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Sono le 23:00 in punto del 7 febbraio 2013 e presto la gelida notte dello Swamp Club di Massa sarà riscaldata dalle note piene di grinta di una delle più grandi band del Nord Europa. Davanti al palco del locale la gente è già accalcata e salta divertita dal gruppo spalla, i The Hypnoslugs, che stanno aprendo, in ritardo ma con una verve invidiabile, il concerto ad una delle band icona del Gothic-Rock finlandese, i The 69 Eyes, i quali dietro le quinte stanno finendo di ricevere i fan e i giornalisti. Finalmente è il mio turno e Jyrki 69 mi conduce nella sala prove del locale con la sua solita gentilezza per iniziare l’intervista, nonostante manchino solo 10 minuti all’inizio dello show.
A: Ciao Jyrki, allora, come stanno andando le cose? So che siete a metà del tour e che avete portato molte nuove canzoni in Germania, Svizzera e Austria. Com’è stato l’impatto del nuovo album sul pubblico europeo?
Jyrki 69: Sta andando tutto molto bene, grazie. Come sai, il nostro nuovo album “X”, è uscito nel settembre del 2012 e abbiamo passato metà dell’anno scorso in Finlandia, realizzando dei concerti davvero bellissimi e dei quali siamo rimasti davvero molto soddisfatti; ora, invece, è arrivato il momento di portare questo nuovo lavoro fuori dal nostro paese, quindi abbiamo iniziato circa due settimane fa un tour che, sino ad ora, ha toccato l’Europa Centrale e dal quale, onestamente, non sapevamo davvero cosa aspettarci. Naturalmente avevamo già avuto un feedback direttamente dai fan non appena è uscito l’album, tramite i mass media e i social network ma, in fondo, possiamo farci una vera opinione solo quando ci troviamo a suonare di fronte al pubblico.
Non sai mai come i fan riceveranno l’album, quindi gli show che abbiamo fatto in Germania, Austria e Svizzera ci hanno lasciato davvero sorpresi: c’è stata un sacco di gente che si divertiva ed era felice, e noi stessi eravamo davvero contenti di vedere così tanto affetto dal vivo, non solo tramite la rete. È stato stupendo e adesso siamo altrettanto contenti di essere in Italia per queste tre date. Abbiamo una lunga storia con questo paese e l’Italia è sempre stata un po’ come una seconda casa per i The 69 Eyes. Siamo davvero entusiasti di essere qui dopo un paio d’anni.
A: Il vostro nuovo lavoro, “X”, è stato prodotto in Svezia dal team “On the Verge” e mixato da Stefan Boman. Com’è stato lavorare con questa produzione e com’è nata l’idea di spostarsi in Svezia per la realizzazione dell’album?
Jyrki 69: Sai, gli svedesi credo che siano delle persone che sanno davvero trovare quella che noi chiamiamo “la melodia che funziona”. Se prendi, ad esempio, le dieci canzoni più famose al momento, posso tranquillamente scommettere che almeno la metà di queste siano state scritte da svedesi. Un sacco di musica, oggi, proviene dalla Svezia – che sia stata scritta, prodotta o registrata da team svedesi – e questo perché c’è davvero molta esperienza, in questo settore, da parte dei professionisti svedesi. Da un altro lato, sapevamo che non potevamo fare a meno del nostro modo di far musica, del nostro lato un po’ più melanconico, quindi abbiamo deciso di combinare questi due elementi: la modernità musicale e la nostra malinconia. Ecco perché abbiamo deciso di spostarci in Svezia. Il nostro album precedente, “Back In Blood”, è stato registrato ad Hollywood ed ha, effettivamente, un sound più americano, invece per questo lavoro abbiamo pensato di prendere un’altra direzione rendendolo un po’ più maturo, come se fosse stato realizzato da un gruppo di musicisti che hanno passato i quarant’anni (ride). Infatti quello che volevamo era un album più adulto, direi forse più semplice da ascoltare, ed è per questa ragione che abbiamo scelto di spostarci in Svezia.
È stato davvero bello realizzare “X”, abbiamo passato dei momenti fantastici e siamo rimasti molto contenti durante il processo di registrazione.
In quest’album, l’elemento principale è la mia voce, che fa un po’ da guida attraverso questi brani ed è stato un cambiamento che mi ha stimolato molto. “X” è stato rilasciato ormai da circa sei mesi ed è stato registrato, all’incirca, un anno fa, ma mi sento ancora a mio agio con questo lavoro, soprattutto quando mi trovo a proporlo live.
