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È difficile rimanere lucidi di fronte ad un album dei Voivod, soprattutto quando, dopo un primo ascolto, ci si accorge che la band, dopo qualche disco interlocutorio, è tornata ad abbracciare le sonorità di capolavori quali “Dimension Hatröss” e “Nothingface”.
Piggy non c’è più, stavolta neanche in fase compositiva, ma il suo spirito guida aleggia su tutti i brani, freddi ammassi musicali di un metal evoluto e lontano dai tanti manierismi del metal odierno; Daniel “Chewy” Mongrain, chitarrista con un passato death-metal in band quali Gorguts, Martyr e Capharnaum, dimostra di essere un ottimo sostituto, integrandosi in modo eccellente col resto della formazione e forgiando deraglianti riff e dissonanze tanto care al defunto D’Amour.
Questa volta è della partita anche lo “storico” bassista Blacky, responsabile delle quattro corde voivodiane dagli esordi sino ad “Angel Rat”, ed è proprio il suo distortissimo basso ad aprire la title-track, prima magnifica traccia dell’album che non può non ricordare ciò che i Nostri suonavano venticinque anni fa, prima della svolta più melodica e della successiva mutazione industrial-noise dell’era Forrest.
“Kluskap O’Kom” è più spigliata e meno vincolata all’illustre passato ma, pur tradendo echi punk nel refrain, è sempre ricchissima di mirabolanti dissonanze e cambi di tempo, mentre “Empathy For The Enemy” appare più progressiva, complessa e, come sempre, incatalogabile.
“Mechanical Mind” pare uscita da “Dimension Hatröss”, ma è permeata da elementi prog e dall’istrionismo di uno strepitoso Snake; l’intensa “Warchaic” è un trip metal psichedelico di sette minuti, mentre “Resistance” richiama il periodo più recente della band, risultando uno degli episodi più melodici dell’album, nonostante una coda quasi doom.
Notevole pure “Kaleidos”, song piuttosto complessa ed eterogenea, ma stupisce di più la successiva “Corps Étranger” che, cantata interamente in francese (ricordiamo che il gruppo proviene dal Canada francofono), alterna veloci sfuriate a momenti più ipnotici risultando, anche per l’uso inedito dell’idioma, uno dei pezzi più curiosi dell’album; il finale è affidato alle derive psichedeliche di “Artefact” e alla corta “Defiance”, memore dei Killing Joke più metallici.
Una delle metal-band più importanti degli ultimi venticinque anni è tornata a imporre la propria leadership all’interno di una scena oggi sicuramente diversa e molto più inflazionata: speriamo che questa volta il pubblico si accorga del loro, grande, smisurato talento.
Tracklist:
1. Target Earth
2. Kluskap O’Kom
3. Empathy For The Enemy
4. Mechanical Mind
5. Warchaic
6. Resistance
7. Kaleidos
8. Corps Étranger
9. Artefact
10. Defiance
Line-up:
Denis (Snake) Bélanger: vocals
Daniel (Chewy) Mongrain: guitars
Jean-Yves (Blacky) Thériault. bass
Michel (Away) Langevin: drums
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