Tarja Turunen


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[i]Certe cose, purtroppo, non cambiano mai. Come il ritardo cronico della Mortara-Milano, che ci porta nella grigia metropoli appena in tempo per svolgere la nostra intervista. Altre cose, invece, cambiano, per fortuna o purtroppo: così, dopo un viaggio fortunoso tra una fermata inopportuna in mezzo al nulla ed inquietanti vibrazioni e scricchiolii ci ritroviamo ad intervistare Tarja Turunen, ex cantante dei Nightwish, sulla sua ormai avviata carriera di solista ed in particolare sul suo nuovo album “My Winter Storm”, in uscita in Italia il 23 novembre. Le domande che l’ascolto del cd ci ha suggerito sono veramente tante…[/i]

Ci incontriamo con la cantante all’interno degli uffici della Universal Records. Tarja appare sorridente e a suo agio in un circense gilet di lustrini argentei e ci accoglie non con la proverbiale compostezza nordica, ma con affettuosi ed entusiasti saluti, baciandoci ripetutamente sulle guance a turno. Espletate queste formalità iniziali, ci accomodiamo nella saletta e l’intervista inizia. Ecco cosa ci ha raccontato Tarja…

Ciao Tarja! E’ un piacere per me conoscerti e fare questa intervista! Immagino che parleremo del tuo nuovo album…

[b]Lo spero! [i](Ride, ndJ)[/i][/b]

Ecco la prima domanda. C’è un tema che unisce le canzoni o sono state messe insieme scegliendole da una vasta gamma?

[b]Hm… diciamo che ci ho messo un anno per decidere che impronta dare a questo album, quali canzoni metterci dentro, che “genere” di musica fare. In “My Winter Storm” ho cercato di unire tanti temi diversi ed anche di mettere insieme canzoni di genere diverso, cosa sicuramente impegnativa, ma non volevo fare un album che rientrasse in una sola categoria. Non sarebbe stato autentico: io non ho mai seguito un solo genere, ma oltre ad aver cantato in un gruppo metal per quasi nove anni ho anche interpretato musica classica e fatto concerti di diversissimo tipo! Capisci che non volevo rimanere etichettata sotto una categoria sola, ma provare a creare qualcosa di mio, mettendoci tutte le mie capacità. Chiaramente non è facile, ma è stato stimolante e devo dire che sono molto fiera di avercela fatta e soddisfatta del prodotto finale. E poi ho dovuto seguire in prima persona il processo di stesura dei testi, cosa del tutto nuova per me: era la prima volta che me ne occupavo da sola. Questa credo sia la più grande differenza tra prima ed adesso. In passato collaboravo semplicemente alla stesura delle canzoni… A proposito di canzoni, un sacco di autori mi hanno proposto dei pezzi per il mio album da solista. Ricevevo tantissime proposte [i](gesticola ampissima e ride, ndJ)[/i], ero praticamente sommersa.[/b]

Ad esempio… da chi?

[b]Eh eh… questo non te lo posso dire, non voglio fare nomi! Però posso dirti che alla fine ne ho accettate un po’, su cui abbiamo lavorato intorno fino a creare la canzone. Ma non ho voluto sapere chi avesse scritto i pezzi che ho scelto, chi c’era dietro. Prova a immaginare un mio amico, o un mio conoscente, che mi invia una canzone: non potrei interpretarla a modo mio, sapendo chi c’è dietro, perchè è troppo personale e sarei coinvolta. Se sai chi ti manda una canzone la “senti” differentemente, perciò non voglio mai sapere chi l’ha scritta.[/b]

Tornando all’album, come è stato prodotto?

