Slayer – South Of Heaven (1988)

Titolo: South Of Heaven
Autore: Slayer
Genere: Thrash Metal
Anno: 1988
Voto del redattore HMW: 9
Voto dei lettori: 6.5/10
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“South Of Heaven” è il quarto album in studio degli Slayer, pubblicato il 5 luglio 1988 dalla Def Jam Recordings. Dopo il successo raggiunto con “Reign In Blood” pubblicato due anni prima, gli Slayer danno vita a un disco meno brutale.
“South Of Heaven” mostra un po’ di rallentamento del ritmo dei brani, ma mantenendo sempre un sound incisivo. Alla composizione dei brani dà un grande contributo anche Tom Araya cantante e bassista. “South Of Heaven” è stato messo in discussione da alcuni fans che volevano un’altro album estremo come “Reign In Blood”, ma ricevette lo stesso dei commenti positivi e fu certificato disco d’oro negli Stati Uniti. “South Of Heaven” si presenta molto cupo a partire dalla copertina dove è ritratto un enorme teschio ricoperto in un mare di sangue.

“South Of Heaven” traccia per traccia:

L’apertura è affidata alla titletrack “South Of Heaven”. Fin dalle prime note si sente subito il cambio di sound e di songwriting, l’arpeggio iniziale che costruirà il tema del pezzo è oscuro e maestoso allo stesso tempo, il drumming di Lombardo preciso e puntuale alle cadenze ritmiche, la voce di Araya è straziante, rende macabra l’atmosfera del brano e le chitarre premono molto nel ricreare l’atmosfera infernale. Il sound si fa pulito e potente, gli assoli finali sigillano la bellezza di una song divenuta un classico della band. Il testo è a cura di Araya, descrive un’anima nera che porta scompiglio e morte. Le anime vengono condannate per l’eternità, mentre il ritornello cita “sud del paradiso” come a voler indicare la via per gli inferi.
“Silent Scream”: rasoiata micidiale, la band ritorna alla violenza e alla velocità. Una breve serie di stop and go lascia spazio al riff principale, ripreso dalle rullate di Lombardo e dalle sue sezioni furiose di doppia cassa. La voce di Araya si fa cupa, sofferente e maligna. Non ci sono momenti di pausa nemmeno in tempi medi, con King e Hanneman mostruosi. Il testo è scritto da Araya e tratta di temi quali la guerra e le conseguenze che pagano i bambini. Il “grido silenzioso” è quello dei bambini coinvolti in massacri, spettatori di violenza, bruciati e sepolti vivi.
“Live Undead”: il riff iniziale è minaccioso in tempi medi. Le rullate di Lombardo si assestano su battiti più ragionati, tra passaggi di doppio pedale e ricadute al limite del doom più oscuro. Le chitarre mettono il freno per andare su un palm muting non troppo eccessivo. Il testo viene scritto da Araya/King e parla di un essere intrappolato nella bara, risulta non essere morto ed è deciso a ritornare in vita. Il suo corpo si trasforma e diventa un mostro assetato di sangue.
“Behind The Crooked Cross”: richiama la”croce uncinata” usata dai nazisti durante la seconda guerra mondiale. Un riff ruvido, seguito poco dopo dalla batteria tutto in tempo medio. La voce di Araya si fa pulita in un thrash molto groove. Il testo, scritto da Hanneman, parla del genocidio operato dai nazisti nei campi di sterminio.
“Mandatory Suicide”: brano monumentale tutt’oggi eseguita in ogni live. L’atmosfera è angosciante, lugubri fraseggi delle chitarre ed un groove apocalittico nel riffing in palm muting, i ritmi si trasformano tra mid-tempo ed un tempo dinamico ma non molto veloce, con il fraseggio che ha dato fama alla canzone. Gli stop and go sono frequenti e lo stile di Lombardo in costanti cambi di tempo ed improvvisi controtempo. La voce di Araya si fa meno rabbiosa. Il testo scritto da Araya tratta delle atrocità della guerra in uno scenario apocalittico che richiama il suicidio di un soldato che è stufo di tutte le atrocità che vede.
“Ghosts Of War”: la traccia inizia dopo 20 secondi con una lunga serie di up-tempo a supportare il riffing delle chitarre, palm muting selvaggio alternato per donare pura potenza nelle orecchie dell’ascoltatore. Il testo viene scritto da King e parla della rinascita dei soldati caduti in guerra, che risorgono per vendetta e uccidono.
“Read Between The Lies”: la musica mostra ancora una volta una cadenza groove, con le chitarre che fraseggiano su tempi medi. Riff in palm muting, la voce di Araya meno graffiante. E’ un duro attacco verso la religione, Araya si occupa di un testo che critica le offerte devolute alla chiesa, per incassare soldi facendo credere alla gente di aver ottenuto la salvezza eterna.
“Cleanse The Soul”: cattiva, rabbiosa, tipica Slayer. Un oscuro riff iniziale lascia spazio alla voce di Araya ritornata bella selvaggia. Riffing veloci, tempi medi veloci, il testo viene scritto da Araya e parla di un rituale di purificazione dell’anima di corpi morenti.
“Dissident Aggressor”: un tributo ai loro ispiratori Judas Priest. Lo stile della traccia rimane uguale all’originale ma la pesantezza dei riffing e la velocità degli Slayer rende la track thrash. Nella canzone viene pronunciata la parola “Berlino” forse come simbolo di ribellione dato che lo stesso testo parla proprio della ribellione.
“Spill The Blood”: canzone molto lenta considerando lo stile Slayer. L’inizio è angosciante ed opprimente grazie agli arpeggi, le rullate di Lombardo introducono la seconda chitarra in riff aperti. La voce di Araya sembra una cantilena, il testo è scritto da Hanneman e parla di un suicidio. “Spillare il sangue” probabilmente si riferisce al tagliarsi le vene.

Giungiamo così alla fine di questo gran bell’album dei thrashers Slayer.

Tracklist:

1. South of heaven
2. Silent scream
3. Live undead
4. Behind the crooked cross
5. Mandatory suicide
6. Ghosts of war
7. Read between the lies
8. Cleanse the soul
9. Dissident aggressor
10. Spill the blood

Line-up:

Tom Araya – Vocals, Bass
Dave Lombardo – Drums
Kerry King – Guitars
Jeff Hanneman – Guitars

Sito ufficiale: http://www.slayer.net
Facebook: https://www.facebook.com/slayer

Recensione realizzata da Gerardo di Slaytalian Army

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