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Questo è tipo il primo disco della Metal Blade che mi ritrovo a recensire e come inizio non è neanche male visto che è il turno di “Die Evil”, terzo album (in soli quattro anni di carriera!) dei Satan’s Wrath. Stiamo parlando di un gruppo che, nato come duo fondato dal polistrumentista ultra-tatuato Tas Danazoglou (che ora si limita a cantare e basta), è adesso divenuto un quintetto con tutti gli attributi abbastanza apprezzato fra i cultori della vecchia scuola, il cui mito, piuttosto che scemare, sta diventando negli anni sempre più grande. E con questo nuovo parto, ‘sti greci (anche se vi si trova in formazione un inglese come Nathan Perrier) non deludono le aspettative dei fan, anche se… ma non passiamo subito alle conclusioni, perdio!
I Satan’s Wrath, classicissimi già dal nome, suonano un semplice black/thrash metal d’annata orientato per quasi tutto il tempo su dei tupa-tupa non così velocissimi ma che, bandito totalmente qualsiasi tipo di blast-beat, vengono alternati qui e là da qualche epico uno-due parecchio heavy metal (come in “Satanic War”) mentre non mancano delle parti in mosh (tipo in “Diabolical Shudder” e nella titletrack) capaci di dare una bella spinta all’intero discorso. Tutte le canzoni, che spesso partono lente o in modo molto atmosferico, sono veloci e spietate, l’unica eccezione è costituita dalla venomiana e groovy “Coffinlust”, messa giustamente nel mezzo della scaletta.
Oltre a tutto ciò, nel black/thrash dei Satan’s Wrath la chitarra solista riveste un ruolo fondamentale. Questo non solo perché essa completa spesso i riff della ritmica con delle melodie malefiche e oscure ma anche perché gli assoli sono frequenti, con i due chitarristi che frequentemente si danno il cambio per suonarli.
Una parte molto importante la riveste anche la voce, altro elemento in grado di creare ancor di più una maledetta atmosfera black metal. Infatti, la voce di Tas non è solo distante (forse un pochino troppo ma vabbè) ma è anche riverberata veramente un casino. Inoltre, cosa molto a là primissimi Sodom (quelli dell’infame “Witching Metal”, per intenderci), Tas spara praticamente un rozzissimo ruggito che di sicuro piacerà a chi si ciba di pane e anni ’80.
Insomma, tutto molto figo e malvagio, tutto così dannatamente retrò e “puro”, anche se… ecco, anche se il disco scema di interesse lungo la sua seconda parte, nella quale il discorso si fa purtroppo un po’ ripetitivo e prevedibile. Le prime cinque canzoni invece sono più inventive e incisive e una menzione d’onore se la meritano le già citate “Satanic War”, “Diabolical Shudder” e “Coffinlust”. E poi forse non avrebbe fatto male un altro pezzo sulla falsariga di quest’ultimo da mettere magari subito prima di quello finale, cioè “Castle Of Torment”. Infine, non sarebbe guastato un lavoro di batteria un po’ più vario ritmicamente parlando e da questo punto di vista gruppi moooolto più giovani come i norvegesi Inculter hanno tanto da insegnare ai Satan’s Wrath.
In conclusione, è un peccato che la seconda parte dell’album non sia così avvincente come la prima, anche perché le premesse per un gran finale c’erano veramente tutte. Ma “Die Evil” rimane pur sempre un buon lavoro, devoto sì totalmente alla vecchia scuola ma senza farne un banalissimo copia-incolla, seppur, com’è ovvio del resto, i richiami palesi a gente come gli Slayer (sentitevi “Diabolical Shudder” e poi ditemi) siano comunque immancabili. Ma ormai il dado è tratto.
Tracklist:
1 – Raised on Sabbaths
2 – Satanic War
3 – Diabolical Shudder
4 – Die Evil
5 – Coffinlust
6 – Dead of the Shallow Graves
7 – At the Strike of Twelve
8 – A Mindless Servant of Satan
9 – Castle of Torment
Line-up:
Tas Danazoglou – voce
Stamos K – chitarra
V – chitarra
Costa – basso
Nathan Perrier – batteria
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Etichetta Metal Blade Records: http://www.metalblade.com