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Un infortunio al braccio ci impedisce di avere anche Cristiano Borchi qui sulle pagine di EntrateParallele, ma non si può certo dire che Francesco Bucci, bassista degli Stormlord, sia una persona di poche parole!
Tra riferimenti al passato (sia storico che della band), anticipazioni, dettagli del nuovo album e curiosità legate al mondo giornalistico di cui Cristiano e Francesco fanno parte eccovi il resoconto di una lunga chiacchierata in attesa di poter vivere le emozioni di “Mare Nostrum”!
Questa intervista si svolge prima dell’uscita del vostro nuovo album “Mare Nostrum” dato che non potremo essere presenti allo studio report, quindi le domande saranno basate sulle notizie che avete comunicato in rete. In uno di questi comunicati avete annunciato grandi novità per il nuovo album preannunciando un ritorno ad atmosfere più epiche, vicine a quelle di “Supreme Art Of War”. Come mai questa scelta?
Le informazioni in tuo possesso sono giuste, con questo disco abbiamo voluto recuperare quelle atmosfere epiche che hanno sempre caratterizzato il nostro sound, rapportandoci al songwriting in maniera diretta, come facemmo ai tempi di “Supreme Art Of War”. Ovviamente non dovete aspettarvi un “Supreme Art Of War” parte seconda, da quel disco sono passati dieci anni e noi tutti siamo cresciuti come musicisti e come compositori. All’interno di “Mare Nostrum” troverete tutte le caratteristiche salienti del nostro sound unite ad una ventata di nuove influenze. L’abbandono del nostro tastierista Simone Scazzocchio, che ha vinto una borsa di studio alla prestigiosa università di Berklee (Boston) ci ha costretti a riflettere sullo sviluppo del nostro sound. A lungo abbiamo cercato un musicista capace di interpretare lo stile degli Stormlord ed alla fine lo abbiamo trovato… nel nostro chitarrista Gianpaolo Caprino, che in questo disco ha curato tutte le parti di tastiera con risultati persino superiori al suo blasonato collega. Questo ci ha permesso di lavorare con una sinergia fra chitarre e tastiere che non avevamo mai avuto in passato. Il disco è molto variegato, ci sono brani molto diretti come “Scorn” e “Dimension: Hate”, dove pestiamo duro senza alcun ritegno per i poveri padiglioni auricolari dell’ascoltatore e ci sono brani dal sapore più mediterraneo come “Mare Nostrum”, dove abbiamo inserito anche una parte di scacciapensieri, la conclusiva “Stormlord”, quasi una rivisitazione del materiale contenuto su “Supreme Art Of War”, ovviamente arricchito dalla nostra maggiore esperienza, “Legacy Of The Snake”, brano ricco di parti di sitar e cori di monaci tibetani ed “And The Wind Shall Scream My Name”, dove per la prima volta ci cimentiamo anche con il cantato in italiano. Abbiamo voluto includere anche una traccia più diretta e “moderna” come “Neon Karma”, mid tempo dall’andamento potente, caratterizzato da melodie immediatamente memorizzabili e da un refrain pulito destinato a stamparsi nella vostra mente al primo ascolto e, soprattutto, siamo fieri di “The Castaway”, brano su cui vorrei aprire un discorso più approfondito in seguito.
Leggo anche di un brano acustico e di sonorità folk, indubbiamente l’interesse verso la nuova release cresce! Ma non temete di spiazzare i fans che vi seguono? (si sa che i metallari, in particolare gli ascoltatori di musica estrema, non gradiscono le innovazioni..)
