Cirith Ungol – Frost And Fire (1981)

Titolo: Frost And Fire
Autore: Cirith Ungol
Genere: Heavy Metal / Epic
Anno: 1981
Voto del redattore HMW: 9
Voto dei lettori: 8.5/10
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Arduo il compito di commentare uno di quegli album che hanno forgiato la ferrea passione per la musica dura: più facile sarebbe optare per un “10 e lode” dato con il cuore.

L’album in questione è il primo pubblicato dai Cirith Ungol (il nome è preso dall’opera di J.R.R. Tolkien, “Il Signore Degli Anelli”) ed esce nel 1981 per Liquid Flames. La band è considerata una delle esponenti principali tra quelle che hanno elaborato uno stile definibile come epic metal o metal epico americano (tra le altre Manilla Road, Warlord, Manowar, Omen, etc…), ma il primo “parto” mescola suoni e soluzioni tipiche dell’hard rock con iniezioni e sfuriate heavy. É una bomba che risponde con prepotenza ai proiettili che i coevi metallers inglesi stanno sparando nel mondo della musica dura, sulla scia del fermento suscitato dalla New Wave Of British Heavy Metal.

I primi due pezzi racchiudono tutto ciò che serve per cominciare a parlare di metallo epico. “Frost And Fire”, forte di un testo che sprigiona tutto lo sforzo, la tensione, la vitalità dell’eroe celebrato dalla letteratura fantasy, è pura dinamite ed esplode in una cavalcata entusiasmante. “I’m Alive” colpisce per l’intensità che Tim Baker possiede nel rendere il suo timbro, acido e spigoloso, interpretativo e trascinante. I pezzi che seguono si muovono tra l’heavy rock di “A Little Fire” e “Edge Of A Knife”, le soluzioni oniriche e ossessive di “What Does It Take” e le melodie di “Maybe That’s Why”. A posteriori ciò ha contribuito a far sì che, da parte di alcuni, l’opera venisse considerata “acerba” se paragonata alla direzione che gli Ungol avrebbero preso dal disco successivo (“King Of The Dead”).

In parte questo è dovuto alla presenza del chitarrista Greg Lindstrom (a cui spettano anche le parti di basso e tastiera, nonostante i credits ufficiali citino il nuovo ingresso Michael Flint come bassista), che uscirà dalla band, per divergenze musicali, dopo la pubblicazione del primo album. Anche i suoni sono debitori degli anni ’70, eppure i pezzi sono davvero degni di nota: come negare l’irresistibile attacco di chitarra e l’incedere di “Edge Of A Knife”, che celebra l’attitudine ribelle del rocker o, ancora, l’hard di “Better Off Dead” con il suo basso in primo piano e le chitarre che distribuiscono adrenalina? Così come “What Does It Take” presenta già atmosfere dark pur in un contesto meno elettrico rispetto a ciò che seguirà. Il bagaglio di esperienza di Garven (batteria), Fogle (chitarra) ed il già citato Lindstrom, uniti nel segno della musica addirittura dal 1969, traspare all’ascolto: non siamo al cospetto di un gruppo alle prime armi!

Da segnalare che la ristampa in cd del 1999 ad opera della Metal Blade contiene anche la traccia bonus dal vivo “Cirith Ungol”, che si inserisce perfettamente nel contesto e presenta già quelle linee oscure seguite con maggior enfasi nelle opere successive dei Nostri.

Per concludere non possiamo esimerci dallo spendere due righe per la splendida copertina realizzata da Michael Whelan (da urlo!), concepita inizialmente per il primo volume dell’opera di Michael Moorcock, “Elric Di Melnibone”, a suggello di un disco meritevole dell’appellativo di “classico”.

Tracklist:
01. Frost and Fire
02. I’m Alive
03. A Little Fire
04. What Does It Take
05. Edge of a Knife
06. Better Off Dead
07. Maybe That’s Why
08. Cirith Ungol (Live) – Bonus track presente solo nella versione rimasterizzata del 1999

Line-up:
Tim Baker – voce
Jerry Fogle – chitarra
Greg Lindstrom – chitarra, basso, keyboards
Michael “Flint” Vujea – basso
Robert Garven – batteria

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