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Conservando un ricordo non proprio entusiasmante del precedente “Straight To Hell”, mi sono avvicinato al nuovo album in studio dei tedeschi Black Hawk con una certa diffidenza: intitolato “A Mighty Metal Axe”, il disco rappresenta il quinto full length nella carriera del quintetto di Mölln – città nel nord della Germania – nonché il primo marchiato Pure Underground Records dopo ben tre uscite per la consorella Karthago Records. Rinnovati nella lineup con l’innesto di Dan Schamschor dietro le pelli e dell’ex Paragon Günter Kruse alla chitarra, i Black Hawk spazzano via i miei timori sin dai primi ascolti, avemdo realizzato un album dotato di un pizzico in più di quel mordente che spesso mancava nei brani contenuti nel predecessore. Non sono cambiate le coordinate della proposta dei Nostri, ben ancorata ad un tradizionale heavy metal che guarda alla NWOBHM, dà un’occhiata di riguardo ai Saxon (senza dimenticare gli altri grandi nomi albionici) e che non disdegna pure l’acciaio tedesco di metà Eighties; “A Mighty Metal Axe” mette a nostra disposizione un buon numero di validi episodi sonori, per tre quarti d’ora che trascorrono piacevoli; superata l’immancabile intro “Arise”, utile solo per aggiungere un titolo alla tracklist, si comincia a fare sul serio con “Fear”, brano potente e quadrato in cui la band innesta alcuni passaggi molto melodici: un pezzo piuttosto coinvolgente e dal sapore teutonico come la titletrack, rocciosa ed assestata su ritmi maggiormente cadenzati, efficace nello stimolare uno spontaneo headbanging. Il fantasma dei primi Helloween si manifesta nella velocità dell’affilata “Nightrider”, mentre con “The Fighter” e la doppietta “Killer” – “Heroes” vengo travolto da un’ondata di metallo britannico, con particolare riferimento a quanto professato musicalmente da Biff Byford e soci negli anni Ottanta. Di gradevole fattura anche “Skills Of Arabia”, strumentale su cui imperversa il comparto chitarristico che, ad onor del vero, compie un ottimo lavoro su tutto l’album. Purtroppo, nel disco ci sono anche un paio di composizioni che abbassano la media, ossia “Fashionvictim”, pezzo che può evocare i Guns ‘N’ Roses, e la breve “Venom Of The Snake”: i Black Hawk, a mio parere, danno il meglio quando mostrano i muscoli e non quando aumentano il tasso melodico o tentano soluzioni acustiche e d’atmosfera, come nei due casi citati. Detto dell’apporto delle chitarre, mi sembra che, paragonata a “Straight To Hell”, la sezione ritmica non si sia limitata a svolgere il compitino, e lo stesso discorso vale anche per il cantante Udo Bethke: non era un fenomeno prima e non lo è diventato adesso, ma ci mette una grinta che non si può che apprezzare. Tirando le somme, “A Mighty Metal Axe” è un buon album, non da avere a tutti i costi e forse a tratti ancora un po’ troppo derivativo, ma un passo avanti rispetto al già citato “Straight…”: indicato per gli amanti di queste classiche sonorità con qualche euro in più in saccoccia!
Tracklist:
1. Arise (Intro)
2. Fear
3. The Fighter
4. A Mighty Metal Axe
5. Nightrider
6. Fashionvictim
7. Burning Angels
8. Skills Of Arabia
9. Killer
10. Heroes
11. Venom Of The Snake
12. Beast In Black
Line-up:
Udo Bethke – voce
Thorsten Bettge – chitarra
Günter Kruse – chitarra
Michael Wiekenberg – basso
Dan Schamschor – batteria
Sito ufficiale: www.black-hawk-music.de
Myspace: www.myspace.com/blackhawkmetal
Etichetta Pure Underground Records – www.puresteel-records.com