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Aspettavo questo momento da tantissimo tempo e finalmente è arrivato,”The Sin And The Sentence” è l’ottavo album della band statunitense proveniente dalla Florida, uscito per Roadrunner Records e prodotto da Josh Wilbur. Nonostante il penultimo album “Silence In The Snow” sia uscito solo due anni fa, dico che aspetto questo nuovo lavoro da molto perché ai tempi non ero rimasta particolarmente soddisfatta dall’ascolto come invece era successo per i precedenti album, almeno da “Shogun” in poi. I Trivium sono una band che ha dato prova di saper fare di tutto e di saperlo fare anche bene, riuscendo a dare ad ogni produzione un tocco particolare e caratteristico. “The Sin And The Sentence” è, secondo me, quel traguardo che tanti fan stavano aspettando.
Questa produzione segna anche l’entrata del nuovo batterista Alex Bent, già membro fisso in diverse band, tra cui i Battlecross; ha avuto l’opportunità di portare il proprio stile e le proprie capacità all’interno del gruppo e di esprimersi riuscendo ad inserirsi perfettamente nel sound dei Trivium e ad arricchirlo, mostrando un’estrema cura per i dettagli.
L’album si apre con la title track, primo singolo uscito da cui è stato tratto anche un video; è una buona presentazione di ciò che ci sarà nell’album, del perfetto connubio tra melodia e aggressività, verso cui tende progressivamente connettendosi alla traccia successiva “Beyond Oblivion”, caratterizzata da un riff tostissimo che cattura subito l’ascoltatore, ma anche da un ritornello che entra subito in testa.
Una delle cose che più mi hanno impressionata è la maturità a cui è arrivata la voce di Matt, il quale riesce ad essere molto vario e ad utilizzarla con grande consapevolezza, come nel brano “Other Worlds” in cui essa sembra proprio provenire da un altro mondo. Qui, come in altri frangenti, anche le sovrapposizioni e i cori – molti di stampo tipicamente metalcore – mostrano ricercatezza e attenzione.
La quarta track è l’altro singolo tratto dall’album, “The Heart From Your Hate”, con un inizio e dei riff molto metalcore che al primo ascolto non mi avevano convinta; tuttavia ha un bel crescendo che si sviluppa in un ritornello che non può non catturare l’ascoltatore e che acquista maggior carattere dopo l’assolo grazie al supporto delle seconde voci. “Betrayer” apre con un intro di batteria in perfetto stile Alex Bent che non si fa certo mancare quel tocco di complessità che rende tutto interessante; ancora una volta i diversi livelli di voce variano molto il brano e la band, nonostante l’aggressività del riff, riesce comunque a mantenere un buon equilibrio con le parti melodiche senza creare stacchi forzati. Questa e “Beyond Oblivion” sono decisamente le mie preferite.
La traccia che segue – “The Wretchnedness Inside” – ha un ritmo molto nu metal e anche la voce di Matt tende a variare di conseguenza senza finire di sorprenderci; questo è tra i pezzi più estremi dell’album, cui segue invece “Endless Night” che è decisamente la più melodica, ma riesce comunque a non stonare con il resto del lavoro e a non scadere nella banalità. A circa metà della produzione è un bel modo per spezzare.
È solo un piccolo sipario perché “Sever The Hand” ritorna su ritmi secchi e ricchi di variazioni stile “Shogun”, ma anche questi sono giunti ad un livello di maturità superiore. “Beauty In The Sorrow” sembra, di primo acchito, una canzone hard rock; i quattro ci dimostrano la consapevolezza di potersi permettere di implementare più influenze e di saperle perfettamente amalgamare e fare proprie.
“The Revanchist”, – la traccia con maggiore minutaggio subito dopo la title track – a mio parere, avrebbe anche potuto sancire la fine dell’album, ascoltandola ho pensato che dopo non ci fosse più nulla, e invece a chiudere “The Sin And The Sentence” c’è “Throw Into The Fire”, una traccia potente e con carattere.
Davvero positivo il giudizio su questo album, il lavoro è ricercato e attento ai minimi dettagli, assolutamente non scontato e capace di accontentare più gusti del pubblico senza diventare necessariamente commerciale e nauseante. I Trivium ci regalano un disco eccellente, che riesce ad equilibrare gli strumenti dando a ciascuno la possibilità di esprimersi senza dover rinunciare a nulla.
Tracklist:
1- The Sin And The Sentence
2- Beyond Oblivion
3- Other Worlds
4- The Heart From Your Hate
5- Betrayer
6- The Wretchedness Inside
7- Endless Night
8- Sever The Hand
9- Beauty In The Sorrow
10- The Revanchist
11- Thrown Into The Fire
Line-up:
Matt Heafy – lead vocals, rhythm guitar
Corey Beaulieu – lead guitar, backing vocals
Paolo Gregoletto – bass guitar, backing vocals
Alex Bent – drums
Sito ufficiale: www.trivium.org
Facebook: www.facebook.com/TriviumOfficial
Etichetta Roadrunner Records – www.roadrunnerrecords.com