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Tornano a distanza di quattro anni dal precedente “Where Moshers Dwell” i fanatici thrashcore F.K.Ü., band nata nel lontano 1987 ma messa in stand by fino al 1997, anno dal quale i Nostri hanno sfornato quattro full length. Tornano con la loro inguaribile vena spensierata che non stona per nulla, anzi si amalgama alla perfezione, con gli “scenari” nati dalla passione per l’horror che traspare anche visivamente da come la band si presenta (e si agghinda). Non troviamo più la nostrana Metal On Metal Records a supportare questo nuovo capitolo discografico, dal titolo ancora una volta più che esplicito, “4: Rise Of The Mosh Mongers”; il quartetto si affida alle più ampie disponibilità ed alla maggiore visibilità offerta della Napalm Records, cercando di aumentare il bacino di utenza. Il modus operandi degli F.K.Ü. non subisce variazioni; brani brevi, assalti frontali senza fronzoli o abbellimento alcuno, questa volta ispirati maggiormente alla matrice thrash più che a quella hardcore degli esordi. Se prima potevamo definirli come figliocci e discepoli dei S.O.D., ora il “livello di parentela” affibbiato non è del tutto coerente; si colgono più sfumature, pur sempre restando nell’ambito di un album thrash che non vuole uscire dal seminato, ma solo offrire una quarantina di minuti di divertimento, sicuramente lasciando piacevolmente soddisfatti e divertiti gli stessi musicisti.
Non mancano le “hit” che avevano fatto di “Where Moshers Dwell” un piccolo blasonato album per l’ambiente underground mondiale, ovvero brani che si stampano in testa al primo ascolto, complici le sempre brevi ed affilate irruzioni che i Nostri compiono fugacemente; se a questo si aggiunge una resa sonora migliore rispetto al precedente capitolo, il gioco si fa più semplice, e al quartetto non resta che vivere di rendita.
Dopo una intro da colonna sonora, si parte con la classica dichiarazione d’intenti: “Rise Of The Mosh Mongers”, che scaraventa da subito nell’universo F.K.Ü. e predispone a quanto segue; “Black Hole Hell”, così come il brano precedente, non disdegna aperture più melodiche in occasione del refrain, mentre “Cannibal Detox” non sembra interessata a fare prigionieri, scatenata nella sua forte vena hardcore, senza dimenticare il mosh tanto amato dai Nostri. Segue la prima delle quattro parti in cui è suddivisa “The Überslasher”, poche manciate di secondi fra un brano e l’altro con apparentemente poco senso e poca “continuità”, mentre “Scream Bloody Mosher” si dipana da subito come mid tempo, senza onestamente lasciare il segno come quando i Nostri si gettano in violente elucubrazioni thrash. Ascoltare “Esox Lucius” per credere, sembra di risentire gli Overkill di una volta (o quelli attuali) in una tresca con i Nuclear Assault e… così via fino al termine del platter. Nessuna sorpresa, nessun colpo di scena: dimostrabile? Direi che basta leggere i seguenti titoli, tra “il serio ed il faceto”, per non farsi trarre in inganno: “At The Mountains Of Madness”, “A Nightmare Made Thrash”, “112 Ocean Avenue”, “Marz Attacks”, “Terror Train”, “They Feed In The Dark” e “Anthem Of The Moshoholics” rendono appieno l’idea.
Un album che non tradirà le aspettative di quanti seguono il combo svedese e si sollazzano con la loro proposta compatta e senza troppe aspettative, supportata in ogni caso da una tecnica dei vari membri (non dimentichiamo che gli stessi hanno militato, o militano in band del calibro di Midas Touch e Darkane) superiore alla media, che li differenzia dai tanti dilettanti allo sbaraglio che popolano questo mondo. Come sempre, il classico lavoro che permetterà a molti di abbozzare più d’un sorriso durante l’ascolto, a molti altri di gettare fango nei confronti del tanto amato/odiato revival thrash metal, che poco apporta di nuovo ad una scena sicuramente inflazionata, ma decisamente ricca di epigoni interessanti per quanti non si scoraggiano all’ascolto dell’ennesimo riff che odora di “già scritto e suonato innumerevoli volte”… Qualcuno direbbe quindi “the same old story”, ma quando la qualità non fatica ad uscire allo scoperto credo che in tanti facciano in fretta a dimenticarsi che non siamo più nel 1986, ma nel 2013… Supporto!
Tracklist:
1. Moshocalypse Now
2. Rise Of The Mosh Mongers
3. Black Hole Hell
4. Cannibal Detox
5. The Überslasher Pt.1
6. Scream Bloody Mosher
7. Esox Lucius
8. The Überslasher Pt.2
9. At The Mountains Of Madness
10. A Nightmare Made Thrash
11. 112 Ocean Avenue
12. The Überslasher Pt.3
13. Marz Attacks
14. Terror Train
15. The Überslasher Pt.4
16. They Feed In The Dark
17. Anthem Of The Moshoholics
Line-up:
Larry Lethal – Vocals
Pete Stooaahl – Guitars
Pat Splat – Bass
Dr. Ted Killer Miller – Drums
Sito ufficiale: www.moshoholics.com
Etichetta Napalm Records – www.napalmrecords.com