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Uno dei gruppi cardine della scena heavy metal italiana approda sulle pagine di EntrateParallele per raccontarci l’attuale momento della band e per darci tante anticipazioni sul futuro. A voi La Strana Officina nelle (tante) parole di Enzo Mascolo e Rolando Cappanera!
Avete recentemente suonato assieme ai Rosae Crucis e con loro ci avete fatto sentire dei brani cantati in italiano. Secondo voi in futuro ci potrà essere un esperimento di un intero festival con queste caratteristiche o rimarrà una cosa di nicchia?
Enzo: Mah, secondo me si può tentare, anche se è triste pensarla come un’esperienza di nicchia: la devi vedere come una cosa normale, non fa una gran differenza secondo me se una band canta in italiano o in inglese, l’importante è quello che propone. Anche noi siamo partiti dall’italiano e in seguito, per esigenze di mercato, siamo passati all’inglese, ma lo spirito è rimasto quello.
Rolando: Recentemente anche Pino Scotto ha fatto il suo disco cantato in italiano, non vedo questa grossa difficoltà nel fare una cosa del genere, sono cose che non devono essere viste su due ottiche così differenti. Alla fine in Italia le difficoltà ce le hanno tutti, anche quelli che cantano in inglese, quindi per un gruppo che sceglie il cantato in italiano qui nel nostro Paese non vedo ulteriori ostacoli. Per quanto riguarda un futuro festival, a mio parere dipende dalle band, fidati che se le band piacciono alla gente non importa la lingua in cui cantano. Poi è chiaro che c’è chi adora il metal in italiano e che vorrebbe solo quei pezzi, chi è indifferente e che ama la band a prescindere, chi invece preferisce l’inglese perchè ha un taglio più moderno. Di certo l’italiano è più immediato, capisci il testo al volo; pensa per esempio agli artisti stranieri che vengono da noi: quante volte si rivolgono al pubblico parlando in inglese e il pubblico non capisce?
Enzo: Questo perchè qui in Italia manca ancora la cultura della lingua inglese, in tanti ancora non lo parlano e non lo capiscono.
Rolando: Oltretutto la metrica in italiano è più difficile: ti parlo da “esterno”, perchè a quei tempi io ero piccolo e non ero nella band, ma apprezzo molto di più i brani della Strana scritti in italiano, per me sono fantastici.
Enzo: Un brano come “Autostrada Dei Sogni”, per esempio, ce lo cantano tutto dall’inizio alla fine, cosa che non capita per altri brani cantati in inglese. In Italia siamo abituati fin da piccoli ad ascoltare e cantare brani in italiano, però è ovvio che in campo metal si devono allargare un po’ i confini, sopratutto per esigenze di mercato e di produzione. Noi siamo stati i promotori del cantato in italiano e possiamo dire di aver avuto un buon successo come Strana Officina, se no non saremmo qui, ahah!
Ho sentito dire che l’attività della Strana Officina si fermerà da gennaio in poi per la registrazione del nuovo album.
Rolando: Sì, certo, lo hai sentito dire nel senso che se ne parla un po’ dappertutto. E’ in parte vero: noi ci fermeremo da gennaio a marzo per una serie di motivi che fanno bene un po’ a tutti. Diciamo anche che le nostre date ce le siamo fatte: in Italia abbiamo suonato in tutti i posti dove abbiamo avuto la possibilità di farlo e la disponibilità giusta di locale e di budget. Poi in Italia i posti dove fanno metal non sono tantissimi, in doppia programmazione non ti ci mettono e praticamente li abbiamo finiti. Oltretutto dal Gods Of Metal del 2006 non ci siamo mai fermati, quindi ci vorrebbe uno stacco anche per quello. In questo periodo di pausa avremo la possibilità di abbozzare un disco nuovo. Non c’è ancora la certezza, non ci sono limiti di tempo prefissati, ma è una cosa di cui si è parlato ed è una cosa di cui si sente l’esigenza.
