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Seguo con grande interesse le mosse discografiche dei Coram Lethe sin da quando rilasciarono il bellissimo “Reminescence”, demo con cui il combo toscano si manifestò ai più e che custodisco gelosamente alla stregua di una reliquia. Da allora sono trascorsi ben dodici anni, lasso temporale in cui i Nostri non solo hanno consolidato la loro posizione di band di vertice nel panorama underground tricolore, ma hanno anche affrontato variazioni di lineup e cambi di etichetta, stampato album di valore assoluto e condiviso il palco con band come Sadist, Dark Funeral, Dismember e Cynic, volendone citare alcune. A tre anni dal precedente “…A Splendid Chaos”, ecco che i Coram Lethe rilasciano il loro terzo full lenght sotto l’egida dell’etichetta ligure Buil2Kill Records: registrato nei toscani Virus Studio e masterizzato nei polacchi Hertz Recording Studio, “Heterodox” tiene a battesimo il nuovo vocalist Gabriele Diana – autore di un’ottima prova, anche quando il cantato diventa pulito – e si palesa come l’ennesimo, grande capitolo di una discografia di altissimo profilo. Oltre alla consueta ed enorme qualità, che ritroviamo in ogni uscita firmata Coram Lethe, i contenuti di “Heterodox” mettono in vetrina una band che, pur mantenendo alcune sonorità che mi hanno rammentato i loro inizi, ha saputo proseguire nel suo cammino di crescita arrivando ad ottenere un disco davvero molto personale, tanto che durante i molteplici ascolti dedicati non mi hanno ricordato nessun gruppo in particolare, se non loro stessi! Certo, le basi sonore poggiano sempre su un elaborato death metal, ma il quintetto toscano sviluppa i propri brani donando ad ognuno una sua forma e dei connotati esclusivi, in modo che non vi sia mai nulla di ordinario: originalità, personalità a tonnellate, la ferocia e il devastante impatto del genere di riferimento, elementi provenienti da altre categorie metalliche come il thrash, innesti melodici e passaggi d’atmosfera generati anche dal sapiente utilizzo di strumenti atipici – quali le maracas, il mandolino, le congas e il didgeridoo, strumento a fiato dei nativi australiani utilizzato sull’affascinante “Hypnomagik” – sono alcuni degli ingredienti che confluiscono nelle strutture articolate e ricercate che compongono la sostanziosa ricetta di “Heterodox”, il tutto legato con efficacia da una brillante e vivace capacità compositiva ed eseguito con tecnica sopraffina! Nel complesso, non aspettatevi di assimilarlo al primo approccio, perchè questo è un album che va ascoltato con attenzione più volte affinchè se ne possano godere tutte le sfaccettature: se con un disco dal sound più diretto e lineare è come essere in balìa di una scarica di pugni al volto, con questo lavoro è come ricevere massacranti cazzotti che colpiscono con chirurgica precisione i punti più indifesi del corpo senza avere la minima idea di dove si abbatteranno i prossimi! “Bare”, “The Stench Of Extinction” e la conclusiva “Monolith Radiant” sono i brani che hanno un maggior impatto emotivo sul sottoscritto, estratti da una tracklist che, nei circa cinquanta minuti lungo cui si snoda, non offre alcun punto debole. “Heterodox” rappresenta dunque un altro centro pieno per i Coram Lethe… D’altronde, da una band di questo livello non potevo aspettarmi niente di diverso! Disco da avere e da gustare, passaggio dopo passaggio!
Tracklist:
1. Hypnomagik
2. The Stench Of Extinction
3. Where The Worms Crawl
4. Bare
5. The Anticompromise
6. Light In Disguise
7. Waxed Seal
8. Monolith Radiant
Line-up:
Gabriele Diana – voce
Leonardo Fusi – chitarra
Filippo Occhipinti – chitarra
Federico Stiaccini – basso
Francesco Miatto – batteria
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Etichetta Buil2Kill Records – www.buil2kill.com
Questo mi manca, devo procurarmelo!