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Lo sapete quali sono i miei dischi preferiti del “nuovo vecchio” death metal? Non credo che ve ne freghi più di tanto ma, a ogni modo, sono il tecnico “Contragenesis” degli australiani Ignivomous, il selvaggio ma vario “Morbid Priest Of Supreme Blasphemy” dei polacchi Kingdom e, dulcis in fundo, il folle “Through The Eternal Damnation” dei turchi Engulfed. E ci sarebbe anche… ma sì, c’è anche il malato “Oath Of The Abyss” degli statunitensi Ritual Necromancy, che hanno un suono così riconoscibile da aver già fatto praticamente scuola. Ciò è dovuto anche alla produzione sporchissima e fangosa. Non a caso, i Vorum suonano un death metal per certi versi simile, magari meno asfissiante e con meno derivazioni black metal (pur presenti), di quello dei Ritual Necromancy, eppure ci sono certi passaggi che li richiamano fortemente.
“Poisoned Void” è l’album di debutto dei finlandesi Vorum che, dopo essere nati nel 2006 come Haudankaivaja, hanno partorito otto pezzi per 35 minuti di un death metal oscuro che non concede neanche l’ombra di una melodia. Il loro approccio sa alternare sapientemente blast – beats e tupa – tupa bombastici con tempi più lenti, che hanno spesso e volentieri un buon groove, mentre i momenti doom sono rari ma regalano volentieri delle sorprese anche notevoli. Ma il death metal dei Vorum fa anche un buon uso della chitarra solista, di conseguenza ogni pezzo ha almeno un assolo, e devo segnalare che i soli si sanno differenziare ben bene l’uno dall’altro, oltre a trasmettere un’atmosfera davvero pregnante. Il comparto vocale è costituito principalmente da un grugnito più “umano” del solito e molto simile a quello di Germaniac dei Verminous. Certe volte il nostro allegro cantante finlandese azzarda degli inquietanti sussurrii, che ultimamente, memori di “Drawing Down The Moon” dei connazionali Beherit, sono ritornati di moda (e fanno sempre effetto, tiè!).
Ma una delle caratteristiche più riconoscibili dei Vorum proviene dalla struttura dei loro pezzi, i quali fanno spesso uso di stacchi e pause, utili a sparare delle ripartenze fulminee e da antologia. Il brano che estremizza al massimo questo tipo di schema è “Thriving Darkness” che, a dir la verità, è anche quello più orientato sui tempi medio – lenti, oltre a essere decisamente il più disorientante a forza di proporre pause e stacchi.
In effetti i Nostri sanno come disorientare l’ascoltatore e lo fanno in parecchi modi, come in “Rabid Blood”, piena di assoli apocalittici alla Ritual Necromancy che sembrano provenire direttamente dalle viscere più impossibili dell’Inferno (e vi è pure un gelido assolo alla Hellhammer). O come nella titletrack, sette minuti di puro delirio che si concludono in totale paranoia ripetendo e variando lo stesso passaggio per qualcosa come 3 minuti o giù di lì (finale ormai classico per molti dischi death, da “Graves Of The Archangels” dei greci Dead Congregation allo stesso EP sopraccitato degli Engulfed), sviluppandolo però egregiamente.
Tutte queste stronzate per dire che “Poisoned Void” è un vero capolavoro. Il suo unico (e relativo) difetto è di essere migliore nella sua prima parte, che è generalmente più intensa e inventiva dell’altra, la quale viene risollevata più che alla grande da un finalone come Cristo comanda. Tutto ciò è impreziosito da una copertina spaventosamente criptica che mette la strizza al solo vederla. Quindi, se volete addentrarvi nel mondo da incubo dei Vorum, forse vi salverà la vostra stessa volontà, ma se siete impreparati, che dire? Impazzirete come nemmanco i protagonisti dei racconti di H.P. Lovecraft.
Tracklist:
1 – Impetuous Fires
2 – Death’s Stains
3 – Rabid Blood
4 – Thriving Darkness
5 – Evil Seed
6 – In Obscurity Revelead
7 – Dance of Heresy
8 – Poisoned Void
Line-up:
Jonatan Johansson – voce/chitarra
Matti Jalava – chitarra
John Finne – basso
Mikko Josefsson – batteria
Sito ufficiale: http://www.vorumdeath.com/
Sito Woodcut Records: http://www.woodcutrecords.com/main.html