The Mystery Of Time – Avantasia (2013)

Titolo: The Mystery Of Time
Autore: Avantasia
Genere: Heavy / Power Metal
Anno: 2013
Voto del redattore HMW: 8
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Non ho ancora smesso di ascoltare “The Scarecrow” che sono già usciti altri due capitoli della saga Avantasia, la grande opera firmata Tobias Sammet che ha coinvolto artisti di enorme spessore e sconvolto le orecchie degli appassionati di heavy metal, quello roccioso e fortemente influenzato dal power/epic/speed del vecchio continente. “The Mystery Of Time” è arrivato un po’ di corsa, quasi di fretta: le prime notizie risalgono a pochi mesi fa e sia lo stesso Sammet che molti altri critici parlavano di una svolta epocale del progetto Avantasia. Veri e propri paroloni insomma. Le aspettative sono dunque altissime, probabilmente più di quanto un buon disco metal possa soddisfare, per questo si rimane un po’ con l’amaro in bocca dopo il primo ascolto. Non lasciamoci prendere dal panico, “The Mystery Of Time” è un grande album, con brani bellissimi e ben arrangiati, produzione da paura e performance disumane da parte degli ospiti. Però si nota sin da subito una carenza di creatività rispetto ai suoi predecessori, soprattutto se si pensa alle hit “The Scarecrow”, “Lost In Space” e “Death Is Just A Feeling”, dove si trovavano nuove sonorità e spruzzi di originalità compositiva. In “The Mystery Of Time” mancano proprio questi spunti. Le canzoni sono tutte grandiose, con ritornelli e linee vocali epiche (le strofe di Spectres sono incredibili), ma non c’è effettivamente nulla di nuovo. Troviamo un Michael Kiske strepitoso e acutissimo sui soliti pezzi power veloci, in questo caso “Where Clock Hands Freeze”, “Dweller In Dream” e “Savior In The Clockwork”, sicuramente tra i migliori del pacchetto. Quest’ultima in particolare, in cui troviamo un graffiante intervento di Joe Lynn Turner, è forse il momento più incalzante della tracklist, ma il suo ritornello ricorda parecchio, direi troppo, la vecchia “Devil In The Belfry” (di “The Scarecrow”) e addirittura “Superheroes” (dal disco “Rocket Ride” degli Edguy). Bellissima anche l’interpretazione di Eric Martin in “What’s Left Of Me”, una ballad ben riuscita, molto meglio del singolo pop smielato “Sleepwalking”, che farà venire il mal di denti ai metallari più duri. Bisogna certamente evidenziare il grande valore aggiunto di un’orchestra vera, con archi e fiati spettacolari, e pure l’impegno di Sascha Paeth che è protagonista di ottimi arrangiamenti e suoni bellissimi, ma rimangono pur sempre in ombra il songwriting e la vena creativa. Ovviamente nella musica non bisogna giudicare un disco unicamente paragonandolo ai suoi predecessori, perché in quel caso verrebbero bocciati molti dischi di Dream Theater, Iron Maiden, Metallica e tutti i big del genere, che hanno composto il capolavoro della carriera molto tempo fa, pur continuando a produrre ottima musica sino ad oggi. In questo caso, “The Mistery Of Time” non rappresenta il momento più elevato della discografia degli Avantasia, ma è senz’ombra di dubbio un’opera che merita parecchia attenzione e che piacerà di certo a chi non conosce ancora il mondo di Tobias Sammet; un po’ meno, invece, ai fan più fedeli.

Tracklist:

  1. Spectres
  2. The Watchmakers’ Dream
  3. Black Orchid
  4. Where Clock Hands Freeze
  5. Sleepwalking
  6. Savior In The Clockwork
  7. Invoke The Machine
  8. What’s Left Of Me
  9. Dweller In A Dream
  10. The Great Mistery

 

Line up:

Tobias Sammet – voce, basso
Sascha Paeth – chitarra
Russell Gilbrook – batteria
Miro Rodenberg – Tastiere

Guest:

Michael Kiske (voce su traccia 4, 6 e 9)
Eric Martin (voce su traccia 8)
Joe Lynn Turner (voce su traccia 1, 2, 6, 10)
Biff Byford (voce su traccia 3, 6 e 10)
Cloudy Yang (voce su traccia 5)
Ronnie Atkins (voce su traccia 7)
Bob Catley (voce su traccia 10)
Arjen Lucassen (chitarra su traccia 2)
Bruce Kulick (chitarra su traccia 3, 6 e 10)
Oliver Hartmann (chitarra su traccia 4, 7 e 9)

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