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11/08/2017 : Leyendas Del Rock – Day 3 (Alicante, SPA)
Proseguiamo con il nostro live report del festival spagnolo Leyendas Of Rock. Seguiamo il nostro Cesare nel suo percorso metallico sotto il caldo sole estivo di Alicante.
Venerdì aperitivo e paella veloci perchè non voglio perdermi i PRIMAL FEAR. Li adoro e adoro il fatto che per definire la loro musica è sufficiente dire heavy metal senza aggiungere ulteriori definizioni, generi, sottogeneri…puro, duro e sano heavy metal. Il muscoloso Ralph ha sempre una voce pazzesca e tiene il palco con grande autorevolezza. La band, granitica, lo sostiene alla stragrande e con il nostro Francesco Jovino alla batteria si viaggia che è un piacere. Cinquanta minuti intensissimi con Sheepers che spara uno dietro l’altro pezzi del calibro di ‘Angel In Black’, ‘Nuclear Fire’, ‘The End Is Near’, per concludere con l’inno ‘Metal Is Forever’. Sempre grandi.
Mi trasferisco al palco secondario dove suonano i compatrioti ELVENKING. L’area concerti è strapiena di gente e i Nostri ricevono un’accoglienza caldissima. Damnagoras e compagni ce la mettono tutta e il pubblico, che da queste parti apprezza particolarmente il folk metal, risponde con una partecipazione davvero straripante. Successone.
Torno al main stage per vedere almeno l’inizio dello show degli AMARANTHE, e confesso che il mio interesse è più legato allo scatto di qualche foto alla fotogenica Elize Ryd che alla proposta musicale degli svedesi, troppo pop e sintetici per i miei gusti.
Quindi, dietro front e si torna allo scenario B per assistere al concerto di un altro gruppo folk particolarmente interessante, gli ARKONA. Ottima musica e buona la presenza scenica dei russi, vestiti con grezzi abiti in stile medievale. Così come per gli Elvenking, la gente che assiste allo show è numerosissima e partecipe. Li vedo per la prima volta e mi colpisce in particolar modo l’energia che sprigiona la bionda e aggressiva cantante Masha.
Una birretta fresca e si torna al mainstage dove stanno per iniziare gli OVERKILL. Partono violenti come sempre con ‘Mean, Green, Killing Machine’ dall’ultimo “The Grinding Wheel”. Il tempo passa ma loro mica si ammorbidiscono, anzi sono sempre più incazzati. Un vero piacere ascoltare la voce acida e ruvida di Bobby Blitz, il solito fascio di nervi e muscoli, mentre urla e incita la gente a cantare e a pogare su pezzi anthemici come ‘Rotten To The Core’, ‘Elimination’ o l’immancabile e conclusiva ‘Fuck You’.
Un’altra band che oggi non voglio perdermi sono gli immensi UFO. Vinnie Moore lo conosco bene e so che da lui non ci si può che aspettare che la solita strepitosa esibizione, e così è. Sono però curioso di verificare se Phil Mogg, nonostante abbia ormai superato le settanta primavere, è ancora in grado di tenere la scena…e, cribbio se lo è! Magrino e segaligno, con magliettina nera aderente, bretelle e cappello da british gentleman è un vero fenomeno. Non ha perso un briciolo della sua voce calda e canta con un feeling e una passione inarrivabili i classici immortali che hanno fatto la storia del rock, vedi ‘Lights Out’, ‘Only You Can Rock Me’, ‘Rock Bottom’. E poi c’è pure un altro pezzo di storia, Mr Paul Raymond che alterna tastiere a chitarra elettrica. Fenomenali, concerto da pelle d’oca.
Sicuramente non così seminali nè geniali del quintetto inglese ma comunque sempre coerenti e leali gli svedesi HAMMERFALL. Coerenza che li ha sempre premiati facendo in modo di non essere abbandonati dai propri fan nemmeno nei periodi in cui la loro creatività aveva toccato i minimi storici.
Dal vivo Cans e Dronjak (con la sua tamarrissima chitarra-martello) sono delle vecchie volpi e sanno sempre come tirare dentro il pubblico. Grandi pezzi poi ne hanno davvero tanti e in un’esibizione di un’oretta abbondante hanno solo l’imbarazzo della scelta. Onestamente avrei puntato maggiormente sui primissimi album ma va bene anche così e comunque con ‘The Dragon Lies Bleeding’ mi rendono felice.
E’ quasi il momento degli headliner, i MEGADETH e me ne accorgo in quanto il backstage si svuota repentinamente e un paio di grossi suv si piazzano a mò di barricata di fronte al camerino di Mustaine affinchè il principino non venga infastidito…va bè, lo conosciamo, niente di nuovo. L’inizio è di quelli davvero col botto: tutti concentrati e tiratissimi partono con la micidiale ‘Hangar 18’ e poi ‘The Treat Is Real’ dall’ultimo “Dystopia”…che botta. Mustaine, baffetti e camicia nera, come sempre non è particolarmente mobile né comunicativo quindi allo show ci devono pensare il fido Ellefson e il funambolico e bravissimo Kiko Loureiro: credo che Mustaine non avrebbe potuto trovare miglior ‘vice’. Loureiro davvero un fenomeno, tecnicamente impeccabile e con uno stile personale, originale e pieno di calore. Pubblico in delirio e setlist fenomenale con prevalenza di pezzi tratti da “Dystopia” e “Rust In Peace”. Tutti in coro ad accompagnare il ritornello di ‘Peace Sells’ e finalone affidato a ‘Holy Wars… The Punishment Due’.
Ultimo gruppo della giornata, almeno per quanto mi riguarda, sono gli spagnoli WARCRY. In Spagna e America Latina hanno un seguito enorme e si può dire che siano un’istituzione anche per quanto riguarda il Leyendas del Rock in quanto unica band ad aver suonato in tutte le dodici edizioni. Non è facile suonare alle 23.30 dopo i Megadeth ma proprio grazie al fedele pubblico che li segue ovunque riescono a mantenere la platea viva e numerosissima. Sempre curata la scenografia, luci, fuochi ed esplosioni e sempre bravi e professionali tutti e cinque gli asturiani. Victor Garcia, leader e cantante del gruppo, oltre ad avere una gran voce è un vero trascinatore e il suo pubblico, estasiato, non lo molla un istante. Come prevedibile il repertorio, apprezzatissimo da tutti, è decisamente incentrato sul nuovo album “Donde El Silencio Se Rompiò”. Ottimo show, ottimo finale di giornata.
Di seguito altre foto del festival, tutte realizzate dal nostro Cesare Macchi: