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Li avevamo persi nel 2004, dopo la pubblicazione di “Hard As Iron” e successivo scioglimento, ed ora eccoli tornare in pompa magna con l’atteso come-back “Aeneid”, iniziato nel 2006 e concluso dopo la recente reunion: stiamo parlando degli italiani Heimdall, band power metal campana che negli anni passati si è ritagliata un buono spazio nella scena, senza mai però riuscire ad imporsi tra i “big” del settore (lo stesso “calvario” tocca tuttora ad altre splendide realtà italiche, come i siculi Thy Majestie).
Al di là di queste premesse, il ritorno degli Heimdall è un concept-album basato sul poema epico “Eneide” di Virgilio. A livello musicale, l’album è un concentrato di power-heavy metal nello stile classico della band, anche se probabilmente rispetto a dischi come il debut del 1998 “Lord Of The Sky” o “The Almighty” del 2002 (dove alla personalità del combo si affiancava lo spettro dei Blind Guardian più corali ed incisivi), lo stile appare meno ricercato e più diretto. “Aeneid” è complessivamente un gradevole lavoro, ma in varie occasioni sembra mancare di quella freschezza che ha permesso di godere della musica della band salernitana durante la scorsa decade.
Gli Heimdall del 2013 puntano su un sound asciutto e potente, sfoderando canzoni brevi e dirette, con strutture facilmente assimilabili e ritornelli semplici; non esistono gli inserti prog tanto in voga oggi, così come sono piuttosto ridotti sia gli orpelli sinfonici sia l’uso dei cori. Da una parte, indubbiamente, ciò aiuta ad esaltare il lato metallico e dinamico del combo, mentre dall’altra l’album è forse privato di quella carica atmosferica e di quel pathos che probabilmente occorrerebbe per descrivere in musica un poema epico del calibro dell’“Eneide”.
Ci sono brani fenomenali e carichi di adrenalina, pur nella loro semplicità ed immediatezza, come l’opener “Forced By Fate” che, dopo un solenne prologo, demolisce con potenza l’ascoltatore, con il proprio power melodico ed i suoi riff aggressivi. Fenomenale la prova vocale di un Gandolfo Ferro in grande spolvero. Molto convincente anche l’eco dei Blind Guardian della seguente “Save You”, con le sue brillanti orchestrazioni ed i suoi potenti riff taglienti. “All Of Us” e “Night Of The World” sono invece altri due ottimi esempi di cosa siano oggi gli Heimdall e di quale sia la loro filosofia del power: ritornelli ficcanti, arrangiamenti semplici ma efficaci, tastiere usate con parsimonia. In mezzo a tante belle tracce, troviamo però anche pezzi più stanchi; tra tutti, il poco riuscito lento “Ballad Of The Queen” e una “Underworld” e una “Gates Of War” deboli soprattutto sulle linee vocali e su refrain privi del giusto mordente.
Alla luce di quanto sentito in “Aeneid” è innegabile, quindi, che la band abbia dato vita ad un album più che discreto, contenente alcuni pezzi molto gradevoli e particolarmente azzeccati; allo stesso tempo, però, una cura un po’ più meticolosa dell’arrangiamento generale e dell’atmosfera non avrebbe guastato nel donare un tocco in più di classe ai vari pezzi, valorizzando al meglio il tema trattato, nonché le ottime prestazioni dei sei musicisti campani. Se volete distanziarvi dal power più progressivo ed iper-sinfonico tanto di moda negli ultimi anni, “Aeneid” è l’album che fa per voi.
Tracklist:
1.Prologue
2.Forced By Fate
3.Save You
4.Waiting For The Dawn
5.Ballad Of The Queen
6.Funeral Song (Instrumental)
7.Underworld
8.Gates Of War
9.Hero
10.Night Of The World
11.All Of Us
12.Away
13.The Last Act
Line-Up:
Gandolfo Ferro – Vocals
Fabio Calluori – Guitars
Carmelo Claps – Guitars
Umberto Parisi – Guitars
Daniele Pastore – Bass
Nicolas Calluori – Drums
Sito ufficiale: www.heimdallband.com
Myspace: www.myspace.com/heimdall_band
Facebook: www.facebook.com/heimdallofficial
Etichetta Scarlet Records – www.scarletrecords.it