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Troppo spesso il “gothic metal” di oggi viene associato a band come Epica, Within Temptation o Lacuna Coil, dimenticando quelli che sono i veri precursori questa musica oscura, cioè i Paradise Lost, gli Anathema e i Katatonia, solo per citarne alcuni. Questo tipo di sonorità è divenuto nel corso degli anni sempre meno frequente nelle giovani band e quindi per noi è stato un doppio piacere sia il fatto di poterle riscoprire sia quello di farlo tramite una band italiana, i Disbeliever:
Ciao ragazzi e benvenuti sulle pagine di EntrateParallele! Dato che venite da un “battesimo musicale” direi di partire dalla presentazione dei membri della band e del vostro progetto.
Andy: Beh, direi che prima di tutto ci sono i due fratelli: Sacha alla batteria e Mr.Yuri alla chitarra. L’altro chitarrista è Marco, lo spezzino che toglie le doppie, poi il bassista Andy dal capello rasta e il nostro mezzo irlandese, il cantante Luis.
Sul nostro progetto che ti posso posso dire, tutto è nato da un incontro casuale per far vedere la nostra nuova stanza a degli amici.
Io, Sacha e Yuri invitammo Marco e Luis. Appena vedemmo gli strumenti venne subito la voglia di suonare e fin dalle prime note in tutti balenò un pensiero unico: “Qui si può fare qualcosa di serio”.
Le cose poi sono venute da sole e adesso siamo arrivati al primo album…. Vogliamo per prima cosa cercare di suonare il più possibile live e far conoscere la nostra musica; abbiamo già anche del materiale nuovo su cui lavorare, insomma ci stiamo dando dentro… Ma vogliamo andare passo per passo, step by step, impegnandoci e cercando di lavorare bene e con professionalità.
“Disbeliever” ha il significato di “colui che non crede” (oltre al significato di “incredulo”). In che modo vi rispecchiate in questo monicker?
Andy: Non è stato semplice trovare il nome alla nostra formazione, però avevamo, dopo diversi tentativi, tutti un pensiero comune: NON CREDERE. Ma niente che porti al religioso o al politico, il concetto è quello di non soffermarsi sull’evidenza, non fermarsi all’apparenza delle cose, distogliere lo sguardo dalle cose come appaiono e cercare di capire più profondamente il come e il perchè… Insomma non credere.
Capito il punto, trovare il nome poi è stato facile!
Luis: Parto dal presupposto che io proprio non credo (risata). Ma sono in accordo con Andy, che ha perfettamente colto il significato del nostro monicker.
Il vostro debut album “Soul Divided” è autoprodotto, tra l’altro con una buona produzione e un bell’artwork. Come mai questa scelta? Non avete trovato etichette disposte ad aiutarvi o non vi siete fidati, magari per paura che vi potessero influenzare?
Andy: Sicuramente un po’ di timore sul doversi piegare al volere di qualcun altro ci ha un po’ frenati, però è anche vero che stavamo lavorando talmente tanto e con una mole di cose e anche una voglia che forse non ci siamo posti neanche il problema.
Abbiamo iniziato la prima fase e poi tutto il resto è venuto da solo.
Di questo una buona parte di merito va di Luis: lui sa usare i programmi per la registrazione, senza di lui non sarebbe stato possibile produrre il disco da soli.
Abbiamo comprato il materiale e trasformato la sala prove in uno studio, magari non ad alti livelli, ma siamo riusciti a far venir fuori il meglio da quello che avevamo.
Sicuramente è stato un lavoro che ci ha preso un tempo più lungo, ma siamo soddisfatti della nostra scelta.
Luis: Beh, diciamo che con questa prima release ci stiamo facendo le ossa per poi in futuro riuscire, speriamo, a trovare una collaborazione con qualche etichetta che creda in noi. Concordo con ciò che ha detto Andy. La nostra priorità è sempre stata di riuscire a formare un gruppo unito, cercando di capirci l’uno con l’altro, e poi tanto songwriting. E penso che ne sia venuto fuori un bel risultato. No?
A proposito dell’artwork, volete dirci cosa rappresenta?
Andy: Su questo penso che Luis potrà spiegarvi meglio i dettagli, in quanto ideatore dell’artwork, io però ho la mia idea: vedi, il nostro album parla delle emozioni, degli stati d’animo che può vivere una persona ogni volta che, per un qualche motivo, la sua anima viene divisa, spezzata… Beh, nella copertina vedo proprio questo: credo sia una buona rappresentazione di un’anima divisa in parti.
Luis: Trovare un artwork adatto per “Soul Divided” non è stato poi così semplice. Il bene e il male, la luce e l’oscurità, la vita e la morte, la gioia e il dolore sono da sempre concetti opposti. L’anima, cosi come la chiamiamo, è la nostra energia. Siamo quotidianamente sottoposti a scegliere volontariamente od involontariamente delle strade nel nostro io interiore, a volte senza sapere precisamente il perchè. Per questo ho pensato a qualcosa di unico ma diviso allo stesso tempo, qualcosa di astratto, non ben definito, due metà. Semplici ed imperfette.
Siete legati ad un tipo di heavy metal che viene definito “gotico” ma che è lontano dallo stereotipo moderno delle sinfonie marcate, della voce femminile e magari del tocco vampirico. Voi infatti guardate al gothic metal di Katatonia e Paradise Lost in un periodo dove queste sonorità sembrano passate di moda. Come mai questa scelta?
Andy: Credo sia dovuta proprio alla nostra voglia di non soffermarci all’apparenza, allo scontato del quotidiano e quindi della moda per essere accettati… Vogliamo fare qualcosa che sentiamo veramente nostro e non dettato da qualcuno.
