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Giovani, bravi e straordinariamente umili, cosa si può chiedere di più ai Black Wings? La band ferrarese pare avere le idee molto chiare riguardo al futuro e i nuovi innesti sono pronti a dare il loro contributo per la causa! Il disponibilissimo Filippo “Pippo” Cavallini ci racconta l’attuale momento di una formazione che sta facendo tanto parlare di sè!
Ciao ragazzi, benvenuti sulle pagine di EntrateParallele: direi di presentare subito ai lettori la vostra band, dato che siete freschi di debut album!
Ciao Ale e lettori di Entrate Parallele! È un grande piacere ritrovarvi qui per questa intervista!
Il “progetto” Black Wings è nato oramai tre anni fa dall’incontro mio, dell’ex tastierista (Federico Rubin) e del vecchio chitarrista, nonché fratello gemello di quest’ultimo (Francesco Rubin). All’inizio ci eravamo addirittura prefissati di essere una tribute band ai Pink Floyd, ma poi, come si è visto, le cose hanno preso tutt’altro corso…!
La band ha fatto la classica gavetta di concerti qui in zona, tra riserve di pesca e concerti studenteschi sino a quando non abbiamo avuto per le mani tutto il materiale per un album, che abbiamo registrato nel settembre 2007 e che è uscito l’ottobre scorso, nel 2008, per Underground Symphony Records.
Ora, come molti hanno sottolineato e amiamo sottolineare, la formazione è cambiata e sono arrivati, da oramai quasi un anno, Luke Fortini e Alessandro Duò alla chitarra e alle tastiere; con questi due nuovi elementi ci troviamo decisamente in sintonia e stiamo lavorando davvero molto bene!!
Voi Black Wings venite da Ferrara che, come ho sottolineato in fase di recensione, non è propriamente una terra dove il metal proliferi. Mi sbaglio? O invece ci sono delle realtà interessanti?
Purtroppo credo che Ferrara sia una città che si è “incollata” il titolo di città “non metal” solo a seguito del fatto che negli ultimi dieci anni, eccettuati alcuni comunque notevoli casi, ha solo sfornato formazioni di alternative o generi comunque ben distanti dal metal.
Negli ultimissimi anni, però, lo scenario pullula di giovani formazioni dedite al genere e anche il pubblico e la tendenza si sono spostati in tal senso. Oserei dire che qui a Ferrara il metal è oramai un vero e proprio fenomeno, persino tra le ragazze che, storicamente, almeno qui a Ferrara, non sono mai state troppo vicine al genere…!
Direi che il panorama ora è florido e ci sono alcuni gruppi di giovani leve che si potranno davvero far distinguere in futuro impegnandosi! Tra tutti vorrei citare i nostri amici Game Over, Asgard, Ophiura, Twilight Hall e Nova Era.
Speriamo che anche le istituzioni valorizzino maggiormente la scena in costante crescita e che prima o poi apra qualche locale dedito a serate live incentrate sul genere!
Mi pare che stiate avendo una buona promozione del vostro “Sacred Shiver”. Che riscontri avete avuto fino ad ora?
Beh, la buona promozione, con tutto il rispetto per Maurizio, dirigente della nostra label ed ottima persona, è unicamente merito nostro e di alcuni amici che ci sostengono. La label non ci sta per niente aiutando nel promuovere il nostro lavoro: tutto il materiale promozionale ed ogni sforzo pubblicitario è stato totalmente intrapreso da noi.
Al momento stiamo vendendo abbastanza bene e anzi siamo piacevolmente sorpresi dall’ottimo riscontro che ha avuto il nostro disco! La gente è accorsa a comprarlo, ad ogni concerto vendiamo qualche copia (a volte più a volte meno) e specie qui nella zona di Ferrara i negozi ce ne richiedono in continuazione, perché le scorte si esauriscono molto velocemente.
Dal punto di vista delle vendite siamo davvero soddisfatti!
Avete suonato recentemente con Andrè Matos, a Torino. Che tipo di serata è stata e che impressioni avete avuto?
