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Certo che è assurdo: se ben ricordate, nella rece dei Principality Of Hell scrissi che la World Terror Committee avrebbe dovuto dare meno spazio al black puro in favore di gruppi più stradaioli e ibridi come il suddetto. L’avessi mai detto! No perché, da quando ho ascoltato “The Dead Of The World” dei tedeschi Ascension, mi sono letteralmente innamorato della WTC Prod, e adesso attendo con spasmodica curiosità ogni sua uscita, che poi sistematicamente si dimostra (quasi) sempre un capolavoro.
Questo fatto di azzeccarci ogni volta è avvantaggiato dalla politica stessa dell’etichetta, la quale preferisce sfornare poco materiale ma di alta qualità piuttosto che pubblicare porci e cani, supportando così in genere gruppi che danno una fondamentale importanza sia alla musica (rigorosamente black metal) che ai testi e che rimandano solitamente a un ermetico immaginario occulto/filosofico. E a queste caratteristiche non sfuggono di certo i greci Acherontas, quintetto nato nel 2007 per volere di Acherontas V. Priest dopo la morte dei suoi Stutthof (il nome di un campo di sterminio nazista in Polonia). I nostri, che dal 2012 si avvalgono dei servigi del giramondo batterista toscano Gionata Potenti e che vengono a torto considerati come un gruppo NSBM (ipotesi comunque non del tutto infondata se si tiene conto che gli Stutthof, oltre al nome dubbio – ma questo non significa niente, altrimenti addirittura i simpatici Wehrmacht sarebbero da considerare dei nazisti! – , pubblicarono fra gli altri uno split con i finlandesi Satanic Warmaster, formazione famosa per le sue simpatie di estrema destra), hanno quest’anno rilasciato il loro quinto album “Ma IoN (Formulas Of Reptilian Unification)”, e dico subito che ‘sto lavoro merita moltissimo.
Prima di tutto, un avvertimento: se volete addentrarvi nell’universo mistico degli Acherontas, state moooolto attenti. Dico questo perché l’album ha la durata alquanto ambiziosa di 70 minuti per 11 pezzi. Inoltre, è curiosa la struttura stessa del disco visto che solitamente a ogni brano black metal ne segue uno d’atmosfera, non necessariamente strumentale e comunque di natura ritualistica. Peccato però che le canzoni black metal siano solo cinque ma perlomeno sono belle lunghe dato che spesso durano sui 9/10 minuti.
Parlando ora finalmente del massacro sonico perpetrato dagli Acherontas, questi cinque cristoni poco rassicuranti suonano un black metal fantasioso e dai toni occulti molto ben equilibrato fra parti veloci (solitamente in blast-beats) e medio-lente (spesso doom), rese però entrambe costantemente profonde e interessanti da Gionata aka Thorns, batterista parecchio dinamico e inventivo che non lascia davvero nulla al caso. E il bello è che c’è un eccellente equilibrio anche fra le parti cattive (memorabili quelle ossessive e ipnotiche di “Nereid Tide Of Neptune’s Rudra”) e quelle più melodiche, mostrando quindi un’ottima versatilità che si riflette pure nel cantato, sempre alternato fra vocalizzi tipici del black metal e altri più puliti e sciamanici. Inoltre, nella musica dei nostri spesso emerge una forte aura norvegese che traspare anche nei momenti più maestosi e solenni ma non bisogna assolutamente dimenticare neanche la fantastica interazione fra le due chitarre, la quale talvolta permette a queste ultime di sfogarsi con dei soli veri e propri pure sorprendenti per i canoni del genere (oddio, non aspettatevi comunque una roba a là Ascension, anche perché gli assoli sono qui merce rara).
