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Prima di oggi mi è capitato altre tre volte di recensire i Mandragora Scream, per la precisione i lavori “Volturna” e “Madhouse” e un concerto di spalla ai The 69 Eyes, e in tutte queste occasioni ne avevo parlato benissimo. Sembra che la tradizione sia destinata a continuare, perché anche questa volta il gruppo italiano ha sfornato un ottimo cd che conferma il livello qualitativo al quale eravamo stati abituati. Se il precedente album “Volturna” ruotava attorno alla figura del vampiro, questo “Luciferland” è imperniato su varie divinità “cattive” tratte principalmente dalla mitologia greca (la lamia, Medusa, Ecate, Persefone, i Titani) e da quella egizia (Anubi, Neith), senza dimenticare l’onnipresente Lucifero, capo del Male per eccellenza, che ha ispirato “Lucifer’s Ballad” e “Lucifer’s Lullaby”. Rispetto al passato, i MS concedono più incursioni alla musica sintetica, come posiamo notare in “Medusa” (che è anche il primo singolo estratto dal disco) e “Anubis”, giusto per citarne un paio. Quest’ultima l’ho molto apprezzata per i tempi e le melodie insolite che richiamano quelle degli antichi egizi, rese attuali da strati e strati di bellissime chitarre e da un’atmosfera oscura che ben si adatta alla divinità del mondo dei morti. Tutti questi elementi contribuiscono a rendere “Anubis” una delle canzoni più belle del lavoro: potrebbe essere, per farvi un’idea, la sorella di “This Is The New Shit” di Manson. Anche “Medusa” introduce un modo di comporre nuovo per la band lucchese, che si è divertita a sperimentare ritmiche sincopate e ad unire archi e partiture elettroniche ottenendo un mix decisamente originale che tutto sommato strizza l’occhio al pop moderno (ricordate “Supermassive Black Hole” dei Muse? Ecco, l’effetto è quello), mentre “Hekate” sfodera una bellissima melodia. Affidate alla voce di Terry Horn, controparte maschile di Morgan, sono “The Veil Of Neith” e “Six Grains Of Pomegranate”, che richiama molto il gothic rock di HIM o 69 Eyes. Stesso discorso per “Lamia”, brano dall’anima profondamente rock nel quale compare anche un apprezzabilissimo assolo di chitarra ad opera di Terry. “Titan”, come del resto suggerisce il titolo, è un brano mastodontico, dal ritmo lento che permette di assaporarne appieno ogni nota. Esclusi i due pezzi precedentemente citati, tutte le parti cantate sono affidate a Morgan Lacroix, che considero una delle voce più interessanti (e sottovalutate) del panorama femminile – e non, perché quando una voce è bella, è bella al di là del genere sessuale di appartenenza – attuale, sia per il timbro stesso che per la grande espressività, passione e sensualità che trasmette e che la rendono il vero valore aggiunto dei Mandragora Scream. Oltre a questo, ho molto apprezzato in “Luciferland” il modo in cui ogni brano racconta e rispecchia il personaggio a cui è ispirato, diventando un disco dalle tante sfaccettature eppure attraversato da un filo conduttore ben preciso.
Ancora una volta non posso che rimanere pienamente soddisfatta del lavoro dei Mandragora Scream, una band che a mio parere non ha ancora raggiunto la fama che meriterebbe.
Tracklist:
1. The Chant Of Furies
2. Hekate – En Erebos Phos
3. Persephone
4. Anubis
5. The Illusionist
6. Medusa
7. The Veil Of Neith
8. Six Grains Of Pomegranate
9. Night’s Master (Azhrarn & Sivesh)
10. Lamia
11. Love For Endymion
12. Lucifer’s Ballad
13. Titan – Extraterrestrial Suicide
14. Lucifer’s Lullaby
Line-up:
Morgan Lacroix – voce
Terry Horn – voce, chitarra, tastiere
Max Rivers – basso
Furyo – batteria
Sito ufficiale: www.mandragorascream.com
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