[b]Dunque, come ti dicevo mi sono occupata del processo di songwriting, inoltre ho collaborato direttamente con la produzione: era la prima volta che lo facevo, ed avevo paura che le mie idee non venissero supportate o che i miei collaboratori si sovrapponessero troppo al mio lavoro. Fortunatamente nulla di ciò è avvenuto, ho trovato dei produttori molto validi con cui potevo discutere su cosa scegliere. Attraverso questo album posso veramente dire di essere cresciuta e di essermi migliorata, sviluppando doti che non credevo di avere. Sono molto, molto felice![/b]

Come è stato per te il passaggio da case discografiche che si occupavano di metal -come la Nuclear Blast- alla Universal?

[b]Ci sono differenze tra le due etichette, questo è ovvio, ma è l’artista che conta e io sono sempre la stessa. Il motivo principale per cui ho scelto la Universal Germany è che conoscevo già chi ci lavorava. Questo è stato un incentivo notevole per me e sicuramente è stato preferibile rispetto a dovermi informare su tante etichette di cui non sapevo nulla, soprattutto intenzioni e metodi… e non dico questo solo perchè dietro di noi è seduto un responsabile della Universal Germany! [i](ride, ndJ)[/i] Insomma, per me è stato molto importante scegliere qualcuno di cui avrei potuto fidarmi e con cui avrei potuto discutere del mio lavoro.[/b]

Da cosa deriva il titolo “My Winter Storm”?

[b]Il titolo è tratto da alcuni versi del mio primo singolo, “I Walk Alone”. “My winter storm/ holding me awake/ it’s never gone”. [i](La mia tempesta invernale, che mi tiene sveglia, non se ne è mai andata)[/i]. Molti hanno dato a queste parole un connotato sinistro e negativo. Ma per me la tempesta è qualcosa di bello, di vivo! Mi fa pensare all’energia. [i](Mentre pronuncia queste parole ottiene reazioni che spaziano dallo stupore all’incredulità, ndJ)[/i]. E chi rappresenta questa tempesta? Siete voi, sono i miei fans. Siete voi “my winter storm”, l’unico motivo che mi fa esistere come artista è il vostro supporto![/b]

Ed invece per quanto riguarda “I Walk Alone”? C’è un motivo autobiografico dietro la canzone?

[b]“I Walk Alone” è una canzone molto importante per me, la prima che ho scritto, già un anno fa. L’intro è tratta dal “Requiem” di Mozart: un artista che adoro! Mozart l’ha scritto per se stesso, morendo prima di completarlo: è un concetto forte, no? Mi affascina, lo trovo “dark” e, dato che mi sento un po’ così anch’io [i](ride, ndJ)[/i], l’ho fatto mio. La canzone non è autobiografica nel senso che probabilmente le si può attribuire. Non ha a che fare con gli ultimi avvenimenti: se continuassi a rimuginarci non potrei fare musica in modo positivo. Nonostante l’atmosfera dell’album un po’ “dark”, “I Walk Alone” non è un titolo che va preso alla lettera: io non sono mai sola, i miei fans sono sempre con me![/b]

Ci sono influenze esterne particolari dietro la creazione del tuo nuovo album o hai “camminato da sola”?

[b]Hm, la mia più grande aspirazione era quella di creare un album per me stessa, e quindi ho lasciato che la più grande ispirazione non venisse dall’esterno ma dall’interno, influenzando l’opera con qualcosa di mio e di personale. Anche la copertina e il libretto sono stati una mia idea, un’immagine che potesse rispecchiarmi il più possibile. Purtroppo è impossibile accontentare tutti, ci sarà sempre qualcuno che criticherà qualcosa o che sarà scontento per qualcos’altro, per cui ho cercato di essere me stessa e basta![/b]

Quindi che cosa ti aspetti da questo album?

[b]Creando questo album non ho preteso niente, ci ho messo solo le mie emozioni positive, ottenendo un risultato che mi piace e mi fa sentire realizzata. Per cui non ho costruito castelli in aria dicendo che avrei venduto milioni di copie… sono stata piuttosto realista. L’importante per me è essere felice del mio lavoro indipendentemente dalle vendite.[/b]

Cosa ci dici riguardo la scelta della cover [i](“Poison”, di Alice Cooper, ndJ)[/i]?

