente ma se ne parlerà per gli inizi del 2008, quindi possiamo dedicarci ad un inverno di concerti, poi c’è una situazione di cui non mi sento di parlare ora perché è ancora da vedere bene, ma che potrebbe farci molto comodo, stay tuned.
Avete condiviso il palco con bands già affermate come Novembre e Carnal Forge: quali ricordi conservate di quelle esperienze?
Di sicuro sono state delle ottime esperienze per maturare sotto l’aspetto live. Prima di suonare con i Novembre non avevamo mai avuto più di una ventina di persone a sentirci, in quella occasione ce n’erano più di cinquecento, ti assicuro che l’emozione è decisamente più intensa, purtroppo non eravamo al massimo della forma, ma è stato di sicuro uno dei live che ricorderò a vita.
Con i Carnal Forge purtroppo non c’era molta gente, ma è stato comunque importante, mettersi alla prova con una band di rilievo a fianco è sempre stimolante, vedere quelle bestie esibirsi sullo stesso palco dove hai appena suonato è stato impressionante ed istruttivo.
Cosa pensate della scena metal underground milanese e più in generale di quella italiana?
Penso che ci siano un mucchio di band validissime, che potrebbero benissimo esibirsi in eventi di rilievo senza sfigurare con nessuno. Il problema è che c’è una difficoltà ad emergere enorme, riuscire ad esibirsi in situazioni buone capita poche volte e finche è il gruppo a doversi portare la gente per avere un pubblico, non si va molto lontano, anzi….è una merda !!!
L’ultimo spazio è tutto vostro: chiudete come meglio credete questa breve intervista, per quanto mi riguarda vi ringrazio ancora per la disponibilità e per aver dato alle stampe “Dawn of World Redemption”.. e come diceva il buon Chuck ..keep the metal faith alive!
Che dire se non: grazie a tutti quelli che ci seguono e supportano, grazie alla Kick che è stata al nostro fianco fino ad ora, grazie a chi crede in noi e nella nostra musica. Un fanculo di cuore a tutti quelli che speculano sull’Underground e che per quattro sporchi soldi impestano il panorama musicale italiano e rendono impossibile o quasi far emergere chi se lo merita.
Grazie a voi di Entrateparallele, per l’amicizia che ci avete dimostrato e che ci continuate a dimostrare, LET THE METAL FLOW FRATELLI !!!!!
Sito ufficiale della band: www.ira-band.com
Recensione sul nostro sito di “Chaotic Regression” : http://www.entrateparallele.it/modules/lykos_reviews/index.php?op=r&cat_id=2&rev_id=308&sort_by
Recensione sul nostro sito di “Dawn of World Redemption” : http://www.entrateparallele.it/modules/lykos_reviews/index.php?op=r&cat_id=2&rev_id=616&sort_by
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