Fallujah – The Flesh Prevails (2014)

Titolo: The Flesh Prevails
Autore: Fallujah
Genere: Atmospheric / Progressive / Technical Death Metal
Anno: 2014
Voto del redattore HMW: 9
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E’ arrivato sugli scaffali dopo un’attesa che definire morbosa è poco. E’ stato anticipato da una serie infinita di spoiler e recensioni (sopratutto dei colleghi d’oltreoceano che l’hanno potuto ascoltare in esclusiva) tutte concordi a definirlo come l’album dell’anno e, spesso e volentieri, come il miglior disco di technical death metal da “The Sound Of Perseverance” in avanti. Chi ne ha ascoltato un’anteprima ha dovuto inventare nuove categorie di aggettivi (tutti al superlativo) per riuscire a descrivere a parole quanto i propri padiglioni auricolari fossero arrivati vicini all’orgasmo.
E alla fine giunge anche da noi “The Flesh Prevails” dei Fallujah. E’ succede che..
.. succede che viene spazzato via tutto. Succede che quelli che sostenevano che questo disco avrebbe riscritto la storia del metal estremo avevano ragione. Succede che chi diceva che il death metal non sarebbe stato più lo stesso stava dicendo la sacrosanta verità. Perchè, in estrema sintesi, ci troviamo davanti a qualcosa di semplicemente DISUMANO.
Un’esperienza totale, onnicomprensiva e probabilmente irripetibile. Immaginatevi di prendere un gruppo giovane come i The Faceless di “Autotheism”, aggiungete un tappeto continuo atmosferico di tastiere e degli incroci di chitarra solistica dall’armonia e dal contenuto tecnico sovraumani. Mescolate tutto questo e non avrete comunque l’idea di quello che vi aspetta in questo platter. Perchè è tutto suonato più velocemente ma senza perdere un milligrammo di pulizia in sede resa sonora. Perchè i blastbeat – e in generale il lavoro di Andrew Baird alla batteria – sono qualcosa che non può essere riprodotto da un essere umano normale. Perchè, quando i ritmi si abbassano, si spande un’atmosfera eterea di pace che è impossibile trovare in altri ensemble del genere.
Ascoltare per credere. Mettete su per esempio “Carved From Stone”. Attendete un paio di minuti e poi perdetevi nella sua parte di mezzo. C’è dentro qualsiasi cosa: l’ossessionante martellare della batteria rallenta, le asce librano in aria, fluttuando in parti solistiche meravigliose e poi tutto si ferma, tra voci pulite e un arpeggio, distante. Poi si ricomincia con la mattanza, a mille all’ora, come a bordo di un missile terra-aria. Esplode tutto nelle successive, gemelle, “The Night Revails”/”The Flesh Prevails”. Le partiture della coppia Carstairs/James si fanno ancora più intricate e cervellotiche e ogni solo sembra raggiungere la perfezione che non era stata possibile riscontrare in quello precedente. Anche qui la sezione ritmica Baird/Morey raggiunge livelli stratosferici, con la novità che nelle parti più lente e meditatamente d’atmosfera troviamo anche una voce femminile, placida, suadente, perfettamente a suo agio. Come a dire: “I gruppi death normalmente campionano i carri armati che sparano? Benissimo, noi facciamo impallidire chi provi a mettersi al nostro livello di brutalità e perizia tecnica, ma nel mezzo della canzone mettiamo synth dappertutto e facciamo cantare una donna”. E cosa si può obiettare? Nulla, perchè l’esperimento vocale non viene abbandonato, ma viene anzi riproposto nelle successive “Levitation” e “Alone With You”. Quest’ultima è un intermezzo trip-hop (!!) manco fossero i Massive Attack, che deflagra nella strumentale e stupenda “Allure” un perfetto ibrido tra richiami elettronici e ritmiche marziali e cadenzate, con il lavoro delle chitarre a tessere trame inarrivabili in quanto a pulizia e maniacale precisione.
Ma se non fosse abbastanza, il meglio i Fallujah se lo sono tenuto per le ultime due tracce: il riff-rama di “Sapphire”, infatti, riesce quasi ad adombrare tutto il resto: complesso, brutale ma dolce nei suoi passaggi (se così si può dire) melodici, senza mai una sbavatura, senza mai un attimo di respiro, senza mai una nota fuori posto. Potrebbe essere il climax dell’intera opera. Ma poi arriva il vero capolavoro. La gemma più lucente. “Chemical Cave” è semplicemente di un altro pianeta. Punto. Fine delle discussioni. E’ impossibile riuscire a trovare un termine di paragone o un metro di giudizio utilizzando parole conosciute. Oppure basta spararla grossa: ci troviamo di fronte a uno dei brani tra i migliori che, chi scrive, abbia mai avuto il privilegio di trovarsi nelle orecchie. Passaggi di chitarra complessi ogni oltre limite che si intrecciano tra di loro e raggiungono vette di pathos ed emozione pura incalcolabili; i synth colorano tutto, quasi a imprimere nell’eternità una composizione forse concepita in una galassia ancora sconosciuta; Baird dietro le pelli gestisce da par suo la situazione e il growl di Alex Hofmann deve solo intervenire per pochi secondi. Perchè non serve di più, in realtà.
E poi tutto sfuma, lentamente e meravigliosamente. Si vorrebbe schiacciare ancora play all’infinito, a riempire l’aria nuovamente di quest’opera maestosa, che sembra finita troppo in fretta. Perchè poi, in fine dei conti, è un disco che dura 42 minuti. Questi suonano technical/progressive/atmospheric death metal, sono ipertecnici, ritmicamente allucinati e registrano qualcosa di probabilmente irripetibile. E lo fanno in nove pezzi per 42 minuti, al termine dei quali non ci si accorge di essere arrivati alla fine.
Aggiungere altro è veramente superfluo. Il futuro è qui. Il banco è saltato.
I Fallujah. E poi solo il silenzio.

Tracklist:
1. Starlit Path
2. Carved From Stone
3. The Night Reveals
4. The Flesh Prevails
5. Levitation
6. Alone With You
7. Allure
8. Sapphire
9. Chemical Cave

Line up:
Rob Morey: batteria
Alex Hofmann: voce
Scott Carstairs: chitarra
Andrew Baird: batteria
Brian James: chitarra

Sito ufficiale: www.facebook.com/fallujahofficial
Etichetta Unique Leader – http://www.uniqueleader.com

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