Le canzoni sono molto varie fra di loro ma per particolarità spiccano su tutte le ultime due, cioè il tour de force da ben 11 minuti (i primi tre sono però d’atmosfera) “Behind The Eyes Of Irida”, perlopiù furiosa ma dalle melodie tristi e maestose oltreché dal cantato pulito e parlato in greco (a dire il vero, ‘sto pezzo è il meno efficace del lotto, sarà forse proprio per la voce un po’ monotematica); e “Therionic Transformation”, nella quale i due chitarristi si danno addirittura e con frequenza il cambio per suonare dei begli assoli melodici.
Una caratteristica curiosa dei pezzi è che tendono a rallentare nei minuti finali, lo dimostrano il rallentamento quasi depressivo della titletrack o quello, dapprima oscuro poi meravigliosamente astratto e sperimentale, di “Lunar Transcendence & The Secret Kiss Of Nut”. E quindi, insomma, aspettatevi delle sorprese perchè gli Acherontas non sono assolutamente un banale gruppo black metal che scopiazza spudoratamente i capiscuola degli anni ‘90.
L’album è parecchio interessante anche dal punto di vista lirico visto che, a detta degli Acherontas, esso “rappresenta la chiave per sbloccare i misteri nascosti nel sottosuolo” per la trasformazione mistica dello stregone, partendo però dall’adorazione della cosiddetta Dea Primordiale, cioè Typhon (identificabile pure con Madre Natura), il cui culto è più antico di quello cristiano, ergo poggia le proprie basi su una religione matriarcale e non patriarcale (leggasi misogina). Quindi, gli Acherontas sono forse dei femministi? Ahah, ha fatto la battuta (Carlo Verdone docet)!
Per farla breve, gli Acherontas suonano un black metal con gli zebedei d’acciaio anche se, a ogni modo, “Ma IoN (Formulas Of Reptilian Unification)” non è comunque un capolavoro perché certi momenti, come già scritto, non sono esattamente incisivi (si veda a tal proposito anche la lunga e ossessiva sfuriata in blast di “Lunar Transcendence & The Secret Kiss Of Nut”, un pochino pesante e forse prolissa). Inoltre, ripeto che è un peccato che i pezzi black siano solo cinque, una quantità praticamente risicata. Però oh, questi non sono difetti poi così rilevanti, in fondo gli Acherontas suonano un black metal interessante e inventivo senza però essere così complesso, inoltre la produzione dell’album è bella sporca e maledetta. Ergo, se andate pazzi per tutto questo mal di Satana, sicuramente ‘sti greci non vi deluderanno, ve lo garantisco.
Nota: è da segnalare la partecipazione, in qualità di ospiti in alcune canzoni purtroppo non meglio specificate, di ar-Ra’d al Iblis dei Nightbringer, Nebiros dei Malign, TT degli Abigor, Indra dei Goatvomit (ed ex – Tatir, storico gruppo black greco, seppur minore), Edgar Kerval degli Emme Ya e Jhon Longshaw Azrvan Amam Akaran dei Black Seas Of Infinity.
Tracklist:
1 – Fires of Prometheus
2 – Nereid Tide of Neptune’s Rudra
3 – Convolut-ion, Manifestat-ion, Secret-ion, Karma-Iravatl the Thunders Emerged
4 – Ma-IoN (Formulas of Reptilian Unification)
5 – Permutation in the Aetheric Void (Ma-IoN Sacred Seal)
6 – Shaman and the Waning Moon
7 – Lunar Transcendence & the Secret Kiss of Nut
8 – The Awakening of Astral Orphic Mysteries/Behind the Eyes of Irida
9 – Copper Arcana
10 – Therionic Transformation
11 – Orgiastic Feast of Flesh, Beheld Thine Vicissitude
Line-up:
Acherontas V. Priest – voce/chitarra
Saevus H. – chitarra
Hierophant – basso
Scorpios Androctonus – tastiere/basso/voce
Thorns – batteria
FaceBook: http://www.facebook.com/pages/Acherontas/144671698890576
Etichetta World Terror Committee: http://www.w-t-c.org