Proprio per diversificarci dal come ora è inteso il gothic, abbiamo pensato che un ritorno alle origini, alle vecchie melodie, cercando comunque di mantenere anche qualcosa di moderno come magari le voci in growl, sarebbe stato un buon modo di emergere rispetto alle sonorità che siamo abituati a sentire adesso.
Luis: Nella nostra band ci sono tante influenze. Abbiamo lavorato e composto per trovare al meglio un sound che ci piacesse, dove ognuno di noi potesse mettere qualcosa del suo bagaglio musicale. Con il passare del tempo tutto si è consolidato. Non credo il nostro sound sia passato di moda, è qui in Italia che non diamo molto spazio ad esso nonostante ci siano gruppi validissimi e la mentalità forse è un po’ lontana da certe sonorità. Comunque resta importante credere in qualcosa che veramente piace e noi siamo fieri di ciò che stiamo costruendo.
Voi siete di Pisa: com’è la scena heavy metal dalle vostre parti? Ci sono band interessanti (oltre a voi, naturalmente!)?
Andy: Beh sicuramente ci sono molti gruppi che cercano di suonare e farsi largo… Ci sono i Subhuman, per esempio, che quest’anno hanno suonato nello stage piccolo del Gods of metal e sono anche loro di Pisa.
Diciamo che persone con talento e voglia di fare ci sono, il problema di Pisa per la musica underground è la parte live: non ci sono posti che ti permettono di suonare, sopratutto il nostro genere. Inoltre se sei un gruppo nuovo è ancora più difficile, ma questo non ci scoraggia assolutamente!
Luis: Che dire… Come ho detto prima qui in Italia c’è poco spazio, anche se i gruppi sarebbero all’altezza dei migliori palchi. Ammiro chi si sbatte per organizzare qualcosa cercando di farsi largo. Pisa ancor di più offre veramente poco. Pochi locali che rischiano, preferendo cover band, ma d’altronde li capisco… Anche loro devono guardare alla loro casse. C’è un buon giro di band rock e metal su Pisa e in Toscana. E’ un vero peccato che non possano dimostrare quanto valgono!!
Com’è la situazione per voi dal punto di vista live? Riuscite a suonare in giro? Avete dei ricordi particolari (belli o brutti) legati a dei concerti?
Luis: Dopo l’uscita del cd abbiamo cominciato a partecipare a diversi contest quali l’Emergenza Live, arrivando in finale, al Siddharta e al Kellerplatz. Tutto questo per cominciare ad avere un po’ di visibilità. A breve avremo il nostro live ufficiale durante il quale presenteremo il nostro album.
Il più bel ricordo sicuramente è la nostra prima volta sul palco insieme.
Come nasce un brano dei Disbeliever? Ci sono procedure abbastanza standard?
Andy: Beh, nell’album ci sono sia canzoni nate da semplici giri o jam fatte in sala prove che canzoni nate davanti al pc.
Di base, però, qualunque sia il modo di partenza, le canzoni durante le prove vengone sempre riarraggiate e ognuno propone il proprio pensiero… Quindi direi che ci sono diversi modi di iniziare a scrivere, ma alla fine ogni canzone si forma e prende vita quando siamo tutti assieme, ognuno con il proprio strumento.
Luis: Sicuramente il songwriting nasce in sala prove per poi venire arrangiato con più calma al pc. Ma come ha detto Andy il pezzo prende vita col tempo passato tutti insieme.
Come stanno andando finora le recensioni? Ci sono pareri che vi hanno colpito in positivo o in negativo? Cosa vorreste leggere?
Luis: Le prime recensioni sono state tutte positive e costruttive. Stiamo notando che la nostra musica viene apprezzata, pure se siamo consapevoli che possiamo migliorare moltissimo. Anche ogni parola o consiglio esterno al gruppo è molto importante. Essere accostati ai più grandi Paradise Lost o Anathema ci fa molto piacere, ma vogliamo sempre di più cercare qualcosa di personale. Arriveranno recensioni anche negative, ma non vorrei leggere che siamo da buttare via (risata).
Quali sono le band che apprezzate di più in campo heavy metal? Vi piacciono le novità o andate sui classici?
Andy: Personalmente amo un po’ tutto… Come fai a farti piacere le novità se non conosci i grandi classici???? Se non sai chi sono gli Iron Maiden mica puoi andare in giro a dire che ascolti i Kamelot no??
Non sono molto portato per il metal troppo spinto, tipo trash/death, mi piacciono le cose un po’ più melodiche, però di base ascolto veramente un po’ di tutto.
Luis: Ascolto veramente un po’ di tutto. Ho iniziato ad ascoltare Europe, Def Leppard, Poison e così via per passare ai Running Wild e agli Iron Maiden. Con gli anni sono molto maturato musicalmente, potendo apprezzare anche altre sonorità. Passo tranquillamente dal metal al rock, dal grunge all’industrial. Una mentalità aperta è fondamentale per un musicista.
Siamo arrivati ai saluti, grazie mille per la vostra disponibilità e un grande “in bocca al lupo” per tutti i vostri progetti! Come di consueto su www.entrateparallele.it l’ultimo spazio è per voi! Grazie ancora e a presto!
Luis: Innanzitutto grazie a voi di cuore per il vostro supporto e un “crepi il lupo” per il futuro. Un saluto a tutti gli amici di Entrate Parallele e a coloro che del rock fanno ancora uno stile di vita. Venite a trovarci sul nostro sito ufficiale www.disbeliever.it e state sempre sintonizzati. A presto da Andy e Luis. Rock on!!
Sito ufficiale: www.disbeliever.it
Myspace: www.myspace.com/disbelieverofficial