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07/03/2013 : Absu + Black Flame + Unctoris – Blue Rose Saloon Bresso (MI)
La calata italiana degli Absu si è certamente rivelata un evento al quale il pubblico milanese ha dimostrato di non voler mancare, riempiendo il Blue Rose Saloon di Bresso. Ad accompagnare il combo americano per questa data sono stati scelti gli ottimi Black Flame e i rivedibili Unctoris.
Sono le 21 e si inizia, spetta agli UNCTORIS dare il fuoco alle polveri ed il terzetto comasco attacca con la doppietta formata da “Cursing without Breath” e “Trasmission From The Exosphere” estratte dai loro demo, visto che allo stato attuale non hanno ancora dato alle stampe un full length. Nonostante la grande voglia messa in mostra dal trio lombardo, bisogna dire che – con tutto il rispetto – il risultato non è per nulla convincente, visto che le soluzioni musicali proposte appaiono assolutamente scontate e scolastiche. Il black metal degli Unctoris necessiterebbe di iniezioni massicce di qualità ed inventiva, che invece purtroppo latitano. Quello che però bisogna rendere merito alla band è la profonda passione e volontà che mette sul palco. Con un pugno di canzoni tra le quali “Rites Of Grey Isolation”, “Nana/Worm” e “Violet Velvet” i nostri terminano il loro set tra qualche applauso d’incoraggiamento.
I BLACK FLAME giungono sul palco del Blue Rose Saloon con il piglio di chi sa cosa vuole ottenere e come fare per ottenerlo. La carriera del combo piemontese è in continua ascesa, soprattutto gli ultimi due capitoli “Septem” ed “Imperivm” hanno portato i nostri ai livelli delle più acclamate realtà death metal europee. Curiosamente sono proprio le title track degli ultimi due album “Septem” e “Imperivm” ad aprire le danze, ed il combo piemontese mostra subito i muscoli con una sezione ritmica compatta e precisa che vede il drummer Massimo Altomare sugli scudi, con il suo tocco chirurgico e potente. Certamente i Black Flame mostrano di aver fatto degli ulteriori passi in avanti in quanto a coesione in sede live, dove il cantante/chitarrista Cardinale Italo Martire sciorina delle vocals potenti accompagnate da ritmiche taglienti. Il set scorre tra le recenti “The Seventh Star” e “The Morning Breed”, passando per “First Litany Of Eternal Nothingness” tratta dal primo album, del quale i nostri festeggiano il decennale. È il momento di omaggiare un gruppo storico come i Mayhem con una delle loro canzoni a mio avviso migliori: “Life Eternal” resa in maniera ottima, pur rimarcando le differenze a livello vocale confrontate con la performance di Attila sul “De Misteriis…” e anche in dimensione live. Siamo giunti agli sgoccioli e ci sono ancora due colpi da sparare: “The Curse Ov The Flesh” da “Conquering Purity” e “Ad Infera” da “Imperium”. Che dire? I Black Flame nei quarantacinque minuti loro concessi hanno fatto un concerto magistrale per potenza, intensità e qualità delle composizioni. Ottimi.
Dopo l’allestimento del palco giunge il momento degli headliner, gli americani ABSU, che si presentano sul palco accolti letteralmente dal boato del pubblico, in spasmodica attesa di una band che non passa frequentemente nelle lande italiche. Il terzetto prende il piccolo palco ed iniziano le sevizie sonore degli occult black-thrasher statunitensi, il cui leader Proscriptor – letteralmente scatenato dietro al suo drum-kit – non lesina in quanto a potenza di tiro, accompagnando il lavoro dietro le pelli alle lead vocals stridule e taglienti. Già l’opener “Apzu” è un manifesto della band, tratta dal fortunato “The Sun Of Typareth”, scatena letteralmente il macello in sala (ma alla fine saranno molti i pezzi che smuoveranno un’audience oggettivamente attenta a quanto avveniva sul palco). Tra i brani che hanno smosso maggiormente il pubblico si annoverano le varie “Night Fire Canonization”, “Abraxas Connexus”, “Manannan” e “Swords And Leather “, dove il terzetto ha sciorinato una prova di grande impatto sia musicale che emozionale con l’ottimo apporto del bassista/cantante Ezezu e Vis Crom alla chitarra a macinare riff su riff. Dopo più di vent’anni di carriera gli Absu hanno dato nuovamente prova, pur con qualche piccolo calo di tensione nei brani più nuovi, di sapere il fatto loro, senza certo aver necessità di dover prendere lezione da qualcuno su come si tiene un palco. Ormai lo show volge al termine, ma c’è ancora tempo per “Highland Tyrant Attack” e “Never Blow Out The Eastern Candle” che sigillano una buonissima prova, che merita il convinto plauso finale di tutti i convenuti. Alla prossima.