Credo onestamente che qualsiasi aggettivo o definizione positiva non possa rendere l’idea di quanto sia stata bella come serata!
Il clima del locale era stupendo, accogliente, molto intimo a suo modo ma terribilmente avvincente, il pubblico era numeroso e stupendo (ancora un grazie a tutti i presenti!!!); Andre è una persona incredibile, amabile quasi, e anche i ragazzi degli Astra e dei M.O.S.A. si son rivelati essere persone davvero simpatiche e positive!
Tra l’altro, suonando lì a Torino abbiamo avuto occasione di reincontrare un sacco di vecchi amici e vecchi compagni di strada: è stata davvero una grandissima esperienza per noi tutti!
Poi va beh… Andre è un idolo per tutti noi… Non c’è altro da dire.
Uno dei vostri brani più riusciti è a mio parere “Hiding The Moon”, una vera hit che cattura fin dal primo ascolto. Parlando dell’album in generale, quali sono secondo voi i vostri brani più rappresentativi?
Beh, sicuramente, come hai detto tu Ale, “Hiding The Moon” è anche uno dei nostri preferiti!
A nostro avviso i brani a cui siamo più legati e che più rappresentano il nostro sound (sempre che “tutti” non sia una risposta accettabile) sono appunto “Hiding…”, “Fire Tide”, “Captive To Lies”, “Waiting The Time” e “The Magic Of Dawn”.
Ognuna di queste canzoni raffigura un periodo particolare della nostra storia, che inevitabilmente è legato alle singole storie delle vite di ognuno di noi. Ripensando a quante cose sono capitate da quando abbiamo iniziato fino ad oggi non riesco ad evitare il classico “nodo alla gola”…
Siete un gruppo piuttosto giovane, anche se ora l’ingresso dell’esperto Luca Fortini aumenterà l’età media! Come pensate che cambierà il vostro modo di comporre con il suo arrivo? Vorrei ricordare che Luca ha già pubblicato un lavoro solista e che è stato per anni chitarrista dei Children Of The Damned, con i quali ha fatto date anche fuori dall’Italia.
Oh beh, da quando Luke è entrato diciamo pure che ci siamo trasformati in una fabbrica di riff!! Ahahah! L’approccio ed il sound sono molto più violenti di prima, pur conservando la nostra vena originaria, cosa di cui ci rallegriamo!
Luke poi è un persona estremamente professionale e non potrò mai fare altro che ringraziare il caso di avermelo fatto incontrare qualche anno fa ad un concorso, mentre proponeva proprio i pezzi del suo lavoro solista assieme ad un altro gruppo. La sua esperienza con Paul Di Anno l’ha effettivamente reso un vero professionista della musica e tutti abbiamo molto da imparare da lui.
E’ doveroso ricordare che l’evoluzione del sound del gruppo ha le sue fonti non solo in Luke, ma anche in Alessandro, che ha un approccio davvero molto più energico ed estroso alle tastiere rispetto al nostro vecchio tastierista e, specie in fase di arrangiamento, le cose sono notevolmente maturate.
Il vostro “Sacred Shiver” è stato registrato ai Fear Studio con l’aiuto di Simone Mularoni, chitarrista dei DGM. Quanto è stato importante il suo lavoro, guardando il risultato finale dell’album? Ho notato infatti che la produzione è molto buona e che sempre più band si rivolgono a quegli studi.
Il lavoro dei Fear e di Simo è stato fondamentale!
Sono tutte persone estremamente professionali, l’ambiente in cui ti ritrovi è davvero confortevole e familiare e hai sempre la sensazione di essere al sicuro, anche se magari sei in ritardo di giorni di registrazione…
L’esperienza in studio è stata davvero stupefacente; Simo poi, al contrario di molti, è ancora quello che si può definire un produttore artistico, una figura che va scemando ultimamente.
Consiglierei a chiunque di rivolgersi a loro!
