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“Gli Obliterated nascono nel 2013 con la volontà di ricreare le atmosfere visionarie che hanno reso immortali band come Voivod, Nocturnus ed attualmente raccolgono nuovamente consensi grazie ai figlioli prodighi, i Vektor. Sci-fi or die! Questo il motto della band, persa fra sentieri cosmici e vuoti infiniti alla ricerca della dissonanza perfetta.”
No, questa non è la presentazione che la band fa di sè, semplicemente la prima idea (ovviamente espressa con termini meno diretti) che si concretizza in testa al primissimo ascolto di questa demo, “Fragments Of Infinity“; una demo corposa, diciamo pure un EP (con la sua sottile differenza), come tiene a sottolineare il mastermind Stefano Viola, che forse getta troppa carne al fuoco e avrebbe facilmente aperto la strada verso un full length più ragionato e magari meno “condensato”, vista la mole di idee ivi contenute e non omogeneamente sviluppate.
D’altronde, è forse lo stesso genere che esige lunghe composizioni con una continua alternanza di mid e up tempos, sfuriate e partiture acustiche, il cui esito può essere alle volte portentoso, alle volte ridondante. Gli Obliterated si pongono in un limbo a metà fra le due opzioni precedenti ma, vista la relativa giovane età del quartetto, i presupposti per una crescita in positivo ci sono tutti.
La formazione della presente demo risulta ad oggi variata, con Stefano Viola alla chitarra ed alla voce ed Adam Chahed alla batteria che perdurano, mentre il bassista Diego Sbriscia ha abbandonato il carrozzone. “Fragments Of Infinity” esce autoprodotto dalla band in edizione limitata a 200 copie.
Quattro brani per 29 minuti di musica, totalmente devoti al thrash ed al death metal tecnico. Si parte con “Creator Of Void”, brano impegnativo di quasi 12 minuti, che scorre felicemente con riff vincenti fino al lungo intermezzo acustico, per poi perdersi fra i suoi stessi solchi senza colpire nel segno, con una seconda porzione di brano facilmente elevabile al rango di canzone a sè stante. Troppi riff, che si perdono senza davvero essere stati recepiti. “Ouroboros” gode di un songwriting eccellente, ma come la precedente tende all’autocompiacimento, finendo per rimpastare troppe idee senza che l’ascoltatore possa davvero coglierne l’essenza. I brani degli Obliterated vincenti sono proprio quelli che seguono, dicesi “The Shores Of Chaos” e “Wings Of Macrocosm”, dove echi di Pestilence e DEATH fanno capolino fra un riff e l’altro (senza tralasciare l’onnipresente devozione ai Vektor), lasciando piacevolmente sorpresi con partiture al limite del classico heavy metal, assoli vincenti (da citare l’ospite Dylan Benelli in veste di solista, ormai diventato membro fisso della band) ed una sezione ritmica che convince.
Molte le idee, molti gli spunti, molte/i di esse/i decisamente centranti l’obiettivo; l’agente disturbante rimane solo la prolissità, visto che per davvero brani come “Creator Of Void” o “Ouroboros” avrebbero necessitato di qualche taglio per risultare più diretti e sicuramente più convincenti.
Le premesse ci sono e sono solide, senza contare che la tecnica non manca e va esclusivamente affinata, vista la strada perigliosa che Viola e compagni hanno deciso di intraprendere a livello compositivo… supporto agli Obliterated, meritano la vostra attenzione!
Tracklist:
01. Creator Of Void
02. Ouroboros
03. The Shores Of Chaos
04. Wings Of Macrocosm
Line Up:
Stefano Viola – Chitarra, Voce
Diego Sbriscia – Basso
Adam Chahed – Batteria