Holy Martyr (Ivano Spiga)


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Intervista Holy Martyr, Ivano Spiga

Tornano gli Holy Martyr e lo fanno attraverso “Invincible”, un disco-bomba tra i migliori finora usciti in questo 2011! L’occasione è d’oro per un’intervista con Ivano Spiga, che soddisfa tutte le nostre curiosità sul nuovo album… e non solo! La faccio breve e vi lascio alla lettura di quello che l’ottimo Ivano ci ha raccontato!

Ciao Ivano, bentornato su EntrateParallele.it! Vorrei cominciare chiedendoti di presentarci il vostro nuovo “Invincible”, un album ricco di novità!

Ciao! Il terzo disco di un gruppo si dice sempre sia quello della maturità… o solitamente quello dove riesci a mettere in chiaro tutte le idee dei precedenti lavori. Penso sia stato il caso di “Invincible”, che partendo dal nostro remoto e recente passato è riuscito ad ottenere un buon bilanciamento fra parti aggressive, melodia e la tipica epicità che ci ha sempre contraddistinto.
E’ un disco che come dici tu ha tante novità, penso sia positivo che ogni volta ci sia qualcosa da scoprire, risultando interessanti sia per chi già ci conosce che per chi vorrà scoprirci con le nostre canzoni più recenti. Siamo decisamente soddisfatti di questo lavoro, sia per il songwriting che per le tematiche sui samurai, è stata una sfida affascinante da affrontare!

Dopo aver cantanto le gesta dei soldati di Roma e dei guerrieri spartani, per questo nuovo album avete scelto il Giappone dei samurai: che cosa vi ha spinto a questa scelta? Quali sono le fonti di ispirazione e di documentazione per pezzi come – ad esempio – “Zatoichi”, “Shichinin No Samurai” o “Sekigahara”?

A prescindere dal fatto che ho sempre adorato la tradizione guerriera del Giappone, l’idea di orientarmi su questi temi mi era venuta un po’ prima delle registrazioni del secondo album “Hellenic Warrior Spirit”. Avevo già deciso che per il gruppo ci sarebbe stato un cambiamento nel futuro, ma ovviamente dovevamo stare al passo con la nostra scelta di dedicare un concept sulla battaglia delle Termopili, lasciato incompiuto nell’Ep “Hail To Hellas” del 2003.
L’ispirazione e la documentazione, per quanto possa sembrare strano, sono stati molto semplice e minimali. Ho letto vari libri sui samurai e qualcosa sulla storia del medioevo Giapponese. “Sekigahara” è stato l’unico brano con riferimenti ad un reale evento storico, il resto è venuto fuori da importanti film di Kurosawa o da serie cinematografiche giapponesi dei ’70 come “Zatoichi”. C’è da aggiungere che “Kagemusha” e “Takeda Shingen” sono legate dallo stesso personaggio, di cui Kurosawa ha realizzato l’omonimo film sul celebre condottiero della casata dei Takeda, realmente esistito.

Intervista Holy Martyr, Ivano Spiga

Non tutti i brani della tracklist rimandano però alla terra del Sol Levante: “Lord Of War” e “Ghost Dog” non hanno nulla a che spartire con il Giappone ed i samurai, giusto? Cosa puoi dirci, invece, della titletrack?

Esatto, bravo! Nella titletrack ci puoi leggere quello vuoi, invincibile può essere chiunque, dal samurai al personaggio della copertina che rappresenta il guerriero cieco Zatoichi. Per la prima volta è stato fatto un testo su qualcosa che non ha riferimenti particolari e può essere letto in qualsiasi chiave, contemporanea o personale. “Lord Of War” invece e’ presa direttamente da un film con Nicholas Cage che parla di un trafficante d’armi nel terzo mondo, argomento scottante e di attualità, una maniera diversa di parlare della guerra, sicuramente in maniera più realistica. “Ghost Dog” invece è un altro film moderno, ambiente urbano da gangsters e mafia, col protagonista che si immedesima in un samurai dei tempi antichi, seguendo un proprio codice personale che lo porterà alla morte per mano del proprio “Boss”!

I brani che compongono l’album sono tutti nuovi: è cambiato qualcosa nel vostro modo di comporre o grossomodo adottate sempre lo stesso sistema di lavoro? Quanto tempo è stato necessario prima di avere la tracklist definitiva?