Enzo: C’è grande aspettativa per un nuovo disco della Strana Officina, a noi occorre un po’ di tempo e di tranquillità per prepararlo e per questo non si può continuare a suonare in giro.
Rolando: Bisognerà anche vedere cosa viene fuori, magari non verrà fuori un disco intero ma solo un paio di pezzi. Durante i sound check, nelle nostre improvvisazioni, sono emerse delle vibrazioni positive per delle idee future. Magari proponendo un paio di pezzi nuovi già ad aprile si potrà vedere che effetto faranno sulla gente. A noi piacerebbe fare un album di inediti: è tanto che siamo entrati nella Strana e che proponiamo il vecchio repertorio ed è giusto nei confronti nostri e della gente che ci segue continuare il cammino con il disco nuovo, altrimenti proponi sempre le stesse cose e alla fine il mercato non ti richiede più. Con un disco nuovo ci sono nuovi pezzi, nuove recensioni, interviste, occasioni per fare promozione, poi un tour e quindi le occasioni per rimetterti in gioco. I progetti insomma sono questi, poi se in questi mesi viene fuori il disco completo si fa prima, ahah!
Enzo: Ci tengo a dire che Dario e Rolando sarebbero al primo disco con noi, ma è tanti anni che suoniamo assieme e loro il sangue della Strana Officina ce l’hanno già dentro. La maggior parte dei pezzi in italiano li ha scritti suo (di Rolando n.d.r.) padre. Il nuovo disco porterà probabilmente qualcosa di più moderno, ma il marchio della Strana Officina sarà sempre quello.
Rolando: … E poi sarà bello mettere i nuovi brani in scaletta con quelli vecchi. Enzo e Bud suonano questi pezzi da trent’anni, noi da un po’ meno, ahah!
Abbiamo anche vecchi brani inediti, alcuni in italiano, i fan chiedono di pubblicarli, ma io ho già messo il mio veto: prima di qualsiasi altra cosa io voglio il nuovo disco in inglese.
Enzo: Anche perchè potremmo avere la possibilità di un tour in Europa e di certo non potremmo farlo con dei nuovi brani in italiano: è un esperimento che non è mai riuscito a nessuno.
Rolando: … Forse alla Carrà, ahah!
Dalla Strana Officina passiamo ora alla Bud Tribe. Per quella non mi pare siano previsti periodi di pausa: sta per uscire il nuovo disco e tra poco suoneranno al Play It Loud III.
Rolando: Di questo naturalmente dovresti parlare col Bud, noi ti possiamo riferire le cose che abbiamo saputo da lui. Il disco nuovo ha già terminato la produzione e dovrebbe uscire a gennaio per la My Graveyard, che ha già fatto uscire “The Faith” per la Strana Officina. Poi sicuramente farà anche qualche data live, come quella al Play It Loud. Questi periodi di pausa servono anche per poter dare sfogo agli altri nostri progetti: io sono impegnato in una band in cui suonavo prima della reunion della Strana Officina e con cui ho intrapreso un percorso; anche Dario ha un’altra band, i Rebel Devil, e il suo percorso è andato a coincidere col nostro per un mesetto a dicembre scorso, quando è stato sostituito da Ciano dei Listeria. Abbiamo cercato di organizzarci al meglio affinchè queste cose non accadano troppo spesso, non perché non vogliamo altri musicisti, ma la Strana Officina siamo noi e i fan riescono a percepire la nostra magia sul palco. Comunque sì, la Bud Tribe prosegue, Bud è contento così come suo fratello Bid, che tra l’altro è spessissimo con noi per le date della Strana Officina.
Io vi ho visti per la prima volta il giorno della vostra reunion, quando suonaste headliner al Gods Of Metal. Penso che tante persone vi abbiano visto lì per la prima volta. Che ricordi avete di quella giornata?
