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La giornata è scura, fredda e minacciosamente piovosa: insomma, l’ideale per scaldarsi con un po’ di sano hard rock (e come leggerete nel report, al concerto il calore non mancherà di certo!) direttamente dalla gelida Svezia. Dopo un provvidenziale servizio taxi fornito alla simpaticissima Pam della Kizmaiaz, arriviamo al Rock Planet di buon’ora, pronti per l’appuntamento col tour manager degli Hardcore Superstar. Aspettiamo solo qualche minuto ed ecco comparire davanti a noi un pacato e gentilissimo Jocke Berg, pronto a venire “tartassato” dal vostro scribacchino di turno. Avete presente il classico stereotipo della rockstar maledetta votata all’autodistruzione? Ecco, dimenticatelo. Jocke è uno svedese doc, tranquillo, che non parla troppo se non quando è direttamente interpellato e (come vedrete) dalla vita molto più “regolare” di quanto non ci si aspetterebbe.
Prima di tutto, ti piacciono le interviste?
Si dai, non è così male…
Speri almeno che non siano noiose?
Non c’è problema, vai pure.
Voi Hardcore Superstar siete originari di Goteborg. La vostra città è famosa in ambito metal per essere la “culla” del death metal melodico, eppure voi siete diventati il gruppo svedese più famoso suonando un genere di musica completamente diverso. Come pensi che sia successo?
Beh quest’anno sono dieci anni che abbiamo iniziato a suonare e abbiamo all’attivo sei album registrati, per cui penso che molto semplicemente siamo cresciuti noi insieme al nostro pubblico, concerto dopo concerto e disco dopo disco.
Come sta andando il tour? Vi piace stare lontano da casa per tanto tempo?
Il tour sta andando molto bene, soprattutto in Germania, che è stata una sorpresa per noi tutti. La Germania è un paese molto grande e il pubblico vuole sempre cose diverse, invece quest’anno pare che siamo stati molto apprezzati soprattutto dalle loro parti. Per quanto riguarda lo stare lontano da casa invece per me non è il massimo, anche perché ho una figlia a casa che mi aspetta…
Ehggià che sei sposato, quasi tutti voi giusto?
Beh io in realtà sono divorziato, quindi ragazze se ci siete fatevi avanti! (l’ha detto lui, lo giuro! Ndr)
Siete appena stati in Svizzera, Austria e Germania, e ora inizia il tour italiano. Vi aspettate qualcosa in particolare? Siete eccitati dall’idea?
L’Italia per noi è sempre stata una sorta di seconda casa, siamo venuti moltissime volte a suonare dalle vostre parti, soprattutto qui al Rock Planet, mi pare che questa sia la settima volta, quindi non vediamo l’ora di suonare davanti a questo pubblico che è sempre molto caldo con noi.
C’è qualche aneddoto divertente da raccontare sui vostri tour passati in Italia?
Si, è successo proprio qua l’ultima volta che siamo venuti d’estate. Ero andato a correre in spiaggia in attesa di fare il sound-check e siccome era molto caldo ero vestito solo con dei pantaloncini corti ed una bandana. Quando sono tornato qui al Rock Planet mi sono reso conto che per il paese era girata la voce che c’era un tipo nudo che correva per la spiaggia e stavano parlando di me! In effetti ero poco vestito, ma semplicemente era molto caldo…
Quindi tu fai jogging tutte le volte prima di suonare?
Si, mi aiuta a tenermi in forma.
Ha qualcosa a che fare con quello che fai per tenere in forma anche la tua voce? Hai qualche metodo particolare che consiglieresti?
Dormire molto e bere tanta acqua. Sai, ho 33 anni e non sono più un ragazzino, forse dieci anni fa ti avrei risposto “alcool”, ma non più oggi. E anche correre serve ad allenare il fiato.
Beh, complimenti, sembra proprio che funzioni alla grande!
Grazie!
“Dreamin’ In A Casket” segue il grande successo di “Hardcore Superstar”. Avete sentito un qualche tipo di pressione nel registrare il nuovo album?
Non più della normale pressione che si ha per registrare un album nuovo. Le canzoni ci sono semplicemente venute col tempo, non ci siamo messi fretta e abbiamo cercato di fare le cose per il meglio.
E come pensate che sia riuscito il vostro lavoro? Come è stato il responso finora?