Sì, in questo album i brani sono tutti nuovi, in linea di massima non è cambiato tanto anche perchè sono sempre io ad indirizzare il gruppo verso alcune scelte: stavolta ho messo veramente tanto in ballo, sia per strutture che per arrangiamenti. Le difficoltà maggiori sono state nello strutturare alcuni brani decisamente più diretti e diversi dal nostro classico stile mid tempo, la sezione ritmica ha richiesto un po’ più tempo del solito. Considerando che abbiamo iniziato tardi a buttare giù tutto il materiale, penso che il tempo sia stato di un annetto e mezzo circa prima di avere ben chiara in mente l’idea di come sarebbe dovuto essere il disco. Negli ultimi mesi abbiamo accelerato un po’ il passo per recuperare tempo, ma se consideri che abbiamo iniziato le registrazioni subito dopo capodanno del 2010, tutto sommato mi sembrava giusto uscire dopo due anni di pausa.

Nella rece di “Invincible” ho scritto che quello che emerge è un heavy metal d’assalto che di epico ha mantenuto qualche spunto e le liriche, dove le atmosfere drammatiche sono pressochè scomparse ma si è conservato un certo pathos di fondo. “Invincible” è un disco decisamente aggressivo e potente, che cambia le carte in tavola rispetto a quanto avete registrato in passato ma che conserva chiaramente il vostro marchio sonoro: ti ritrovi in quello che ho scritto? C’è qualcosa che vuoi aggiungere o correggere?

Perfetto, mi leggi nel pensiero. E’ quello che volevamo… heavy metal d’assalto! Se ci pensi bene si adatta benissimo a quello che possono rappresentare i samurai ad occhio esterno. In effetti, considerando il nostro ultimo disco “Hellenic Warrior Spirit”, in tanti si sarebbero aspettati un proseguimento su quello stile che comunque ci calza abbastanza bene. Penso sia stato abbastanza spiazzante invece, vederci all’attacco invece che in difesa su pezzi lunghi e monolitici. L’unico riferimento a questa variante degli Holy Martyr è sul brano “Kagemusha”. E’ bello cambiare le carte in tavola e sorprendere, l’idea di non ripeterci rimanendo sempre uguali mi piace moltissimo e ci diversifica da altri gruppi, significa avere stile!

Intervista Holy Martyr, Ivano Spiga

Quanto influisce, nella definizione del vostro sound, il lavoro svolto ai New Sin Studio da Luigi Stefanini? Tra l’altro, come per il precedente “Hellenic Warrior Spirit”, ho apprezzato tantissimo il ruolo del basso di Nicola!

Il ruolo di Luigi è basilare, ci piace come lavora ed il suo modo di intendere i suoni e la musica. E’ uno studio in cui ci troviamo a nostro agio e ci troviamo sempre soddisfatti. Il lavoro svolto da Nicola è piaciuto molto anche a me, ed in generale sono un sostenitore del basso come base portante nelle canzoni, mi piace che si senta ed abbia ampio spazio, senza essere sovrastato da altri strumenti. Anche in composizione mi è capitato di pensare ad un bel basso tonante come nell’inizio di “Shichinin No Samurai”, invece della solita chitarra in apertura. Stessa cosa nel solo di “Takeda Shingen”, mi piaceva l’idea di avere tre parti soliste con la prima in basso distorto… sono cose che raramente sento nei gruppi moderni, per fortuna vengo da una scuola ’70-’80 come modo di percepire la musica.

Su “Invincible” siete stati tutti bravissimi, ma in particolare mi ha molto colpito la grande flessibilità mostrata da Alex: possiamo affermare che questa è la sua miglior prova su disco? Si è preparato in qualche modo particolare per arrivare a questi livelli?

Sono d’accordissimo, il lavoro svolto dalla voce è andato oltre le aspettative ed è in linea con lo spirito e la dinamica più diretta dei nuovi pezzi. A mio parere era quasi impossibile fare di meglio, perchè l’impatto nel disco ha veramente qualcosa che solo un live può ricreare: senza ombra di dubbio la sua migliore prestazione, che lascia intendere tantissima preparazione e una convinzione più incisiva che nel passato. La cosa ottima è aver fatto tutti assieme dei piccoli passi, in questo modo si è sentito un miglioramento generale e non solo di qualcuno in maniera isolata.

A proposito di grandi voci: su “Hellenic Valour” ospitavate Vittorio Ballerio, su “Kagemusha” c’è un bellissimo intervento di Roberto Tiranti. Come è nata questa collaborazione e cosa pensi abbia donato in più al pezzo la sua interpretazione?