Pensavo tempo fa che avrei voluto muovermi nella stessa direzione per il prossimo album ma già adesso ho nuove idee ed ispirazioni, quindi probabilmente prenderemo ancora una nuova strada. In fondo, i The 69 Eyes sono così, fanno un po’ quello che vogliono e non si fossilizzano mai su un certo sound o su dei ritmi particolari e credo che i nostri fans, in questo senso, rispettino la nostra scelta di sorprendere sempre il pubblico con qualcosa di nuovo. Diamo spazio alla nostra creatività e, fino ad adesso, crediamo di non aver mai deluso le loro aspettative.
A: “X” è un album davvero innovativo per la storia della band, sia in termini di sound, ma soprattutto dal punto di vista dell’interazione tra musica e testi: sembra esserci un’atmosfera più introspettiva e di profonda complicità e questo elemento emerge molto chiaramente in tutto il disco. A cosa è dovuto questo cambiamento?
Jyrki 69: Sì, come dicevo questa volta abbiamo affrontato in modo molto più disteso e rilassato tutto il processo di registrazione dell’album. Abbiamo cambiato un sacco di cose durante gli ultimi anni, all’interno del team di lavoro e nella band stessa. Adesso ci sentiamo molto più vicini e più inclini a quel tipo di collaborazione tra di noi che caratterizzava i nostri primi album. Riusciamo ad ottenere i nostri obiettivi insieme: non ci interessa essere “la band del secolo”, piuttosto vogliamo vivere la nostra avventura, facendo ciò che ci diverte e seguendo le nostre inclinazioni.
In particolare, negli ultimi anni, abbiamo cambiato tutto il nostro management e ora siamo tornati realmente nell’ottica di fare ciò che ci piace e che sembra essere la cosa più divertente o stimolante per noi. Questo, sicuramente, è qualcosa che ha a che vedere anche con il cambiamento dell’industria musicale: con il nuovo album tutti sono stati realmente coinvolti, a partire da produttori, fotografi, il regista dei nostri video e tutti i collaboratori. Coloro che hanno lavorato con noi per la creazione di “X” sono, prima di tutto, nostri amici, i quali si sono impegnati con noi, non solo per lavoro, ma perché credevano, come noi, che fosse qualcosa di divertente e stimolante da fare.
Non ci sono stati obblighi da parte del nostro management, anzi, tutto si è svolto in un clima amichevole, creato da persone che si conoscono da anni. Credo che questo sia il modo giusto per lavorare, specialmente al giorno d’oggi, un momento in cui il business musicale è davvero cambiato rispetto al passato e devono nascere nuovi metodi di collaborazione che esulino dal voler vendere un prodotto e basta. È un modo salutare di fare musica, in questo senso.
A: Vorrei parlare di “Red”, il vostro primo singolo estratto da “X”: si tratta di una canzone che riesce a mixare perfettamente la tradizione dei The 69 Eyes insieme ad una nuova sfera più emotiva, grazie ad un sound che lega in modo semplice, ma d’effetto, questi elementi. Cosa puoi dirmi a proposito di questo brano?
Jyrki 69: “Red” è davvero una canzone molto semplice che rappresenta, in definitiva, una sola grande emozione. In questo caso, la nostra etichetta discografica c’è stata molto d’aiuto, in quanto ci ha fornito un contributo importante nella scelta del brano che sarebbe stato il nostro primo singolo. Abbiamo pensato che proprio l’estrema semplicità di “Red” avrebbe potuto far arrivare la canzone al pubblico, anche durante un ascolto alla radio e non ci siamo sbagliati: in Finlandia è stata una delle canzoni della carriera dei The 69 Eyes più trasmesse in assoluto. Temevo che fosse troppo semplice per essere proposta come primo assaggio del nostro album, invece i ragazzi dell’etichetta discografica erano convinti che fosse davvero il pezzo giusto, quello che potesse rappresentarci a pieno e, contemporaneamente, colpire il pubblico con una sola e semplice grande emozione. Non c’è niente di misterioso, niente di segreto o complicato, è la sensazione che si ha quando qualcosa ti sfugge di mano e vedi soltanto rosso davanti a te e, nello stesso tempo, è un bel pezzo da suonare live.
