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Place Vendome è il nome di un ambizioso progetto che Frontiers ha creato su misura per la voce di Michael Kiske, ormai ufficialmente tornato nel mondo dei vivi. Dopo l’ottimo omonimo debutto ed il secondo, strepitoso, “Streets Of Fire”, ecco “Thunder In The Distance”, un album che per titolo e artwork suona come una grandiosa conferma. E in effetti, più o meno, lo è. È una conferma del sound, del genere, dello stile e del gusto, questo sì. È una piccola delusione, però, per quanto riguarda l’originalità. Ma andiamo per gradi. “Thunder In The Distance” vede di nuovo Dennis Ward nei panni di produttore, bassista e compositore, al quale si affiancano nella stesura degli spartiti parecchi nomi noti dell’AOR: Magnus Karlsson (Primal Fear), Timo Tolkki, Alessandro Del Vecchio (Hardline), Roberto Tiranti (Labyrinth, A Perfect Day), Tommy Denander, Soren Kronqvist (Sunstorm, Issa) e Brett Jones. Nonostante i preziosi musicisti appena citati, il risultato non raggiunge il notevole spessore e l’inventiva dei primi due dischi. Molte canzoni risultano eccessivamente scontate e poco creative, sia negli arrangiamenti che nelle soluzioni musicali. Paragonando “Thunder In The Distance” con i suoi predecessori, ci si accorge dalle prime note di “Talk To Me” che questo capitolo suona vagamente fiacco e troppo commerciale. L’opener appena citata pare una brutta copia della super hit “Street Of Fire”, e anche “Power Of Music” non esalta particolarmente. Se non fosse per l’interpretazione e la forma smagliante di Kiske, i primi spari della scaletta finirebbero velocemente nel dimenticatoio. Con “Lost In Paradise” si inizia invece a ragionare, grazie ad una linea vocale incalzante e ad un ritornello emozionante come pochi. Bisogna saltare a piedi pari la moscia “Hold Your Love”, banale anche nel testo, mentre vale la pena ascoltare a volume altissimo “Break Out”, che riporta ad alti livelli la classe dei Place Vendome, la stessa di cui sono impregnati i primi due album. Sono proprio le canzoni finali che “salvano” il disco, soprattutto la titletrack e la ballad “Maybe Tomorrow”. Quest’ultima, in particolare, mostra un cantato favoloso, intimo e personale, di quelli che Kiske riserva solitamente nei suoi lavori solisti (fatti a pezzi dalla critica, ma chi ama Michael capisce a cosa mi riferisco).
“Thunder In The Distance” sale obbligatoriamente sul gradino più basso del podio dei Place Vendome. Se dovessi consigliare un disco della band punterei il dito su “Streets Of Fire”, ma i curiosi, gli amanti dell’AOR e i fan del cantante tedesco scopriranno un piacevole disco melodico e leggermente, sottolineo leggermente, aggressivo.
Tracklist:
1. Talk To Me
2. Power Of Music
3. Broken Wings
4. Lost In Paradise
5. It Can’t Rain Forever
6. Fragile Ground
7. Hold Your Love
8. Never To Late
9. Heaven Lost
10. My Heart Is Dying
11. Maybe Tomorrow
12. Thunder In The Distance
Line up:
Michael Kiske – lead vocals
Denis Ward – bass, vocals, rhythm guitar
Dirk Bruineberg – drums
Gunter Werne – keyboards
Uwe Reitenauer – lead guitar
Etichetta Frontiers Records – www.frontiers.it