Buono, siamo soddisfatti di quello che abbiamo fatto. “Hardcore Superstar” era più diretto, più “in your face”, mentre “Dreamin’ In A Casket” è un album che forse necessita di qualche ascolto in più, è più duro e forse meno diretto.
Come avviene il vostro processo di songwriting? Mettete un 25% a testa o c’è qualcuno che contribuisce maggiormente alla stesura?
Contribuiamo tutti e quattro ugualmente, nell’ultimo album forse Adde e Martin (batterista e bassista Ndr) hanno contribuito di più visto che si sono occupati della produzione.
La vostra attività live è sempre stata molto intensa, quali sono quindi i cosiddetti “fan-favorites”, ovvero quei pezzi che non potete non inserire in scaletta?
Dunque, direi “Sundays” (“We Don’t Celebrate Sundays”, Ndr.), “Medicate Me”, “Bag On Your Head”, “She’s Offbeat”…
“Someone Special”?
No, quella la odio, come tutte le ballad!
A questo riguardo, hai qualche rimpianto? Un album, una canzone, qualche concerto… Oppure “No Regrets”? (che vuol dire ‘nessun rimpianto’, Ndr.)
“Someone Special”! A parte gli scherzi no, non rimpiango nulla. Sono contento di quello che abbiamo fatto finora.
Ci sono molte storie riguardo delle vere e proprie “faide” tra band che venivano dalla stessa regione e suonavano la stessa musica (vedasi la scena black metal norvegese negli anni ’90). C’è qualcosa del genere anche nella scena rock svedese?
No, in generale c’è una normale amicizia e collaborazione. Per esempio in tour con noi ci sono i Crash Diet, poi eravamo già venuti in Italia insieme ai Gemini Five…
Che mi dici dei Backyard Babies?
Con loro non abbiamo molti contatti. Il cantante Nicke è un tipo che parla male (lit. “talks shit”) e denigra quello che fanno gli altri. Se ci si incontra ci si saluta normalmente, io sono un uomo cresciuto e come tale mi comporto, al contrario suo che è un uomo cresciuto quanto me, ma non si comporta come tale. Comunque non è un mio problema.
C’è qualche artista rock o metal che ha colpito la tua attenzione ultimamente?
Direi i Lamb Of God e i Soilwork.
Si vede che non ti piacciono proprio le ballad!
Proprio così! (ridendo)
Che cosa c’è sul tuo iPod? Sempre che tu abbia un iPod!
In effetti non ho un iPod, tengo un po’ di mp3 qui sul cellulare… al momento sto ascoltando i Buckcherry.
Preferisci ascoltare cose nuove oppure i “classici”?
Un po’ di entrambi, non ho preferenze.
Nomina cinque album che devono assolutamente essere nella vostra sala prove come fonte di ispirazione!
Motley Crue, soprattutto “Shout At The Devil”. “Back In Black” (AC/DC), “Master Of Puppets” (Metallica), “The Number Of The Beast” (Iron Maiden)… me ne manca uno, va bene lo stesso?
Si si, no problem! Riguardo ai classici e alle reunion: ti piacciono o no? Ce n’è qualcuna in particolare che hai visto e che hai apprezzato?
Mi è molto piaciuto il “Carnival Of Sins” tour dei Motley Crue, poi sono stato in America dove ho visto due volte i Van Halen e mi sono molto piaciuti, David Lee Roth era in gran forma!
Grazie mille per l’intervista, chiudila con un messaggio per i lettori di www.entrateparallele.it e buona fortuna per il vostro tour!
Buy the fucking record! (questa non necessita traduzione! Ndr)
Ringrazio la mia consorte Chiara per l’aiuto e la disponibilissima e simpaticissima Pam della Kizmaiaz per averci organizzato l’intervista e per aver allegramente sbevazzato con noi!
Sito ufficiale : www.hardcoresuperstar.com
Recensione “Dreamin In A Casket” su Entrateparallele: http://www.entrateparallele.it/modules/lykos_reviews/index.php?op=r&cat_id=1&rev_id=805&sort_by
Live report Hardcore Superstar + Crashdiet (Pinarella di Cervia) : http://www.entrateparallele.it/modules/articles/article.php?id=210
Le foto sono prese dal sito ufficiale della band.