A: Parlando dei videoclip musicali estratti dal vostro nuovo album, “Red” e “Borderline”, i quali sono stati diretti da Patric Ullaeus, ho notato una sorta di continuità tra questi due video, quasi ci fosse una connessione dietro questo lavoro. Qual è stata l’idea in merito?
Jyrki 69: Sì, c’è chiaramente una connessione, anche perché, prima di tutto, questi video sono stati girati dalla stesso regista svedese, il quale, in passato, si è occupato di produrre video musicali per alcune delle band più grandi e famose della scena metal, come ad esempio gli In Flames. Come ti dicevo si è trattato, anche in questo caso, di lavorare con un amico: suonammo la prima volta a Gothenburg, circa dieci anni fa, e lui si presentò nel backstage, dicendoci che si occupava di girare video musicali e che gli sarebbe davvero piaciuto lavorare con noi; mi lasciò poi il suo biglietto da visita e da allora ci scrivemmo spesso ma, per una questione o l’altra, non riuscimmo mai a collaborare insieme. Questa volta però, visto che l’album stesso sarebbe stato registrato in Svezia, abbiamo pensato che fosse arrivato il momento che tutto quadrava in questa prospettiva e ho contattato Patric.
Per il video di “Red”, abbiamo preso ispirazione da uno dei film svedesi che amo maggiormente, “Gli uomini che odiano le donne”, perché era più o meno così che immaginavo l’atmosfera svedese e volevo quel tipo di immagine nel video. Abbiamo deciso poi di scegliere una location simile a quella del film per le riprese, dove inquadrare la band intenta a suonare, lasciando che tutto fosse realizzato in modo molto semplice. Infine, naturalmente, ho voluto inserire qualche stereotipo svedese, come ad esempio le bellissime ragazze bionde dalle curve pericolose che, come delle “vedove dark”, arrivano alla location con delle macchine sportive. Insomma, non c’è niente di misterioso, si tratta di un concetto semplice, reso con delle immagini molto forti; credo sia un bel video in fondo.
Successivamente, per il video di “Borderline”, abbiamo deciso di spostarci a New Orleans e Patric è rimasto con noi per lavorare al nuovo progetto. Di nuovo abbiamo mantenuto l’elemento delle tre ragazze-vedove dark, come continuità con il video precedente, ma mi sono lasciato ispirare dall’atmosfera degli antichi vampiri di New Orleans e dalle sensazioni che avevo passeggiando per quelle strade, infatti la fotografia è molto curata e ci sono davvero delle bellissime immagini nel video.
I videoclip del nostro precedente album erano stati girati da Bam Margera e naturalmente, anche in quel caso, avevamo un concept che legava le varie canzoni ma a quel tempo molti fan si lamentarono del fatto che ci fossero troppi personaggi e troppe donne nei video e che avrebbero preferito vedere maggiormente la band all’opera, così per questi video ho pensato che sarebbe stato giusto porre l’obiettivo solo sulla band, ma… niente da fare, qualcuno ci dice ancora “Oh, ma dai, c’è solo la band che suona in questo video!”, insomma, non ci azzecchi mai! Ahah!
Scherzi a parte, è bello che le persone abbiano diverse opinioni e che le vogliano esprimere, ma credo che sia importante che tutti tengano conto del fatto che produrre un album è un lavoro molto impegnativo e che richiede molto tempo, oltre che molta pazienza. Sicuramente è creativo e divertente, ma non esattamente nell’accezione quotidiana del termine. Quando invece giriamo un video approfittiamo dell’ occasione per fare un po’ di baldoria, lavoriamo e ci godiamo un po’ di divertimento. Lo stesso è successo per questi video, volevamo fosse qualcosa di piacevole per noi, come un premio per il duro lavoro.
A: Nel settembre del 2011, ti abbiamo visto prendere parte ad un progetto dal nome “Rock me I’m famous”: un rock dj-set itinerante in tutti i locali più famosi della Finlandia. Com’è stata questa esperienza e hai altri progetti simili in cantiere per il futuro?
