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Nuovo EP per i piemontesi Jester Beast, blasonato nome storico del panorama heavy italiano, che aveva guadagnato forti consensi con l’album di debutto “Poetical Freakscream” uscito nel 1991 per la GLC Records (stessa etichetta che licenziò i compaesani BrainDamage e gli Upset Noise), preceduto dalla demo “Destroy After Use (ristampata dalla F.O.A.D. Records su 12” nel 2010) e seguito da un ultimo singolo, “Serial Killer”, autoprodotto dalla band nel 1992.
Giusto vent’ anni dopo l’ultima comparsa discografica, i Nostri escono con “The Infinite Jest”, prima in edizione esclusivamente digitale, in seguito stampato in pro-cdr nel corso del 2013 dalla Zapping Productions in edizioni differenti (copertina bianca o nera), senza però mantenere l’artwork originale (che ritroviamo solo nell’inlay), curato nientemeno che da Michael Langevin, meglio noto come Away, batterista delle leggende canadesi Voivod.
Della formazione scioltasi nel 1995 sono rimasti il mastermind CC Muz alla chitarra e Steo Zapp alla voce, che dal 2009 sono accompagnati in questa nuova avventura da altri due “veterani” della scena, Roby Vitari (batteria) e Pietro “Duracell” Grassilli (basso), che alcuni ricorderanno per la loro militanza negli Headcrasher; sempre di Torino e dintorni si parla, forse il vivaio per eccellenza della nostra scena primigenia, che ha regalato ai metalheads della nostra penisola momenti decisamente importanti, almeno per chi questo sottobosco l’ha seguito e vissuto in quegli anni, prima di inabissarsi e ritornare solo ultimamente a riaffiorare con classe, a dimostrare che la tempra è rimasta tale e ancora molte sono le frecce a disposizione.
Un incipit breve ma dovuto, per introdurre i quattro nuovi brani che compongono “The Infinite Jest”: il riferimento ad Away non risulta estemporaneo, in quanto il songwriting di CC Muz è dichiaratamente di matrice voivodiana; per intenderci, orientato verso i lavori del combo canadese tra il 1987 ed il 1993 (il loro periodo d’oro). Per risultare ancora più chiari, questi pezzi non sfigurerebbero di certo nell’ultimo grandioso lavoro (mi si conceda un breve attacco di “fanboysmo”) del geniale quartetto: un ritorno alle origini per loro, una nuova giovinezza per i Jester Beast.
Quattro brani che lasceranno un brivido a pervadere il vostro corpo, tanto da non osare immaginare quando il quartetto torinese si deciderà a darci in pasto un piatto più sostanzioso. Una scarica di adrenalina, condita da passaggi “onirici” che si alimentano di dissonanze sonore, brevi ma intense sfuriate, dimensioni sulfuree e glaciali, il tutto reso ancor più nitido da una produzione che esalta i particolari, tralasciando volutamente i “suoni grossi” che ammantano molti dischi odierni. Una breve intro, “Incoming” (omessa dalla precedente distribuzione digitale), è posta ad aprire le danze, proiettando da subito la mente nello spazio siderale, dove i Nostri vogliono condurci attraverso un viaggio cosmico, perdendosi in altre galassie meno note fra le atmosfere di “Lost In Space”, “Cyrus Cylinder”, “Kolkata Bazar” e la conclusiva “The Ultimate Pilgrimage”, tra ritmi nevrotici, psicotici e galoppate hardcore.
Per molti, l’approccio dei Jester Beast verrà inteso come mera copiatura della versione originale; se mi è concesso un onesto parere, i Nostri hanno fatto un egregio lavoro di scrittura, sì fortemente influenzato dalla band di riferimento, ma inserito in un contesto del tutto personale. La necessità di risultare originali a tutti i costi non sussiste: qui si parla di una forte “devozione” alle sonorità atipiche che hanno caratterizzato le composizioni del compianto Denis “Piggy” D’Amour, che lo stesso CC Muz non tenta (nè vuole) nascondere, nè tantomeno riuscirebbe a farla franca con un fan dei Voivod dopo un solo rapido ascolto di questo EP. Poi, diciamocela tutta: fossero stati l’ennesimo clone dei soliti Metallica, Slayer e compagnia cantante, piuttosto che intensamente ispirati da una band di nicchia quale da sempre sono i Voivod, probabilmente il discorso sarebbe cambiato radicalmente, almeno a modesto avviso del sottoscritto.
Inutile negarlo, la demo in questione non è solo piaciuta a chi vi scrive: la sta adorando e divorando, quindi le parole di questa recensione vanno prese ancor più del solito come totalmente soggettive. In ogni caso, un gran bentornato ad una band che si merita di non passare inosservata, supporto!
Tracklist:
1. Incoming
2. Lost In Space
3. Cyrus Cylinder
4. Kolkata Bazar
5. The Ultimate Pilgrimage
Line-up:
Steo Zapp – Vocals
C.C. Muz – Guitars
Roby Vitari – drums
Pietro “Duracell” Grassilli – Bass
Sito ufficiale: http://www.jesterbeast.com
Sito Zapping Productions: http://www.zappingproductions.com
Ottimo lavoro e bella rece!