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I Buckcherry si confessano.
“Cosa?” Direte voi, “quei debosciati che più che dispiaceri non hanno dato alle loro povere madri hanno deciso di redimere le loro esistenze votate alla santissima trinità Sesso Droga & Rock’n’Roll?
No, niente di tutto questo.
In realtà le confessioni del titolo dell’album non sono nient’altro che un concept spietato, marcio e raccolto a mani nude dal fango delle strade di Los Angeles sui sette vizi capitali, di cui i nostri sono campioni indiscussi.
“Gluttony”, per esempio, è l’inizio dello stravizio, un motivo accattivante che ci riporta indietro di trent’anni, dentro nello sleaze duro e puro. “I want it, I need it, I love it…” ripetuto all’ossessione, in un’orgia incontrollabile che fa da apripista all’ascolto vero e proprio dell’album, “Wrath”, un’ammissione di colpa nemmeno troppo velata. Loro sono cattivi, e gli piace, e lo urlano. Riffettone violento e ritornello da paura, lo stile è sempre quello. Poi la prima virata. “Nothing Left But Tears” un rabbioso inno rock’n’roll sulla solitudine, sicuramente uno dei pezzi più riusciti dell’album. Il cuore rallenta, parte “The Truth”. I temi sono sempre quelli, rabbia e rassegnazione, ma stavolta i toni sono più pacati, e quello che ne esce è una ballad rock accattivante che spezza il ritmo forsennato del disco. Ma nemmeno si fa appena in tempo a prendere fiato che “Greed” ci riporta su ritmi più ballabili. Ovviamente si prosegue in un autoinsulto che più spregevole non si può, ma tant’è, a loro piace così…”Water”, una canzone che sa d’amore, ma senza mai lasciarsi andare andare al sentimento sano e puro, come la linea di “Confessions” impone. “Seven Ways To Die” ci ricaccia il muso nel glam più perverso dopo una lunga parentesi di rock e punk. Poi un piccolo passo falso. Con “Air” ritorniamo di nuovo nel rock’n’roll, purtroppo con un pezzo trascurabile. Un peccato veniale, anche perchè subito dopo parte una doppietta da paura. “Sloth” infatti è il capolavoro assoluto di questo album, una ballad struggente e spietata, che trasuda dolore e risentimento per tutta la sua durata, seguita a ruota da “Pride”, un talkin’ glam, se così possiamo definirlo, assolutamente godibile, in cui tanto per cambiare è il risentimento a farla da padrone . Ma ormai che ve lo dico a fare…e poi? Dopo il botto il disco va lentamente scemando nella mediocrità. Le ultime tre tracce “Envy”, “Lust” e “Dreamin’ Of You” sembrano francamente un di più che nulla aggiunge a un album già più che soddisfacente. Peccato.
Tirando le somme, pur con le sue pecche, “Confessions” è un disco veramente ben fatto. Probabilmente non diventerà l’album del 2013, ma sicuramente un posto nei primi dieci se lo può ritagliare senza rubare nulla a nessuno. A proposito, chissà cosa ne pensano i Velvet Revolver del lavoro dei loro reietti.
Ma poi, ci sono ancora i Velvet Revolver?
Tracklist:
1. Gluttony
2. Wrath
3. Nothing Left But Tears
4. The Truth
5. Greed
6. Water
7. Seven Ways To Die
8. Air
9. Sloth
10. Pride
11. Envy
12. Lust
13. Dreamin’ of You
Line-up:
Josh Todd – voce
Keith Nelson – chitarra solista, voce
Stevie D. – chitarra ritmica, voce
Jimmy “Two Fingers” Ashhurst – basso, voce
Xavier Muriel – batteria, percussioni
Sito ufficiale: www.buckcherry.com
Myspace: www.myspace.com/buckcherry
Facebook: https://www.facebook.com/buckcherry
Etichetta Seven Eleven Music/EMI