Buckcherry – Confessions (2013)

Titolo: Confessions
Autore: Buckcherry
Genere: Sleaze Rock
Anno: 2013
Voto del redattore HMW: 7,5
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I Buckcherry si confessano.

“Cosa?” Direte voi, “quei debosciati che più che dispiaceri non hanno dato alle loro povere madri hanno deciso di redimere le loro esistenze votate alla santissima trinità Sesso Droga & Rock’n’Roll?

No, niente di tutto questo.

In realtà le confessioni del titolo dell’album non sono nient’altro che un concept spietato, marcio e raccolto a mani nude dal fango delle strade di Los Angeles sui sette vizi capitali, di cui i nostri sono campioni indiscussi.

“Gluttony”, per esempio, è l’inizio dello stravizio, un motivo accattivante che ci riporta indietro di trent’anni, dentro nello sleaze duro e puro. “I want it, I need it, I love it…” ripetuto all’ossessione, in un’orgia incontrollabile che fa da apripista all’ascolto vero e proprio dell’album, “Wrath”, un’ammissione di colpa nemmeno troppo velata. Loro sono cattivi, e gli piace, e lo urlano. Riffettone violento e ritornello da paura, lo stile è sempre quello. Poi la prima virata. “Nothing Left But Tears” un rabbioso inno rock’n’roll sulla solitudine, sicuramente uno dei pezzi più riusciti dell’album. Il cuore rallenta, parte “The Truth”. I temi sono sempre quelli, rabbia e rassegnazione, ma stavolta i toni sono più pacati, e quello che ne esce è una ballad rock accattivante che spezza il ritmo forsennato del disco. Ma nemmeno si fa appena in tempo a prendere fiato che “Greed” ci riporta su ritmi più ballabili. Ovviamente si prosegue in un autoinsulto che più spregevole non si può, ma tant’è, a loro piace così…”Water”, una canzone che sa d’amore, ma senza mai lasciarsi andare andare al sentimento sano e puro, come la linea di “Confessions” impone. “Seven Ways To Die” ci ricaccia il muso nel glam più perverso dopo una lunga parentesi di rock e punk. Poi un piccolo passo falso. Con “Air” ritorniamo di nuovo nel rock’n’roll, purtroppo con un pezzo trascurabile. Un peccato veniale, anche perchè subito dopo parte una doppietta da paura. “Sloth” infatti è il capolavoro assoluto di questo album, una ballad struggente e spietata, che trasuda dolore e risentimento per tutta la sua durata, seguita a ruota da “Pride”, un talkin’ glam, se così possiamo definirlo, assolutamente godibile, in cui tanto per cambiare è il risentimento a farla da padrone . Ma ormai che ve lo dico a fare…e poi? Dopo il botto il disco va lentamente scemando nella mediocrità. Le ultime tre tracce “Envy”, “Lust” e “Dreamin’ Of You” sembrano francamente un di più che nulla aggiunge a un album già più che soddisfacente. Peccato.

Tirando le somme, pur con le sue pecche, “Confessions” è un disco veramente ben fatto. Probabilmente non diventerà l’album del 2013, ma sicuramente un posto nei primi dieci se lo può ritagliare senza rubare nulla a nessuno. A proposito, chissà cosa ne pensano i Velvet Revolver del lavoro dei loro reietti.

Ma poi, ci sono ancora i Velvet Revolver?

 

Tracklist:

1. Gluttony

2. Wrath

3. Nothing Left But Tears

4. The Truth

5. Greed

6. Water

7. Seven Ways To Die

8. Air

9. Sloth

10. Pride

11. Envy

12. Lust

13. Dreamin’ of You

 

Line-up:

Josh Todd – voce

Keith Nelson – chitarra solista, voce

Stevie D. – chitarra ritmica, voce

Jimmy “Two Fingers” Ashhurst – basso, voce

Xavier Muriel – batteria, percussioni

 

Sito ufficiale: www.buckcherry.com

Myspace: www.myspace.com/buckcherry

Facebook: https://www.facebook.com/buckcherry

Etichetta Seven Eleven Music/EMI

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