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Sono in clamoroso ritardo con “Colostrum”, debut album dei lombardi Slabber: mi sono perso la sua uscita, avvenuta a settembre 2017, e confesso che se non fosse stato per la segnalazione dell’amico Marco Matis probabilmente continuerei ad ignorarne l’esistenza. Aggiungeteci la consueta valanga di nuove uscite che attendono di transitare nel mio stereo ed il mega ritardo è servito.. ma, come recita l’adagio, “meglio tardi che mai” ed alla fine è arrivato il suo turno: ottimamente autoprodotto dalla band e mixato e masterizzato da Mattia Stancioiu agli Elnor Studio di Magnago (MI), “Colostrum” si avvale di undici brani di solidissimo e tradizionale heavy metal, frequentemente irrobustito da sferzate thrash ed il cui flavour generale rimanda, in prevalenza, a poderose sonorità americane. Un songwriting decisamente ispirato mi fa godere di brani piuttosto vari e scorrevoli, in cui si fondono efficacemente impatto, energia, tanta tecnica ed una certa attenzione alle melodie: una ricetta azzeccata, resa ancora più gustosa dalle vocals graffianti e particolari del bravo Alessandro Bottin, uno degli elementi caratterizzanti di “Colostrum” insieme al brillante ed avvincente apporto chitarristico di Marco Poliani. Senza contare l’iniziale “Vagito” (una breve intro con il pianto di un neonato ed una chitarra che dona un’atmosfera particolare), la tracklist si presenta solida quanto i suoi contenuti attraverso dieci pezzi qualitativamente importanti e che, personalmente, mi offre i suoi momenti più alti con la splendida “Connection To Nowhere” – potente, veloce ed anche attuale nei testi ed in alcune sonorità – e “Blood In The Nation”, brano travolgente ed incisivo su cui il cantante sfodera tutta la sua grinta. Da citare anche le variegate “Riot Day” con le sue cadenze robuste e la massiccia “Violent Man”, ma è il disco nella sua interezza a convincere pienamente, grazie a composizioni davvero coinvolgenti e capaci di lasciare un segno.
“Colostrum” è un gran bel lavoro d’esordio, un disco di alta qualità che mette in mostra una band dalle eccellenti potenzialità: in attesa di comprendere come mai gli Slabber non abbiano ancora un’etichetta alle spalle che li aiuti ad ottenere la visibilità che meritano, vi invito a prendere contatto con il gruppo e a sostenerlo acquistando il loro ottimo album!
Tracklist:
1. Vagito
2. Riot Day
3. Blood In The Nation
4. Dust
5. Black Skin
6. Unmoved
7. Hybrid
8. Violent Man
9. Connection To Nowhere
10. Lacking Light
11. Killer Worm
Line-up:
Alessandro Bottin – voce
Marco Poliani – chitarra
Francesco Valerio – basso
Marco Maffina – batteria
Facebook: www.facebook.com/slabberband
Grande Luke! La mia bozza di recensione di “Colostrum” riporta come ultimo aggiornamento la fine di novembre 2017, quindi il tuo ritardo è una bazzecola in confronto… Mi trovo completamente d’accordo con quanto scritto, e mi unisco al coro di persone che attende che la band sia supportata da una valida etichetta. \m/
Leggo soltanto ora questo post, grazie mille per queste parole.
colgo l’occasione per informarti che è uscito ormai due anni fa il secondo disco Apocryphal Diary, non perdere dunque l’occasione di ascoltarlo:
https://open.spotify.com/intl-it/album/5Y4ey2hxAumPCa5urwWUBV?si=bbDeRFo7TB-jabW0xJLQ9Q