Siamo in rapporti di amicizia con Roberto dai tempi di un concerto assieme ai Labyrinth nel 2007. Considerando che le sue capacità vocali e la sua esperienza si spostano spesso e volentieri nei musical, la sua voce a mio parere è indicatissima in un brano come “Kagemusha”, una suite monolitica e teatrale. Penso che la sua parte abbia dato una vena sofferta e struggente che si completa perfettamente col resto brano e col cantato di Alex.

Intervista Holy Martyr, Ivano Spiga

Un altro netto cambiamento riguarda l’artwork di copertina: vuoi raccontarci qualcosa di più sul suo autore e come mai avete scelto una variazione di stile così marcata rispetto alle precedenti cover?

Il tempo tiranno ci ha portato a questa scelta ed in ogni caso era doveroso cambiare per non rimanere fossilizzati nelle stesse cose, d’altronde anche la musica è andata oltre alle cose che già avevamo fatto nostre. Martina Corongiu è una nostra amica che studia Arte al Brera di Milano, i colori ed il suo tratto sono stati essenziali per indirizzare l’artwork su lidi diversi. La scelta del colore ocra e della pergamena richiama i dipinti giapponesi medioevali, volevamo stare in tema con gli argomenti trattati nel disco!

All’interno del curatissimo libretto, apparite in costume e con i volti dipinti dalle maschere del Teatro Kabuki: ogni maschera ha un significato particolare – se non erro, in fondo al libretto c’è qualcosa in questo senso – ma vorrei fossi tu a spiegarci i vari significati!

Sinceramente non ricordo esattamente il significato di ogni maschera, hanno ruoli specifici nel teatro giapponese. Considera che ognuna ha avuto qualche piccola modifica rispetto all’originale, ricordo solamente lo stress immenso delle prove trucco prima delle foto ahahah! I riferimenti di cui parli probabilmente sono quelli di fianco ai testi, ci sono simboli di alcune casate su “Takeda Shingen” o su “Sekigahara”, su “Kagemusha” la parola ombra del guerriero e tanti piccoli dettagli nascosti come lo stendardo dei sette samurai su “Shichinin No Samurai” su un lato della pagina!

A fondo recensione ho indicato gli Holy Martyr come band in assoluto tra le migliori del panorama metallico italiano e decisamente superiore ad un abbondante numero di gruppi stranieri. Pensi che questo nuovo “Invincible” possa darvi la spinta giusta per guadagnare una maggiore attenzione da parte degli appassionati italiani e stranieri? In questo senso, ad un mese dalla sua uscita, quali responsi state raccogliendo?

Beh, ti ringrazio per questo bellissimo complimento so benissimo che sei un fan sfegatato, anzi di più ahah! Spero vivamente che “Invincible” possa farci conoscere e ampliare la possibilità di suonare dal vivo, questa è l’unica nostra strada possibile per continuare ad andare avanti anche in futuro. Per ora i responsi sono ottimi, nel senso che questo disco piace veramente a tutti, molto di più rispetto al precedente, ed è già un grosso vantaggio per poter sperare in meglio, siamo pur sempre un gruppo underground sconosciuto ai più.

Intervista Holy Martyr, Ivano Spiga

L’ultima volta che vi ho visto in azione su un palco è stato in occasione dell’”Acciaio Italiano Festival”, dove avete suonato in costume e con i volti dipinti: anche i prossimi concerti li suonerete in costume o sarà più una cosa da date selezionate?

Ci piacerebbe suonare sempre in costume e col trucco! Nei limiti delle possibilità ecco, dipende sempre dal tempo a disposizione e dal concerto in questione, ci divertiamo a diventare dei novelli Kiss dell’Epic Metal ahaha!

A proposito di ”Acciaio Italiano”, sei soddisfatto di come è andato il festival sia per gli Holy Martyr che come appassionato? Quali ricordi hai più vivi di quella serata e come la descriveresti ad un amico che non c’era?

Beh, direi sicuramente: non sai cosa ti sei perso! La sera ero imbottito di medicinali a causa di una lombalgia, ma una volta sul palco non sentivo quasi nulla, è stato travolgente, sia per il fatto di suonare le canzoni nuove che per il fattore costume/make up, era tutto più teatrale. Anche da spettatore è stato molto bello, anche perchè i gruppi erano ottimi ed è sempre bello condividere il palco coi Rosae Crucis: pensa che il trucco di Alex è stato fatto da Ciape in persona!

Parlando di heavy metal tricolore, vorrei ora che tu associassi ad ogni band italiana qui sotto un aggettivo e che mi dicessi cosa rappresenta per te la loro musica!