Il vostro artwork, a mio parere, riprende un po’ troppo quello di tanti gruppi, perlopiù italiani, improntati al più classico power metal sinfonico, mentre avrei optato per una distinzione fin da subito, dato l’ottimo livello delle vostre canzoni. Questa comunque è un’opinione personale. Come è stata scelta la copertina?
Anche qui sono purtroppo costretto a dover dare una nota di demerito alla nostra label.
La nostra idea di base era quella di utilizzare una copertina abbastanza “allucinante” di un mio caro amico disegnatore, Rainer Kelwitz (già disegnatore per label quali Nuclear Blast, Metal Blade o per gruppi quali Shadow Gallery), ma purtroppo ci è stata praticamente imposta una copertina “fatta in casa” di un collaboratore, di cui preferisco non fare nome, di Underground Symphony.
Ad essere totalmente onesto la copertina di “Sacred Shiver” a me piace, anche se non amo per nulla lo stile in computer grafica nè tantomeno il classico soggetto power, abusato.
Altra cosa che non ho apprezzato per niente è stata l’imposizione del logo (sempre a cura dello stesso disegnatore), che ad essere sincero mi sembra quello di Star Trek con due lettere gotiche buttate lì alla rinfusa.
Se ce lo avessero detto prima avremmo potuto chiamare l’album “Startrek Shiver” a questo punto… Ahahahahah!
Veniamo ora al futuro: quali sono i vostri prossimi obiettivi?
Come già abbiamo dichiarato su Truemetal.it il nostro interesse primario è accoppiarci… Ahahah!
A parte gli scherzi, al momento stiamo lavorando duramente alla composizione di nuovi brani per il secondo disco, che prevedevamo di andare a registrare a fine estate.
Oltre a quello, stiamo cercando in ogni modo di suonare il più miratamente e il più possibile in giro per promuovere il gruppo e il nostro lavoro… Poi sì, ci sono mille altre cose a cui stiamo lavorando, ma così legate alla burocrazia che se mi metto a scriverle il lettore di turno che non ha già chiuso la pagina dell’intervista, preso da furia omicida nei miei confronti, si spara.
L’ultima domanda riguarda la cover che avete scelto in chiusura di disco, “Tarot Woman” dei miei adorati Rainbow. Come mai proprio quel brano? Di solito per omaggiare Blackmore e Dio si punta su “Long Live Rock N Roll”, un classicone!
Beh, visto che già la copertina rientrava troppo negli standard abbiamo deciso di fare gli “estrosi” nella scelta della cover!! =)
Tra l’altro “Long Live Rock N Roll” la facevamo fino ad un anno fa, ma ci è sempre venuta terribilmente male e suonata da noi perdeva tutto il suo potere anthemico. Abbiamo quindi deciso di dedicarci a “Tarot Woman”, che ci veniva meglio.
La scelta era tra questa e “A Light In The Black”, sempre da “Rising”, ma a mio avviso staccare quest’ultima dall’imponente “Stargazer” avrebbe perso ogni senso a livello concettuale e quindi abbiamo scelto il pezzo più “maestoso” e che suonasse bene anche da solo =)
Poi va beh… I Rainbow non ne hanno fatta una brutta, alla fine una valeva l’altra!
Ok, Le domande sono terminate. Vi ringrazio per la disponibilità, chiudete come volete e lasciate un messaggio ai lettori di www.entrateparallele.it !
Eccoci arrivati alla fine dell’intervista, siamo convinti che molti di voi stiano pensando sollevati un bel: “FINALMENTE”…! Ahahahah!
A parte ciò vorremmo ringraziare tutti i metalheads che ci sostengono e ci seguono e fanno casino ai concerti, tutti gli amici, i lettori e lo staff di Entrate Parallele. Poi ovvio… Le nostre mamme!!
È un immenso piacere! Ci si vede al più presto on the road!!!
Sito ufficiale: www.blackwingsmusic.altervista.org
Myspace: www.myspace.com/blackwingsmusic
Recensione di “Sacred Shiver” su EntrateParallele qui