Enzo: Io in quel periodo ero fuori dal mondo musicale, sai? Sono sempre rimasto legato alla Strana Officina e solamente ad essa. Con Fabio e Roberto eravamo tanto amici, anche le nostre famiglie e i nostri bambini. Dopo la loro scomparsa abbiamo provato ad andare avanti con i loro figlioli, nel ‘94/’95, ma erano molto giovani e non me la sentivo di continuare. Così abbandonai tutto e finii in quel periodo a lavorare in Bulgaria, dato che la ditta per cui lavoro ha diversi rapporti con l’estero. Un bel giorno ero al lavoro in Bulgaria e mi sento chiamare al telefono e dopo oltre dieci anni mi sento dire: “Enzo, ci hanno chiamato per suonare da headliner al Gods Of Metal, vieni?” e la mia risposta è stata: “E che faccio, non vengo?”. Ahah! Ho preso l’aereo e sono tornato!
Ma quindi non vi eravate più sentiti in tutti quegli anni?
Enzo: No, ci eravamo proprio persi di vista, io avevo un po’ chiuso con la musica, Dario e Rolando avevano sedici e vent’anni e cominciavano le loro prime esperienze, ci furono anche dei trasferimenti a Milano, ci si sentiva solo per Natale.
Rolando: Ogni tanto Bud si faceva sentire per proporre una serata particolare che ci vedesse tutti coinvolti, ma io non me la sentivo. Poi venne fuori l’offerta per il Gods Of Metal, ma non per “iniziare” qualcosa, bensì per concludere, perchè l’idea iniziale era quella: riunirsi per far vedere cosa era stata la Strana Officina e finirla lì, poi ci si è preso gusto, ahah! Quella serata fu davvero magica, è stata come uno se la sarebbe potuta immaginare. La quantità di gente, il suo calore, il modo in cui ci siamo divertiti sul palco, le successive impressioni e recensioni, tutte talmente entusiastiche che ci siamo detti “ma perchè non andiamo un po’ avanti?” e così è stato, abbiamo fatto “The Faith”, poi il box celebrativo e ora siamo qui, tutto è andato bene.
Enzo: Ad ogni concerto c’è la conferma che la Strana Officina è sempre viva nel cuore di tutti, sentiamo che la gente ci vuole bene e che l’ambiente è sempre molto vicino a noi. Dopo dieci anni, vedere la gente che cantava i nostri pezzi, giovani e meno giovani, è stata una cosa magica, vedere che conoscevano i nostri brani, che non suonavamo da vent’anni, è stato davvero fantastico. Tutto questo ci ha spinti a continuare il nostro percorso, anche per un obbligo verso chi non c’è più, per dare qualcosa anche a loro. Io penso che loro avrebbero voluto che noi andassimo avanti. Io li ricorderò sempre, Fabio e Roberto, per me erano più che fratelli, insieme abbiamo vissuto tutto. Per me musicalmente rimarranno sempre dei punti di riferimento, perchè a mio parere erano musicisti di grande talento. Penso che per loro il disco nuovo della Strana Officina sia un regalo. Li sento ancora vicini a noi sul palco, sento ogni volta la loro magia e sono convinto che ci guardino.
Dopo la reunion della Strana Officina si è registrata una vera e propria ondata di reunion di gruppi metal italiani degli anni ’80. Come vedete questa situazione: come una “moda”, o effettivamente si sente la mancanza di queste band?
Enzo: Noi abbiamo iniziato anche prima degli anni ’80, da allora c’è stata una evoluzione: prima il metal era quasi inesistente, noi abbiamo portato un po’ avanti il discorso e tanti gruppi ci sono venuti dietro, come i Crying Steel o i GOW, poi venne il festival di Certaldo, tutto un grande trend che crebbe e che poi si fermò. Ora, a distanza di tanti anni, tornano fuori quasi le stesse band, di nuovo una dopo l’altra, proponendo sempre le stesse sonorità che però risultano attuali anche oggi e questo è molto bello.
