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Giungono al secondo album i canadesi Untimely Demise, autori di una proposta speed thrash che si va ad affiancare alle centinaia che la loro madrepatria, da sola, ha saputo regalarci dalla nascita del movimento heavy metal. Dopo due produzioni indipendenti, la prima demo “Full Speed Metal” del 2009 ed il full length “City Of Steel” del 2010 (ristampato nel corso del 2011 dalla Sonic Unyon Metal, oltre che dalla War On Music su vinile nel corso del 2012), i Nostri si accasano presso la nostrana Punishment 18 Records, che licenzia ufficialmente il nuovo “Systematic Eradication” durante il mese di ottobre 2013, oltre a prevedere una nuova ristampa di “City Of Steel” nel dicembre 2013.
“Squadra che vince non si cambia”: non v’è altro detto che riuscirebbe a sposarsi altrettanto bene come quello appena riportato con il quartetto in sede d’esame, che ancora una volta ripercorre i passi già compiuti con le due precedenti release.
Ritroviamo quindi il fulcro della band nei fratelli Cuthbertson, nuova registrazione presso gli Eclipse Studio dell’ex Megadeth Glen Drover (nuovamente ospite in alcuni brani come chitarra solista), nuova copertina ad opera del “solito Repka”, esattamente lo stesso iter delle due opere precedenti. Una scelta quest’ultima opinabile, considerato come ormai le cover del sempre perfetto Repka siano alla stregua del prezzemolo, presenti in ogni dove; a loro “discolpa”, è indubbio quanto una firma così nota possa contribuire ad una maggior notorietà per una band che difficilmente si emanciperà dalla condizione di combo underground, data la proposta inquadrata e non originale in toto, seppur fortemente personale. V’è da dire che, se a livello grafico non si può controbattere nulla ai Nostri, a parte un sentimento di déjà vu che ormai risulta naturale visionando un artwork di repkiana memoria, a livello di qualità sonora un pizzico di disappunto non risulta innaturale a chi ha già avuto a che fare con la band ed i due precedenti lavori; difficile come sempre trovare suoni ben definiti, seppur la produzione in questione risulti naturale a differenza delle uscite basate sulla perfezione (e finzione) sonora che va attualmente molto in voga, punto decisamente a favore della band.
Solo otto i brani contenuti in “Systematic Eradication”, per 34 stringati minuti di musica. Un minutaggio “degno” degli anni ’80, quando le band si limitavano allo stretto indispensabile, offrendo prove compatte senza gli ormai arcinoti “fillers”. Questo sembra essere il proposito dei Nostri che, come già fatto in passato, non si perdono in convenevoli e vengono direttamente al sodo, lanciandosi a tutta velocità verso la meta. Matt Cuthbertson ritorna a cantare in maniera decente, abbandonando il tentativo poco riuscito che aveva “ammorbato” il debut, ponendosi a metà strada fra la timbrica aggressiva ma non troppo sporca del demo d’esordio ed il growl di “City Of Steel”. Le armi a disposizione dei nostri sono ben affilate: tecnica sopra la media, songwriting più che discreto e sempre ricercato, un utilizzo della melodia che esalta certe partiture ritmiche che altrimenti lascerebbero un senso di “incompiuto”, in generale la necessità di non lasciare nulla al caso e senza una forma ben precisa. Non sarebbe utile un track by track del lavoro: basti pensare ad una linea invisibile che accomuna le otto tracce, sulla falsariga dei mostri sacri della West e della East Coast americana, oltre che del natio Canada, in primis Megadeth, Testament, gli onnipresenti Death, Annihilator, Toxik e così via, giusto per citare i primi nomi che “saltano all’orecchio” durante l’ascolto di “Systematic Eradication”.
Proprio per la durata davvero limitata (oltre alle varie sfaccettature melodiche e soliste sulle quali è imperniato), l’album riesce davvero a non stancare, al contrario non risulterà difficoltoso schiacciare nuovamente il tasto play al termine dell’ascolto. Una band da scoprire senza per forza doverla apprezzare al primo ascolto, il cui ricercato songwriting, come già detto mai lasciato al caso nè banale, vi lascerà nuovi ricordi e nuovi particolari prima rimasti sopiti o finiti in secondo piano durante un frettoloso ascolto. Il consiglio è, come sempre, d’ascoltare senza essere prevenuti: non aspettatevi la definitiva incarnazione di thrash band, ma semplicemente un gruppo di amici, musicalmente (e strumentalmente) dotati che hanno deciso di unire le forze per divertirsi, pur senza incappare in un approccio frettoloso e poco professionale, tutt’altro. Ecco che così il cd può assumere i connotati che si merita: “un lavoro di appassionati per appassionati” (cit.), cosa chiedere di più? Supporto!
Tracklist:
1. Spiritual Embezzlement
2. The Last Guildsman
3. Somali Pirates
4. Redemption
5. Navigator’s Choice
6. A Warrior’s Blood
7. Revolutions
8. Escape From Supermax
Line-up:
Murray Cuthbertson – Basso
Matt Cuthbertson – Voce, Chitarra
Cory Thomas – Batteria
Sam Martz – Chitarra
Sito ufficiale: https://www.facebook.com/UntimelyDemiseMetal
Facebook: https://www.facebook.com/UntimelyDemiseMetal
Sito Punishment 18 Records: http://www.punishment18records.com