[b]Dunque, io volevo assolutamente mettere una cover in questo album, ma non avevo idea di quale canzone scegliere! Chiunque mi proponeva un brano diverso di cui fare una cover, non ci capivo più niente! Io volevo interpretare qualcosa che richiamasse i miei gusti musicali ed al tempo stesso riproporre qualcosa degli anni ’80. [i](Disclaimer: la leggenda che Tarja qui ci passa come vera narra che… ndJ)[/i] Un giorno stavo guidando in Finlandia e mi annoiavo, così cercavo di tenermi sveglia ascoltando la radio. Ebbene, durante il mio viaggio mandarono in onda “Poison” ben cinque volte!!! [i](Ma le radio finlandesi hanno una sola playlist composta esclusivamente da “Poison” che si passano a vicenda o il viaggio di Tarja è durato 3 mesi?! ndJ)[/i] Così ho iniziato a prenderla in considerazione. Non è stato un lavoro facile, anzi la realizzazione si è rivelata piuttosto complicata perchè non riuscivamo a prevedere il risultato finale a partire dai soli pezzi di batteria e di chitarra. Hanno collaborato un sacco di persone, tra cui mio fratello Toni che ha lavorato alla seconda voce… ci abbiamo messo un giorno intero solo per quello… ma ero sicura che tutto sarebbe andato per il meglio e così è stato![/b]

Come ti sei trovata con i musicisti che hanno lavorato con te? Li hai scelti tu?

[b]Sì, avevo una lunga lista di possibili collaboratori per ogni strumento, poi chiaramente ho dovuto scegliere e non è stato facilissimo ma il risultato è stato eccezionale! Ho scelto i musicisti per le loro caratteristiche, personalità, stile e sonorità. Anche la casa discografica mi ha aiutata, come per esempio nel caso del chitarrista, Alex Scholpp, che parteciperà anche ai live. E’ stato emozionante lavorare con persone nuove e sconosciute. Ero in Irlanda in questo studio bellissimo ed immerso nel verde in cui non sarei assolutamente in grado di arrivare se non sapessi che è lì! [i](ride, ndJ)[/i] All’inizio ero un po’ preoccupata chiedendomi “Potrò essere me stessa, provare le canzoni senza problemi?”, ma tutto è filato liscio! Ho trovato da parte di chiunque l’atmosfera giusta e mi sono sentita da subito a mio agio, e questo è stato molto importante per la riuscita dell’album.[/b]

Un’ottima band come supporto anche per esibirsi dal vivo, dunque… a proposito, quando potremo vederti in Italia?

[b]Eh… insomma, sì… [i](lievemente imbarazzata, ndJ)[/i] sfortunatamente non mi è possibile venire a suonare in Italia attualmente: ho in programma solo 10 show per adesso. Sarò nel Regno Unito, in Germania, Olanda, Francia, Svizzera… purtroppo non ho una data in Italia ma non vedo l’ora di venire da voi l’anno prossimo! Da aprile dovremmo intraprendere la seconda parte del tour, credo, anche se prima dovremo vedere come va. Sono entusiasta, la prima data è in Finlandia e non vedo l’ora di incominciare! Sarà veramente emozionante, saremo in sette sul palco, con Mike Terrana alla batteria [i](ma è onnipresente! Quest’uomo mi inquieta!!!, ndJ)[/i] ed in certe canzoni anche mio fratello alla batteria elettrica. Presenterò alcuni brani sia di “My Winter Storm” che dei Nightwish, perchè no. Penso di poterlo fare.[/b]

Vorrei farti un’altra domanda: sappiamo che sei appassionata di colonne sonore ed anche “My Winter Storm” rimanda spesso per sonorità a questo genere: qual è la tua preferita?