STRANA OFFICINA: Più che aggettivo qui, direi tanto cuore… sicuramente. Ammetto di non essere mai stato un loro ascoltatore attento, però le volte che mi è capitato di vederli non potevo che rimanere immobilizzato di fronte ad alcuni loro brani che sanno di un’epoca passata sempre viva.

ROSAE CRUCIS: Inossidabili. Sono un gruppo in giro da tantissimi anni, hanno scelto di cantare in italiano ed hanno sempre proposto ottima musica con una passione ed un carisma incredibile. Un vero e proprio esempio. Oltre a questo aggiungi la loro umiltà che li rende unici, abbiamo suonato molte volte assieme ed è divertente, è come vedersi ogni volta con degli amici lontani per qualche birra, la musica passa quasi in secondo piano, alla faccia di chi chi pensa che ci sia sempre invidia fra i gruppi Italiani!

DOOMSWORD: Avvincenti. A mio parere il miglior gruppo di Vero Epic Metal in assoluto, i veri eredi di quel genere da culto per pochi eletti, parlo a livello mondiale! Sono nostri compagni di etichetta e mi rende felice sapere di condividere questa cosa con un gruppo di questo calibro. Io e DeathMaster ci conosciamo sin dai tempi dei primi demo quando chiedevo consigli su come andare avanti con la mia musica. Grande rispetto reciproco e ammirazione.

ADRAMELCH: Non mi vengono in mente aggettivi adatti. Loro sono i Maestri e basta. Un gruppo affascinante a dir poco, sin dai loro esordi negli anni ’80 erano avanti anni luce su tutti, non ci sono altri gruppi Italiani del periodo e raramente altri odierni che hanno la stessa adorazione ed il rispetto che loro si sono garantiti da parte mia. Ho la fortuna di avere la sala prove in comune e ogni tanto vederli è un’autentica emozione.

DOMINE: Fondamentali direi, hanno scritto capitoli importantissimi in ambito italiano e vedendoli dal vivo mi piacciono ancora di più. Ricordo una fantastica data ad Arona (eravamo a Fontaneto d’Agogna, N.d.Avalon) mi pare, come persone i Domine sono fenomenali, pura pazzia toscana, semplicemente da adorare.

LABYRINTH: Superlativi, specie nel loro secondo disco. Dopo li ho un po’ persi di vista ma penso siano un gruppo eccezionale, tecnicamente parlando mustruosi. Anche come persone sono davvero alla mano anche se dall’esterno potrebbe non sembrare così.

HOLY MARTYR: Invincibili? Non sta a me dirlo ahahah!

Intervista Holy Martyr, Ivano Spiga

Domanda fuori contesto. Ormai ti sei trasferito da qualche tempo, come ti trovi tra le zanzare lombarde? Cosa porteresti a Milano dalla tua Sardegna e viceversa?

Mi hanno aiutato a trovare la giusta carica e fonte di ispirazione. Tutte le volte che ricorre la parola “foes” nelle canzoni è rivolta alle innumerevoli zanzare uccise in combattimento. Ovviamente scherzo, ma prendila seriamente ahaha! Dalle tue parti è ancora peggio mi sa… la Lomellina è un autentico Zanzariporto internazionale! Beh, da giù mi porterei le cibarie e viceversa ma sinceramente lascerei le cose come sono, ogni posto è bello perchè tale con le proprie caratteristiche. Milano è unica per tante cose e ti da ampie possibilità perlomeno quando non sei nel traffico e devi lavorare ahah!

Ultima domanda prima dei saluti: quali sono i progetti nell’immediato futuro degli Holy Martyr?

Suonare, suonare, suonare il più possibile dal vivo e rendere felici i nostri fan.. questo è tutto!

Ok Ivano, siamo arrivati alla fine! Ringrazio te per la disponibilità e gli Holy Martyr per lo splendido “Invincible”! Come da tradizione su EntrateParallele.it questo spazio finale è tutto tuo, chiudi la nostra intervista a tuo piacimento! Alla prossima, magari con una birra in mano…

Ringrazio te ed Entrate Parallele per questo supporto straordinario e spero che i tanti che ancora non ci conoscono possano rimanere incuriositi da questa intervista! Grazie ancora, ci vediamo dal vivo… birra in mano ovvio!

Sito ufficiale: www.holy-martyr.com
MySpace: www.myspace.com/hmartyr
Recensione di “Invincible” su EP qui

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