11/09/2016 : Hardcore Superstar – Cassano Magnago (VA)


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11/09/2016 : Hardcore Superstar – Area Feste, Cassano Magnago (VA)

HARDCORE SUPERSTAR

Che gli Hardcore Superstar si sentano di casa qui in Italia è attestato da una serie di dichiarazioni d’amore rilasciate della band nel corso del tempo, seguite sempre da numerosi show adrenalinici effettuati nel nostro Paese, nei quali hanno sempre potuto contare su uno zoccolo duro di fans sempre pronti a farsi trascinare dall’hard rock degli svedesi. Dopo la data di Perugia indoor, questa sera ci troviamo al cospetto di uno dei tanti eventi all’aperto organizzati a poca distanza da Milano. C’è da dire che l’organizzazione del Summer Music Festival ci ha tenuto a fare le cose per bene, predisponendo una maxi tensostruttura nella zona del palco principale che avrebbe consentito di suonare anche in caso di pioggia; inoltre pare vincente anche la scelta di avvalersi di una serie di baracchini per lo street food che hanno saputo gestire bene la fase di rifocillamento degli spettatori, accorsi peraltro in buon numero. Purtroppo a seguito di un ritardo giungo in loco solo durante l’esibizione dei rockers imolesi Speed Stroke, abili nel far presa sui fans già assiepati in buon numero sotto il palco, sciorinando una colata di rock a volumi elevati, proponendo estratti dal nuovo lavoro, “Fury”, uscito ad inizio anno. Il gruppo romagnolo conquista con nuovi pezzi -tra i quali, “Demon Alcohol” e “From Scars To Stars”- una parte di fans già lì in attesa del main event. Il plauso tributato al termine dello show dei nostri è motivo di soddisfazione per il gruppo, che ha ben sfruttato l’occasione di suonare di spalla agli HCSS.

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Passa una mezzoretta e con un po’ di ritardo rispetto alla programmazione salgono sul palco gli Hardcore Superstar, accolti come al solito da un boato da un pubblico decisamente in forma. La partenza va ad attingere al passato con “Hello/Goodbye”, seguita dall’unico estratto di “HCSS” – “Touch The Sky” – che spalanca la strada ai classici “Liberation” (che sommata ad altri pezzi farà di “Bad Sneakers And A Piña Colada” uno degli album maggiormente chiamati in causa) e “My Good Reputation” cantate all’unisono col pubblico. Se dal punto di vista della tenuta del palco il gruppo svedese è sempre una garanzia assoluta, grazie in particolar modo alle qualità di un frontman di razza come Jocke Berg (ma anche al grande amalgama in seno alla band), dal punto di vista dei suoni assistiamo a dei volumi esagerati (oltre ad un suono sporco un po’ per limiti del mixing e un po’ per camuffare l’appannamento vocale del cantante, che il nostro cerca di camuffare con le sue doti istrioniche). Queste pecche non tolgono comunque il lato ludico e divertente dello show dei quattro svedesi che, in mezzo ad un buon feeling venutosi a creare col pubblico, ci servono una carrellata della loro carriera: da “Silence For The Peacefully” e “Dreamin’ In A Casket”, tratte dall’omonimo disco, sino alle spumeggianti “Wild Boys” e “Someone Special”, non rese invero in maniera ottimale dalla band. È sempre incredibile constatare l’adrenalina e la voglia che mostra Adde alla batteria e nell’interpretazione delle backing vocals così come Vic Zino che a volte salta come una cavalletta (ogni tanto a scapito della perfezione esecutiva, ma va bene così!!) e altre volte sciorina pose plastiche per il pubblico sotto lo sguardo benevolo del buon Martin al basso.

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È il momento di rispolverare “Punk Rock Song” che da un po’ non trovava più collocazione nelle setlist dei nostri, che anticipa “Last Call For Alcohol” -una delle hit da 90 dei nostri- preceduta dal servizio di shottini di Jagermeister da parte del bassista Martin. Per non allentare il diapason venutosi a creare viene sciorinata “We Don’t Celebrate Sundays” come chiusura del set ordinario del quartetto, in mezzo ad un vero e proprio tripudio.
Come detto è un peccato che una non perfetta resa sonora abbia contribuito a penalizzare parzialmente il concerto, perché se è vero che la conformazione della tensostruttura non fosse il massimo per ricavare dei bei suoni, dal banco del mixer avrebbero però potuto gestire meglio i flussi, ma tant’è. È giunta l’ora dei bis e quando la band rientra sul palco tra il plauso dei presenti parte con “Moonshine”, prima di rispolverare “Dear Old Fame”, chiudendo con l’ormai classica “Above The Law” sulla quale il pubblico viene invitato reiteratamente ad accompagnare il “Fuck the laws” del ritornello col dito medio, mentre in corso d’opera i nostri smontano pezzo per pezzo la batteria di Adde che li guarda ridendo.
Assistere ad un concerto degli Hardcore Superstar è di per sé un evento divertente, perché i quattro svedesi sono sempre pronti a dare fondo a tutte le proprie energie sul palco per far felici i propri fans; purtroppo questa sera la resa è stata inferiore alle mie alte aspettative. Detto questo vedo il pubblico incamminarsi verso casa con un bel sorriso stampato sulla faccia.

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Setlist Hardcore Superstar:

Hello/Goodbye
Touch The Sky
Libération
My Good Reputation
Silence for the Peacefully
Wild Boys
Dreamin’ in a Casket
Someone Special
Punk Rock Song
Last Call for Alcohol
We Don’t Celebrate Sundays
Moonshine
Dear Old Fame
Above The Law

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