[b]Oddio, ce ne sono troppe, non riesco a scegliere! La mia macchina è piena di cd di colonne sonore… mi hanno influenzato molto nella produzione dell’album, in effetti, ed ho anche collaborato con Hans Zimmer, che scrive colonne sonore per i film.[/b]

Hai un sogno nel cassetto, Tarja? Magari scrivere anche tu una colonna sonora per qualche film?

[b]Qui siamo quasi nel campo dell’impossibile perchè è veramente difficile, ma se sono abbastanza coraggiosa e fortunata sarebbe bello realizzare questo mio grande sogno. Ma devi essere molto, molto fortunato per riuscirci, ed anche estremamente bravo, e per adesso rimane appunto un sogno. In ogni caso, la cosa che resta fondamentale per me è cantare, fare felici i miei fans rende felice anche me… e questo mio nuovo album è un importante e bellissimo sogno che ho realizzato![/b]

Complimenti Tarja, anch’io ho realizzato un sogno incontrandoti!

[b]Oh, grazie![/b]

[i]Siamo ormai cinque minuti oltre il tempo limite e ci vengono fatti ampi cenni di cesura, per cui non riusciamo purtroppo a dare a Tarja la tradizionale possibilità del “fatti una domanda e datti una risposta” che il mitico Roland Grapow per primo ci ispirò! Ma riusciamo a trovare il tempo per chiederle ancora…[/i]

Sei senza dubbio una ragazza bellissima ed elegante: non è terribile per te avere a che fare ogni giorno con puzzolenti e sporchi energumeni che non si lavano? Non è una piaga terribile lavorare con loro?

[b][i](Ride, ndJ)[/i] Ah ah ah no non è così! Purtroppo ci sono molti stereotipi e pregiudizi sul mondo metal, che non gli fanno bene, oltre ad essere spesso falsi! Io nel mio lavoro mi sono sempre trovata bene ed i musicisti con cui ho avuto a che fare si sono sempre dimostrate persone di tutto rispetto. E… per fortuna, si lavano!!! [i](Risate generali)[/i].[/b]

Dopo un simpatico scambio di battute finali concernente l’ultimo lavoro dei Nightwish (“No, non ho avuto il tempo di ascoltarlo bene, solo alcune tracce e mi è sembrato un buon lavoro”), c’è ancora tempo per autografi e foto di ordinanza, a cui Tarja si presta volentieri. Ovviamente ne approfittiamo per presentarle l’immancabile Grondo! Dopo alcuni sforzi per pronunciare questo temibile nome (ma ne ha fatti di più la sottoscritta per pronunciare alcuni numeri in finlandese) e l’ennesima foto, Tarja, con una serie di ringraziamenti, lo ingloba sotto la sua ascella e non lo molla più! E’ stato veramente difficile patteggiare per riaverlo indietro, ma distraendola con dissertazioni sulla lingua svedese e sulla fonologia finnica siamo riusciti ad avere la meglio!

[i]Con ancora nelle orecchie la risata della simpatica cantante finlandese, non ci resta che trascinarci a casa, consapevoli di avere avuto la fortuna di incontrare una delle voci femminili più interessanti del panorama musicale metal e non, che ha avuto il coraggio di cambiare molte cose per non cambiare se stessa. Il treno colleziona quasi due ore di ritardo: certe cose, invece, non cambiano mai.[/i]

[u]Si ringraziano:[/u] Emi, per avermi spinta a fare quest’intervista; Paio, come sempre compagno di vita e di sventure, per averci partecipato con me; Anna Molly, per avermi dato una mano con l’intervista, cosa che il mio registratore scarico (ed una persona utile quanto esso) non hanno fatto.

Intervista a cura di Julia “L’Ubiqua Cugina” Lagomarzini
Foto a cura di Fabio “Paio” Paiolini
Foto promozionali scattate da Tony Härkönen

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