Jyrki 69: È stata davvero una bella esperienza. Sai, spesso le persone che non vivono in Finlandia non lo sanno, ma nel nostro paese siamo una delle band più seguite e, per questo motivo, spesso ci capita di prendere parte a programmi televisivi o radiofonici, oppure di finire su quotidiani, giornali di musica e attualità. Insomma, facciamo un sacco di cose in Finlandia e questo può confondere un po’ i fan europei perché altrove siamo una band un po’ di nicchia mentre a casa siamo, fortunatamente, una band molto conosciuta. Fare dei dj-set è una di queste attività a cui spesso ci dedichiamo, sia per divertimento, che per incontrare da vicino i nostri fan. Ho anche avuto occasione di fare un dj-set a New Orleans e a Barcellona, per esempio, e presto sarò coinvolto, di nuovo a New Orleans, per l’evento “Fangtasia III”, che sarà una cosa sicuramente molto divertente.
A: Un’ultima domanda riguardo alla tua carriera: “X”, come si evince dal titolo stesso, è il vostro decimo album. Sicuramente molte cose sono cambiate durante questi anni, quali sono i momenti che ricordi con più piacere?
Jyrki 69: Sai, noi guardiamo sempre verso il futuro, non ci piace fermarci su cose del tipo “Sì, quelli erano decisamente dei bei tempi”. Continuiamo a credere che il momento migliore sia sempre quello presente, perché siamo sempre felici di tutto quello che riusciamo a fare oggi. Specialmente quando quest’album è uscito e abbiamo iniziato a suonare in giro, prima in Finlandia e adesso in tutti gli altri paesi, siamo rimasti sorpresi che tutti fossero così entusiasti al concerto e che fossero lì per divertirsi con noi. Abbiamo ancora la stessa voglia e lo stesso entusiasmo che avevamo, ad esempio, la prima volta che suonammo in Italia e parlavamo giusto prima con i ragazzi del nostro primo tour internazionale, che tenemmo a metà degli anni Novanta e che ci portò qui nel vostro paese. I The 69 Eyes sono una band che si rifiuta di morire, fin tanto che ci sarà voglia nei nostri cuori di continuare e speriamo che anche per il pubblico questa voglia non venga mai meno.
A: Credo che sia così! Attraverso i social network, moltissimi fan italiani testimoniano il loro supporto alla band: molto spesso mi è capitato di leggere commenti e articoli che sostengono che questo sia davvero uno dei vostri migliori lavori e mi trovo d’accordo con quest’affermazione, perché questo album è molto sincero e rispecchia bene il vostro percorso.
Jyrki 69: Ti ringrazio, e ringrazio anche tutti coloro che continuano a supportare la band. Mi è capitato di leggere che alcuni fan sono rimasti un po’ delusi del fatto che non ci sia stato spazio, in quest’album, per virtuosismi musicali o per perfezionare, in modo molto accurato, la parte strumentale, ma non escludo che ciò, invece, possa essere la nostra direzione per il prossimo album: non si può mai sapere. Quello che so è che quest’album è un onesto lavoro portato da un gruppo di musicisti della nostra età; ci sembrava giusto così e non sarebbe potuto venir fuori diversamente. In fondo sono delle canzoni estremamente divertenti da suonare live e stasera presenteremo circa sei brani tratti dal nuovo album, poiché credo che sia questo che la gente vuole da noi: delle nuove canzoni e un nuovo sound da sperimentare live. Sarebbe strano per me rilasciare un disco e poi stare un ora e mezzo a suonare vecchie canzoni, lasciando spazio solo a due o tre inediti; vedremo stasera se ne saranno felici, ahah!
A: Lo saranno di sicuro. Ti ringrazio Jyrki per il tuo tempo sei stato molto gentile. In bocca al lupo per lo show!
Jyrki 69: Crepi! Grazie a te e un saluto a tutti i lettori!
Jyrki69 viene chiamato dal manager per salire sul palco, le luci calano e questo educato e gentile ragazzone finlandese, che qualche secondo fa discuteva pacatamente con me sulla musica, la carriera e la devozione verso i propri fan, sale sullo stage, ora illuminato, come un vero rocker insieme alla sua band, pronta a far ballare tutti in uno show davvero coinvolgente.
Sito ufficiale: www.69eyes.com
Myspace: www.myspace.com/theofficial69eyes
Facebook: www.facebook.com/the69eyes
Etichetta Nuclear Blast: www.nuclearblast.de
Brava Alice! Ottima intervista in 11 minuti netti, uahah!
wow… 11 minuti?! la più corta in assoluto! grande! E io che piango miseria quando ne ho 15 !