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12/05/2017 : Rage + Ereb Altor + Hour Of Penance (Dagda Live Club, Borgo Priolo – PV)
La serata del 12 maggio ci offre l’opportunità per tornare con grande piacere al Dagda Live club di Borgo Priolo, in occasione del RockLand MetalFest, giunto alla terza edizione! Il festival coprirà anche la serata successiva, ma noi ci occupiamo della prima, quella che prevede lo spettacolo dei sempreverdi Rage in qualità di headliner.
Come sempre al Dagda l’atmosfera è stata piacevolissima. Qualche problema tecnico, di suono, non ha inficiato la riuscita del festival.
Ma andiamo con ordine…
Per causa di forza maggiore (leggasi impegni lavorativi) non possiamo goderci lo show dei veronesi Sinphobia. Il nostro arrivo precede di poco l’esibizione della seconda band in programma, quella dei romani Hour of Penance.
HOUR OF PENANCE
La band nostrana, che può vantare ormai ben sette album all’attivo, ha pubblicato ad inizio anno “Cast The First Stone”, album che ha ottenuto molteplici consensi dagli amanti delle sonorità più estreme. La brutale band laziale deve inizialmente dedicarsi al soundcheck, evidentemente non affrontato in precedenza, che ne ritarda l’esibizione, ma appena attaccano a martellare con i loro strumenti inizia un vero terremoto. Il loro è un brutal death metal suonato con perizia e tecnica: non pensate che si tratti solo di potenza e impatto! Il genere proposto non è di facile assimilazione e nella dimensione live è richiesta massima attenzione per apprezzarne le sfumature. Non è comunque difficile scorgere sguardi soddisfatti tra gli appassionati presenti e anche noi possiamo attestare la qualità d’esecuzione che tutta la band ha dimostrato in questa serata.
EREB ALTOR
Un altro gruppo che ha rappresentato per me una novità è stato quello degli Ereb Altor. La band, inserita nel filone del viking, si è mossa tra sonorità epiche e qualche brano orientato al black. Come testimonia il loro lavoro più recente (“Blot – Ilt – Taut”) l’influenza dei Bathory è piuttosto evidente. L’esibizione della band scesa dalle fredde terre svedesi non è riuscita a scaldare il nostro animo. Al di là del genere proposto, è mancata la scintilla che portasse le atmosfere nordiche degli Ereb Altor a decollare. Anche un po’ di sfortuna ha accompagnato i quattro: ad un certo punto Ragnar è dovuto uscire di scena per problemi alla chitarra, lasciando che gli altri compagni terminassero il pezzo già iniziato senza il suo apporto. Come se non bastasse lo staff del locale, a causa del ritardo accumulato durante la serata, intendeva ridurre i tempi della loro performance. La band, intenzionata a proseguire comunque, si è vista interrompere abbastanza bruscamente la propria esibizione; i musicisti sono rimasti per un attimo straniti (così come il pubblico) e hanno lasciato il palco senza i consueti saluti finali. Serata non ottimale, auguriamo loro di rifarsi presto.
RAGE
Come spesso accade, le aspettative di buona parte del pubblico sono per gli headliner di giornata: i Rage!
La prolifica band tedesca ha già annunciato l’uscita del nuovo album, “Seasons Of The Black”, per fine luglio, eppure la pubblicazione di “The Devil Strikes Again” risale appena all’anno scorso. E così è proprio dalla titletrack dell’ultimo lavoro che il concerto prende il via (troveranno spazio successivamente “The Final Curtain”, “Spirits Of the Night”, e “My Way”). Qualche problema alla chitarra di Marcos Rodríguez fa capolino durante il pezzo e purtroppo per tutto il resto del live il suono della sei corde risulterà scadente, pur avendo noi scelto una posizione ideale per l’ascolto. Poco male quando ci sono i Rage e sopratutto Peavy Wagner: il frontman si conferma grande istrione e troverà il pubblico sempre pronto a seguirlo e supportarlo.
Ero personalmente molto curioso di vedere all’opera i suoi compagni d’avventura, ormai con lui da un paio d’anni. Vassilios Maniatopoulos alla batteria si è rivelato eccellente e Marcos ha mostrato tutto il proprio talento, nonostante i già citati problemi alla chitarra. Questi suonano, altroché se suonano!
Molto divertente vedere accanto sul palco Peavy e Rodríguez, mi hanno ricordato una vecchia pellicola con Schwarzenegger e DeVito, “I Gemelli”. Non a caso Peavy sostiene il suo chitarrista nell’interazione col pubblico e da buon fratello maggiore chiama gli applausi (ma se si arrabbiasse potrebbe mangiarselo!).
La scaletta predisposta attinge da molti album della band: in ordine sparso riporto “Great Old Ones”, “Shadow Out Of Time”, “Until I Die”, “End Of All Days”, “Deep In The Blackest Hole”, ”Back In Time”, “From The Cradle To The Grave”, “The Pit And The Pendulum”, “Down By Law”. Immancabili anche “Don’t Fear The Winter” e la conclusiva “Higher Than The Sky”, che fa cantare davvero tutti e viene mescolata nella parte centrale a “Holy Diver”, con Marcos dietro al microfono. La band tedesca non delude e chiude in bellezza un concerto vincente, nonostante i problemi tecnici già accennati.
Infine un grazie come sempre alle band presenti e allo staff del Dagda, che continua a portare dalle nostre parti artisti di livello internazionale e altre interessantissime realtà.
Ringraziamo lo staff del Dagda Club (in particolare Fabry C.) per le foto che trovate nel report.
Sinphobia:
Hour Of Penance:
Ereb Altor:
Rage: