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Per evitare attese troppo lunghe mi programmo il lavoro grazie ad uno scritto con l’ordine di ascolto dei dischi che ricevo; nonostante cerchi di osservarlo scrupolosamente, ogni tanto sbuca un’eccezione che scombussola tutti i miei piani: in questo caso, i “colpevoli” sono i brasiliani Hazy Hamlet, quartetto che aveva iniziato ad ingolosirmi qualche mese fa mettendo online i primi pezzi estratti dal nuovo “Full Throttle”, secondo album di una carriera iniziata nel 1999 e che si compone di tre demo e del debut “Forging Metal” (2009), oltre alla partecipazione a due compilation. Ferma ai box da diverso tempo a causa di una seria disfonia che ha colpito Arthur Migotto, la band di Maringà torna finalmente in circolazione rilasciando sul finire del 2013 – attraverso Arthorium Records, etichetta del cantante – questo “Full Throttle”, otto brani di un tradizionale heavy metal in cui convergono la galoppante NWOBHM di Maiden e Priest, un po’ di acciaio teutonico alla Grave Digger, la vena battagliera dei migliori Omen e, per non farci mancare nulla, un pizzico di atmosfere epiche.
Non c’è niente di innovativo in questo disco, come d’altronde precisa lo stesso gruppo, ma c’è la volontà di realizzare un prodotto piacevole, memorizzabile e che colpisca gli amanti del metal degli eighties: melodie efficaci, refrain dalla presa immediata e perfetti per essere cantati a squarciagola sotto al palco, riffs ed assoli incisivi, ritmiche corpose e dirette e le vocals possenti di Arthur Migotto – in più di un’occasione mi ha ricordato un Chris Boltendahl in gran forma – vengono elaborate con competenza da una band a cui la qualità, compositiva ed esecutiva, non manca di certo. Assecondati da una resa sonora ruvida il giusto (tutte le lavorazioni sono state effettuate dalla band nei loro studi personali), i pezzi dicono immediatamente che gli Hazy Hamlet hanno raggiunto in pieno il loro scopo: a partire dalla travolgente titletrack e passando per la muscolare “Symphony Of Steel” con i suoi echi Grave Digger di metà anni novanta, la strumentale “A Havoc Quest” dal sapore marcatamente britannico, la feroce “Jaws Of Fenris”, l’iperevocativa “Thorium” e fino alla rovente “Red Baron”, i Nostri forgiano un disco ricco di sostanza a cui è difficile opporre resistenza in termini di coinvolgimento, molto divertente anche quando i passaggi sullo stereo si fanno consistenti. Molto bello anche l’artwork, firmato dall’artista Celso Mathias, che raffigura Odino percorrere una Route 666 lastricata di teschi a bordo di Sleipnir trasformato in una rombante motocicletta. “Full Throttle” è un lavoro valoroso sotto ogni aspetto che mi lascia un bel sorriso stampato in viso ad ogni ascolto, oltre a ricordarmi costantemente perché amo tanto questa musica ma che, purtroppo, rischia di non andare oltre il piccolo circuito underground dei cultori di queste sonorità immuni da qualsiasi porcheria moderna; inoltre, il disco non è di facilissima reperibilità dalle nostre parti (l’ho trovato in Grecia grazie alla segnalazione di un amico) e anche questo fattore può contribuire a far perdere interesse nell’acquisto: il mio consiglio è quello di non demordere nella ricerca perché “Full Throttle” degli Hazy Hamlet merita di far parte della vostra discografia!
Tracklist:
1. Full Throttle
2. Symphony Of Steel
3. A Havoc Quest
4. Vendetta
5. Jaws Of Fenris
6. Odin’s Ride
7. Thorium
8. Red Baron
Line-up:
Arthur Migotto – voce
Julio Bertin – chitarra
Fabio Nakahara – basso
Cadu Madera – batteria
Sito ufficiale: www.hazyhamlet.com
Facebook: www.facebook.com/OfficialHazyHamlet
Etichetta Arthorium Records – www.arthorium.com
Grazie per diffondere il lavoro di questi artisti indipendenti che umilmente si sforzano di fare la musica che amano! Ma ho bisogno di fare una correzione al testo .. Carioca è il cittadino della città di Rio de Janeiro. La Hazy Hamlet è Maringaense piedi rosso con orgoglio!
Grazie mille per la segnalazione e per le belle parole, ho corretto e ho messo che sono di Maringà!
Ops!! Scusate per l’errore e grazie CapRo per aver già corretto!