“The Castaway” è uno dei nostri brani preferiti di “Mare Nostrum” e più in generale, di tutta la nostra carriera. Si tratta di una canzone interamente acustica ma non per questo priva di energia. Non ci siamo limitati a strimpellare un paio di arpeggi malinconici, piuttosto abbiamo cercato di dare vita ad un brano di forte personalità ed impatto, arricchito da alcune melodie dal sapore “arcaico” senza far suonare il tutto come un semplice esperimento a sé stante. “The Castaway” è un brano Stormlord in ogni sua sfaccettatura, con la sola differenza di avere le chitarre classiche ed acustiche al posto di quelle elettriche. Delle reazioni della gente non sono preoccupato, ho sempre pensato che chi ascolta metal estremo sia molto più aperto di mente di quanto si vorrebbe far credere, d’altronde da questo tipo di musica sono scaturiti moltissimi filoni che, in seguito, hanno influenzato il metal in toto. Dopo diciassette anni abbiamo sentito il bisogno di evolverci e di proporre delle nuove sonorità, il tutto senza dimenticare il nostro passato e continuando sul solco tracciato dai nostri precedenti lavori.
“Mare Nostrum” sarà il primo album sotto Locomotive Records (in Italia con distribuzione Frontiers), dopo tanti anni passati con la Scarlet. Come mai questo cambio di etichetta?
Per puri motivi di convenienza. Con Scarlet abbiamo passato i migliori anni della nostra carriera, il loro staff ha sempre creduto in noi ed i rapporti, col passare del tempo, sono andati ben oltre la semplice professionalità lavorativa. Ancora adesso continuiamo a sentirci con Stefano, il quale è stato il primo a farci i complimenti per il nuovo contratto. In parole povere, eravamo in scadenza di contratto ed abbiamo pensato di mandare in giro un promo con una versione demo di 4 tracce presenti nel nuovo disco, abbiamo selezionato delle label più importanti di Scarlet proprio perché, se ci avesse risposto un’etichetta di pari importanza, avremmo preferito rimanere con Stefano e soci. Dopo qualche giorno si è fatta sentire la Locomotive e da quel momento sono partite le trattative. La Locomotive è un’etichetta veramente professionale, con tre uffici, uno in Spagna, distribuito addirittura da Warner Bros, uno in America, territorio dove distribuisce gran parte delle etichette più blasonate della scena europea, ed uno in Germania. Il loro impatto sul mercato è, per forza di cose, più incisivo di quello della Scarlet, quindi abbiamo deciso di provare questa nuova opportunità. Speriamo che il futuro ci dia ragione, per il momento sta andando tutto liscio.
La Scarlet tra l’altro vi ha “omaggiato” con un best of contenente anche il dvd di uno dei vostri concerti in Canada. Cosa ricordate di quella esperienza? Avrete la possibilità di esibirvi ancora in America dopo l’uscita del nuovo album?
Il best of, ma preferirei chiamarlo “antologia” dato che non è esattamente un semplice “greatest hits”, è nato da un idea di Stefano e celebra in maniera egregia il periodo passato alla loro corte. Nel secondo cd è proposta la traccia audio del Dvd uscito l’estate scorsa, tratto dalla tournèe canadese. Il risultato era così buono che volevamo dare la possibilità ai nostri supporter di poterlo sentire anche nello stereo della macchina oltre che sul televisore. Il tour in Canada ha rappresentato uno degli apici della nostra carriera, sono stati dei giorni meravigliosi e non vediamo l’ora di tornare da quelle parti. Siamo partiti senza grandi aspettative, non avevamo idea di come saremmo stati accolti in una terra così lontana dalla nostra, ed il responso del pubblico ci ha lasciati esterrefatti, quasi imbarazzati per il calore proposto. Non provo vergogna nel dirti che, quando dal backstage di Toronto abbiamo sentito il pubblico intonare in coro il nome della nostra band prima ancora che salissimo sul palco, mi sia venuto quasi da piangere per l’emozione. Si è trattato della realizzazione di un sogno, insomma. Siamo rimasti in contatto con dei promoter canadesi e per il prossimo disco cercheremo di tornare sia in quei luoghi che in America. Per il momento è ancora troppo presto per fare programmi.
So che alcuni dei nuovi brani sono già stati eseguiti in versione live, mi riferisco a “Dimension Hate”, “Neon Karma” e alla titletrack. Come sono stati accolti dal pubblico?