All’epoca però era diverso: prima di voi non c’era nulla e avete fatto nascere l’ondata NWOIHM. Oggi invece di gruppi e di generi Heavy Metal ce ne sono a volontà, quindi perchè secondo voi si vanno a ripescare certe sonorità? Forse perchè c’era più passione e il metal di oggi potrebbe risultare “vuoto”?
Enzo: Non direi, in Italia ci sono tanti gruppi che suonano un metal più moderno e che sono certamente validi. Il problema è che noi facciamo sempre riferimento ai gruppi stranieri. All’epoca noi ascoltavamo e facevamo musica solamente “ad orecchio” e secondo me era tutto molto più creativo, si tirava fuori il feeling; oggi probabilmente è diverso, manca la creatività, un chitarrista si preoccupa di suonare come il proprio idolo su Youtube, perchè ha paura di fare qualcosa di proprio, ma è meglio essere creativi, pur con il rischio di farlo male. In tanti gruppi di oggi manca l’impronta della band, specialmente in quelli che fanno metal classico. Non parliamo poi delle cover band: allora tanto vale che facciano il karaoke, questo non aiuta a crescere le giovani band. Fate sempre qualcosa di vostro, fatelo anche male, ma cercate sempre di proporre qualcosa fatto da voi. Portate avanti le vostre idee ed esse cresceranno con voi.
Rolando: Può dipendere anche dai tempi in cui viviamo: probabilmente negli ultimi anni siamo tutti un po’ più incazzati e questo ha contribuito alla nascita di brani più diretti ed aggressivi come quelli del metal moderno, mentre il metal classico è più laborioso, occorre un valido cantante, dei musicisti con certe doti e questo in genere fa perdere in aggressività ed immediatezza. Allo stesso tempo è anche vero che le mode ritornano, non tutti hanno sempre voglia di essere incazzati e si torna ai tempi in cui c’era più divertimento e la musica era più leggera, pensa che a Livorno sono tornati in giro ragazzini di diciott o vent’anni vestiti da glamster!
Foto: il Bud e il caporedattore Thor con i “cimeli” della band.
Quali erano negli anni ’80 le band con cui vi trovavate meglio?
Enzo: Ci trovammo subito bene con i Crying Steel e con i Vanadium, che per noi all’epoca era il gruppo più famoso: arrivò anche a Discoring e gli fece pure la sigla. C’è però da dire che i Vanadium non erano propriamente un gruppo metal, erano più sul rock. Ci trovammo sempre bene con i GOW di Torino, con i Revenge, con i Sabotage, che poi divennero cognati del Bud (i due fratelli Caroli). C’erano anche gli Extrema, dopo l’arrivo di Dario e Rolando, con cui facemmo anche delle date assieme. Suonando insieme all’epoca ci si conosceva tutti e c’era un bel fermento.
Erano gli inizi del movimento metal in Italia e come in ogni inizio di un nuovo filone musicale sono convinto che ogni gruppo desse il meglio di sé.
Enzo, quali sono i gruppi che ti hanno fatto intraprendere questa carriera musicale?
Enzo: Per rispondere a questa domanda dobbiamo partire da lontano: fin da quando stavo a Foggia suonavo già cover dei Led Zeppelin, poi a Livorno conobbi gli altri ragazzi della Strana Officina e lì cominciammo con Rory Gallagher, ne eravamo appassionati perchè dava la carica! Noi volevamo sempre dare il massimo e ci siamo subito ispirati a lui, poi però poco altro, perchè fin da subito cercammo la via della composizione nostra. Non abbiamo fatto un grande percorso sulle orme degli altri, abbiamo trovato il nostro filone e abbiamo proseguito su quella via.
Perfetto ragazzi, l’intervista è finita, a voi l’ultima parola per chiudere!
Enzo: Viva il Metal Italiano e viva anche il metal cantato in italiano, sicuramente è la via giusta!
Myspace ufficiale della band: www.myspace.com/stranaofficina