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I Nechbeyth vogliono ridurre in cenere i vostri deboli timpani. I Nechbeyth vogliono la vostra morte (possibilmente più dolorosa possibile…). I Nechbeyt vogliono lanciare mille bombe atomiche su questo schifoso mondo.
Sono questi i pensieri che possono venire ascoltando i Nechbeyth. Stiamo parlando di un gruppo proveniente addirittura dal lontanissimo Singapore, quindi dall’Asia, da cui ultimamente si stanno facendo sentire alcune delle formazioni di black/death bestiale più selvagge e furiose che si siano mai sentite, soprattutto dalla vicina Thailandia (a questo punto, vi consiglio caldamente i Goatchrist 666, una vera bomba al plutonio!). I Nechbeyth non sono neanche dei novellini, visto che si sono formati nel 2001, mettendoci ben dieci anni per realizzare l’album di debutto, cioè “Blood. Axis. Domination” (un titolo molto alla Revenge), rilasciato presso la connazionale Vrykoblast Productions. Ora, accasatisi presso la tedesca Iron Bonehead Records, se ne sono usciti con questo mini-LP di cinque pezzi per 18 minuti circa che scorrono via che è… una piacevole tortura.
A dire il vero, il disco non comincia nel migliore dei modi: il via viene dato con una lunga intro di quattro minuti e mezzo che, un po’ ambientale, un po’ (soprattutto) musicata, è praticamente inutile da quanto è prolissa. Ma poi scappate finchè siete in tempo, perchè da “Ruination Conquest” in poi vi aspetta l’Olocausto sonoro. I Nechbeyth distruggono tutto e tutti con un black/death bestiale che non conosce tregua e che trae ispirazione direttamente dai mostri sacri del genere, roba come i Black Witchery, i Conqueror e i Bestial Warlust. Aspettatevi blast-beats a oltranza. Aspettatevi chitarre isteriche (e che non provano neanche una volta a suonare una forma, anche “storta”, di assolo). Aspettatevi urla e grugniti totalmente folli, fra cui un acuto assurdo (che ricorda tantissimo quelli dei danesi Blaspherit) in “Coerce Axiom”. Aspettatevi una furia incontrollabile, implacabile, atomica, che trova perfetta sublimazione proprio in “Coerce Axiom”, che è fra l’altro l’unica canzone a durare poco meno di tre minuti, perchè le restanti spesso sfiorano, se non raggiungono, i cinque minuti di durata, proprio come nei Conqueror. Aspettatevi quindi una violenza incalcolabile che rende parecchio difficoltoso l’ascolto, non solo per i neofiti, e per questo vi raccomando, se volete capire veramente i Nechbeyth, di ascoltarli più e più volte. Anche perchè la produzione del disco, tipica del black/death bestiale degli anni ’90, è stata impostata su frequenze basse, quindi a primo acchito potrebbe risultare poco efficace, ma è proprio questo il bello: l’ascoltatore deve soffrire per comprendere tutto questo caos di immane proporzioni, e solo quando ci riuscirà si sentirà enormemente gratificato (da ora in poi chiamatemi Flavio il Saggio Masochista!).
Ma i Nechbeyth non sono solo violenza e basta. Anzi. Sono molto più dinamici di quanto possano sembrare in superficie. In questo senso è esemplificativo il lavoro fenomenale e isterico del batterista, sempre pronto ad aiutare i compagni magari tirando dei tempi medi sorprendentemente grooveggianti (seppur qui, paradossalmente, ci sia un deja-vù in “Lynch Directive”, i cui momenti groove assomigliano molto a quelli della precedente “Coerce Axiom”). Inoltre ha tanto da insegnare una canzone come “Eradication Vortex”, che ha una parte centrale rallentata da antologia, utile per ricominciare alla perfezione i bombardamenti a tappeto tanto cari a questi tre pazzi asiatici.
Inzumma, come i maestri del genere, i Nechbeyth o si amano o si odiano, la via di mezzo è impossibile come il sole a mezzanotte. E il bello è che, pur non inventando una cippa e pur utilizzando praticamente tutti i clichè del black/death bestiale, sono riusciti miracolosamente a far mandare avanti il discorso dei Bestial Warlust e dei Conqueror, che lo interruppero anni e anni fa, massimizzando, se possibile, il livello di violenza e di caos totale, seguendolo con una precisione metodica così da non far stancare l’ascoltatore. E questo, cari miei, è da applausi a scena aperta, ergo chissenefrega dell’originalità e beccatevi ‘sto massacro!
Tracklist:
1 – Intro/KMST Oath
2 – Ruination Conquest
3 – Eradication Vortex
4 – Coerce Axiom
5 – Lynch Directive/Outro
Line-up:
Zavael – voce
Israfil – chitarre
LB – batteria
BandCamp: http://superiorityapex.bandcamp.com
Etichetta Iron Bonehead – www.ironbonehead.com