In maniera egregia, stando alle reazioni del pubblico sembra veramente che questo sia il nostro miglior disco. In particolare mi ha colpito molto l’hype creato da un pezzo come “Mare Nostrum”, canzone dalla struttura abbastanza complessa eppure dimostratasi capace di colpire al cuore la gente intervenuta ai nostri concerti. Credo che questo album sia pieno di composizioni adatte ad essere suonate dal vivo.
Leggo che il nuovo singolo “Mare Nostrum” ha a che fare con l’antica Roma, tema che da sempre vi sta a cuore. Cosa riguardano i testi dell’album?
Più che con l’antica Roma, da sempre al centro di molte nostre liriche, i testi del disco hanno a che fare con le civiltà sviluppatesi nell’area bagnata dal Mar Mediterraneo. L’intero “Mare Nostrum” è un tributo alle terre dei nostri avi ed a quella cultura millenaria che ha creato la spina dorsale dell’odierna civiltà occidentale. Ci tengo a sottolineare come non ci sia nulla di nazionalista o di politico in tutto ciò, semplicemente siamo innamorati della nostra cultura ed adoriamo la nostra città, con tutti i suoi pregi e difetti. Per anni i gruppi scandinavi hanno cantato le lodi della mitologia, dei paesaggi e dei fiordi delle loro terre, non vedo perché un gruppo nato e cresciuto in uno dei paesi artisticamente e culturalmente più importanti nella storia dell’Umanità non possa fare altrettanto. Siamo forse così provinciali da pensare che le montagne norvegesi siano più impressionati dei magnifici litorali del Mediterraneo o dei Fori Romani? Non credo proprio. Questo non vuol dire che non guardiamo con enorme ammirazione alle altre culture, in particolare a quella asiatica, che continuano a fornirci ispirazione per il nostro sound e per la nostra crescita personale.
Per quanto riguarda i testi, per la prima volta mi sono occupato interamente della loro stesura ed abbracciano diversi argomenti, proverò a dartene una descrizione in poche righe: “Mare Nostrum” tratta della terza guerra punica, quando Roma rase definitivamente al suolo Cartagine, “And The Wind Shall Scream My Name” si rifà al canto XXVI dell’Inferno, tratto dalla Divina Commedia di Dante Alighieri, mentre “Legacy Of The Snakes” parla dei Naga, semidivinità ben note in India ed in Asia in generale. “Emet” racconta la leggenda ebraica del Golem, che mi ha sempre affascinato come gran parte di quella cultura, mentre “The Castaway” è un testo più filosofico, che s’interroga sull’Etica dell’essere umano una volta che le catene della società vengano meno. Stesso discorso per “Neon Karma”, dove la domanda è se le macchine, sempre più presenti nella nostra vita quotidiana, non stiano lentamente impersonando il superuomo descritto da Nietzsche, destinando il genere umano a diventare un semplice scalino del processo evolutivo. “Dimension: Hate” tratta argomenti più intimi di cui preferirei non parlare, mentre “Scorn” è la nostra risposta a tutte quelle accuse che in passato ci hanno inquadrato come guerrafondai. Spesso abbiamo parlato di guerra, ma la guerra da noi decantata, come ho spiegato in innumerevoli interviste, è un guerra interiore, è il desiderio di raggiungere gli obbiettivi prefissi senza gettare mai la spugna e soprattutto senza mai danneggiare gratuitamente i terzi. Per la guerra vera provo solo schifo. Ho viaggiato in paesi come la Birmania ed ho visto le conseguenze a cui porta la violenza selvaggia, io non voglio essere parte di questa follia! In “Scorn” m’interrogo su cosa possa spingere un essere umano a terminare la vita di un proprio simile e la risposta è il disprezzo. I leader ti insegnano a disprezzare il nemico, a non considerarlo un tuo pari, ed a questo punto è facile cadere nel tranello e mettere da parte la coscienza. In “Scorn” è il disprezzo stesso a parlare ed a tessere le proprie lodi, ad invitare il soldato ad abbracciare la sua furia cieca e a non dare ascolto alla sua umanità. In questa maniera il disprezzo si mostra per ciò che realmente è, il più grande nemico dell’Uomo, un nemico da sconfiggere con la nostra razionalità. Siamo arrivati al gradino più alto dell’evoluzione proprio perché siamo stati in grado di riunirci in società e di primeggiare su tutte le altre specie non solo con la violenza, ma anche con la pietà e con l’accettazione delle differenze. Cadere preda degli istinti ed annichilire il diverso vuol dire rinnegare millenni di evoluzione e di cultura.
Il video di “Under The Boards” era abbastanza shockante, sono previsti altri video per “Mare Nostrum” magari nello stesso stile?
Non so ancora risponderti, ma credo che per questo disco non ci saranno videoclip. Siamo pienamente soddisfatti della scelta stilistica e del risultato conseguito con “I Am Legend” ed “Under The Boards”, ma produrre un video comporta un enorme spreco di tempo e di mezzi a fronte di una ridotta capacità promozionale. Entrambi i clip sono stati straordinariamente accolti dal popolo di internet, ma hanno trovato ben poca esposizione nelle Tv. Ora, visto che non disponiamo né dei fondi dei Metallica né dell’appoggio di MTV, abbiamo molte remore ad impegnarci ancora una volta in un processo così complesso che grava unicamente sulle nostre tasche.
Gli Stormlord non sono una band da tour (a parte rare eccezioni, come le date in Canada). Che difficoltà avete a suonare dal vivo e ad intraprendere un vero e proprio tour? Sono legate più ad un ritorno economico magari insoddisfacente o a difficoltà logistiche ed organizzative?
In realtà il tour canadese non è stato un episodio isolato. Nel corso della nostra carriera abbiamo intrapreso due estesi tour europei ed una miriade di date in Europa ed in Italia in particolare. Per il prossimo disco stiamo già muovendo i primi passi, verso Luglio prenderemo parte ad un festival tedesco in compagnia di nomi come Destruction e God Dethroned, mentre fra qualche giorno dovrebbe giungere la conferma della partecipazione ad un importante festival italiano (è arrivata, si tratta del Gods Of Metal il 28 giugno n.d.r.). Con la Locomotive stiamo sondando il terreno per un eventuale tour europeo, ma è ancora troppo presto per capire se ci siano concrete possibilità. Purtroppo da qualche tempo a questa parte il maglio di internet si è abbattuto anche sulle esibizioni dal vivo. Le etichette fanno sempre meno soldi e provano timore nell’investire dei fondi per la promozione live, il tutto viene affidato alle band che non sempre hanno il tempo ed i mezzi per organizzarsi un’estesa ragnatela di date. Per quanto ci riguarda, una volta pubblicato il disco cercheremo di suonare in tutta Italia, come abbiamo sempre fatto, e di toccare più nazioni possibile. Negli ultimi mesi abbiamo suonato come headliner ad un festival olandese ed abbiamo ricevuto ottime recensioni, speriamo di poter tornare presto in Germania, in Austria, in Francia e di visitare quei paesi che non siamo ancora riusciti a toccare come la Spagna e la Scandinavia. Suonare dal vivo è la nostra principale priorità. Ci piace comporre e passare mesi in studio a rifinire maniacalmente i nostri brani, ma è solo quando dalle assi del palco scambiamo energia con l’audience che ci sentiamo veramente completi.
Cosa è cambiato nel vostro modo di comporre dal debutto ufficiale “Supreme Art Of War” del 1999?
Tutto. Ai tempi non avevamo idea di cosa stessimo facendo, ma lo facevamo con una passione sfrenata. Col passare del tempo abbiamo preso coscienza dei nostri mezzi ed abbiamo iniziato a curare gli arrangiamenti e la struttura dei nostri pezzi in maniera più professionale. Con “Mare Nostrum” abbiamo usato un approccio più diretto verso il materiale, mettendo la musica in primo piano e finalizzando i vari riff esclusivamente al brano. Ora cerchiamo di comporre con il cuore e con il cervello, senza far prevalere uno dei due.
So che tu e Cristiano siete grandi “divoratori” di musica anche per motivi giornalistici. Che album ti hanno colpito di più negli ultimi tempi, diciamo da un anno a questa parte?
Posso essere sincero? Nulla. Ho sempre seguito con interesse la scena musicale. Ho avuto la fortuna di iniziare ad ascoltare metal estremo agli inizi degli anni ’90, quando avevo appena 12 anni. Erano gli anni in cui partivi in autobus per il negozio di dischi e tornavi a casa stringendo fra le mani album che sarebbero diventati storici come quelli dei Darkthrone, Immortal, Emperor, Dissection o anche Summoning. In generale mi sembra che l’intera scena sia preda di un manierismo asfittico, basta dare uno sguardo alle nuove band sulla cresta dell’onda: Trivium, 3 Inches Of Blood, Avenged Sevenfold e Dragonforce. Tutte formazioni che sanno suonare e compongono bei brani, ma che alla fine risultano come le copie di, rispettivamente, Metallica, Judas Priest, Guns’n Roses e Stratovarius. Nel corso degli anni abbiamo avuto movimenti di rottura, dal thrash al grunge, dal tanto vituperato Nu Metal all’Industrial, stili che possono piacere o no, ma che indubbiamente portavano una ventata d’aria fresca capace di smuovere qualcosa nella scena. Ora siamo in preda ad un citazionismo assurdo, a formazioni che preferiscono curare più il loro look su myspace (che comunque considero un formidabile strumento promozionale) che la musica. Per questo motivo abbiamo cercato di rendere “Mare Nostrum” un disco fresco, lasciando da parte le influenze personali e concentrandoci su una proposta musicale con le radici ben salde nel passato e lo sguardo diretto verso il futuro. Speriamo di esserci riusciti.
Dato che fate parte di Rock Hard e che avete sott’occhio tutta la situazione, che giudizio ci puoi dare sull’andamento dell’heavy metal in Italia?
Credo che la situazione musicale nel nostro paese sia fra le più floride in Europa, purtroppo i limiti geografici dell’Italia (alla fine restiamo sempre una penisola in mezzo al mare, le cui montagne ci dividono dal resto d’Europa) e l’ottusità di gran parte delle etichette internazionali non hanno ancora permesso il grande salto che nazioni più piccole come la Finlandia hanno fatto. Anche la forte recessione economica a cui siamo soggetti da qualche tempo a questa parte non aiuta. Ogni mese scopro nuove realtà di enorme interesse e non parlo solo di grandi gruppi oramai affermati come Novembre o Lacuna Coil, ma di ragazzi con idee da far invidia agli act più blasonati d’Europa e costretti per forza di cose a non poter andare oltre la loro cerchia d’amici. Fortunatamente internet dà una mano in questo senso e permette ad ogni realtà di avere una vetrina sul mondo puramente meritocratica.
Ok, dopo queste due domande personali l’intervista è finita, a te l’ultima parola per salutare i lettori e convincerli a fare loro “Mare Nostrum”, in uscita il 23 maggio 2008!
Grazie a te Alessio per lo spazio concessoci, spero che i lettori di entrateparallele vorranno dare una chance a questo disco di cui siamo veramente molto fieri. Molte band dicono di produrre musica solo per loro e questo in parte è vero per ogni musicista, ma è indubbio che, quando perdi mesi della tua vita in studio a rifinire ogni particolare lo fai anche sperando in un parere positivo da parte del pubblico. Spero che “Mare Nostrum” sia in grado di conquistarvi, vi chiedo solo di dargli un ascolto approfondito e di non fermarvi a quei due/tre brani che troverete su internet. Il resto, lo spero, verrà da sè.
Ci vediamo sotto il palco, nel frattempo tenetevi aggiornati visitando www.stormlord.net e www.myspace.com/stormlordband !
Sito ufficiale: www.stormlord.net
Myspace: www.myspace.com/stormlordband