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03/08/2018 : Wacken Open Air 2018 (day 2)
DEZPERADOZ

Se la prima giornata è iniziata con l’ascolto in uno dei palchi principali, oggi decidiamo di spostarci sotto al tendone dove da qualche anno sono presenti il W.E.T. ed l’Headbanger Stage, dato che il caldo già dalle prime ore della mattina decide di non darci tregua.
A darci il buongiorno sono i Dezperadoz, band di origini teutoniche nata da un’idea di Alex Kraft per trasportare in chiave metal le idee musicali degli spaghetti western tanto care al cinema anni 60/70.
La line-up negli anni è cambiata ma l’idea principale è rimasta la stessa e qui possiamo ascoltare brani come Do It Like The Cowboyz Do, Back In The Saddle e My Ol’ Rebel Heart. Una buona prestazione generale del gruppo che conclude lo show con Ghost Riders In The Sky, cover di Johnny Cash un po’ inflazionata ma pienamente a tema con la band, cantata da tutto il pubblico.
AMORPHIS

Rigenerati da una mezz’oretta di ombra sotto al Bullhead City ritorniamo in zona palchi principali per assistere alla performance dei finnici Amorphis che da poco hanno pubblicato la loro ultima fatica “Queen Of Time”, album che succede al capolavoro “Under The Red Cloud”.
Difficile cercare punti negativi in un loro concerto, da anni li vedo live e da anni non ho mai assistito ad una performance zoppicante o meno coinvolgente.
La band come sempre è in perfetta forma e la voce di Tomi Joutsen spazia dai suoi cantati puliti a growl potenti e cavernosi, ennesima prova del fatto di essere un cantante a 360 gradi; la band d’altro canto supporta perfettamente le performance vocali, primo tra tutti Esa Holopainen con le sue melodie in delay e i suoi assoli melodici e sognanti.
Una setlist incentrata sulla promozione del nuovo album con canzoni quali The Bee, The Golden Elk, Wrong Direction e Daughter of Hate, ma che strizza l’occhio anche ai propri successi e al penultimo.
Una performance impeccabile sotto tutti i punti di vista.
Setlist:
The Bee
The Golden Elk
Sacrifice
Silver Bride
Bad Blood
Wrong Direction
Against Widows
The Castaway
Daughter of Hate
Death of a King
House of Sleep
MR. BIG

Dai freddi laghi finlandesi ci spostiamo nella calda california, precisamente a Los Angeles per ascoltare una delle band che ha fatto la storia dell’Hard Rock e continua a macinare proseliti da trent’anni: sto parlando niente di meno che dei Mr. Big, supergruppo nato dalla mente di Eric Martin, Billy Sheehan, Paul Gilbert e Pat Torpey.
Oggi assistiamo ad uno show meraviglioso, anche se purtroppo solamente con tre quarti della formazione originale a causa della perdita di Pat per il Parkinson, sostituito da Matt Starr. Nonostante tutto la band è carica per il suo pubblico e dedica questa esibizione all’amico scomparso.
Una carrellata di hit tra le quali Daddy, Brother, Lover, Little Boy, con l’assolo al trapano come di consuetudine, la cover di Cat Stevens Wild World, la ballad To Be With You, Addicted to That Rush, e Colorado Bulldog in chiusura dello show.
Spettacolari come sempre.
Setlist:
Daddy, Brother, Lover, Little Boy (The Electric Drill Song)
Wild World (Cat Stevens cover)
Green-Tinted Sixties Mind
To Be With You
Addicted to That Rush
Colorado Bulldog
CHILDREN OF BODOM

Il sole è ancora alto e il caldo torrido di questi giorni continua a farsi sentire mentre sul palco del Faster Stage salgono i cinque di Espoo. Dopo una vita dedicata all’alcool, Laiho da ormai qualche anno si è dato una bella ripulita e l’energia sul palco e la voce ne hanno notevolmente giovato.
Quello che siamo a vedere oggi è un ottimo concerto del combo finlandese che propone una carrellata di classici e brani tratti dai suoi ultimi lavori: a partire da una carichissima Are You Dead Yet? per poi passare a chicche come In Your Face, Needled 24/7, Every Time I Die, Downnfall e Hate Crew Deathroll.
Un ritorno alla grande del death metal melodico dei primi anni del nuovo millennio che tanto ha influenzato la scena moderna.
Setlist:
Are You Dead Yet?
In Your Face
I Worship Chaos
Blooddrunk
Angels Don’t Kill
Needled 24/7
Hate Me!
Everytime I Die
Downfall
Hate Crew Deathroll
DORO

Come ogni anno al Wacken è d’obbligo la presenza di un personaggio importante nella scena metal mondiale, altrimenti non sarebbe Wacken, sto parlando della Metal Queen per eccellenza: Doro Pesch. La frontwoman porta sul palco tutta la carica e l’esperienza che solo lei in 34 anni di onorata carriera è riuscita a portare.
L’iconica cantante inizia lo show con alcuni revival, I Rule The Ruin e Burn The Witches, una parentesi più recente con Raise Your Fist, per poi suonare on stage con gli iconici ex membri dei The Sweet, Andy Scott e Peter Lincol, Tommy Bolan dei Warlock e Johan Hegg degli Amon Amarth in If I Can’t Have You – No One Will e A Dream That Cannot Be.
Non manca anche un estratto del nuovo album All For Metal a cui segue l’evergreen We Are Metalheads, inno del ventennale del Wacken nel lontano 2009, per poi proseguire con una All We Are su cui fanno capolino il gigante Johan Hegg degli Amon Amarth e Sabina Classen degli Holy Moses.
Lo show si conclude con un encore di tutto rispetto. nientedimeno che Breaking The Law suonata assieme a Jeff Waters degli Annihilator che sancisce la conclusione di uno show piacevole e un po’ nostalgico.
Setlist:
I Rule the Ruins (Warlock cover)
Burning the Witches (Warlock cover)
Raise Your Fist in the Air
The Ballroom Blitz (The Sweet cover) (with Andy Scott & Peter Lincoln)
East Meets West (Warlock cover) (with Tommy Bolan on guitar)
Für Immer(Warlock cover) (with Tommy Bolan on guitar)
Earthshaker Rock(Warlock cover)
If I Can’t Have You – No One Will(with Johan Hegg)
A Dream That Cannot Be (Amon Amarth cover) (with Johan Hegg)
Hellbound (Warlock cover)
Drum Solo (Johnny Dee)
All for Metal(with Tommy Bolan on guitar & Doom Birds – Der Metal Chor)
Wacken Hymne (We Are the Metalheads)(Skyline cover) (With Tommy Bolan on guitar & Doom Birds – Der Metal Chor )
All We Are (Warlock cover) (with Tommy Bolan on guitar, Johan Hegg, Andy Scott, Peter Lincoln & Sabina Classen)
Encore:
Breaking the Law (Judas Priest cover) (with Jeff Waters)
NIGHTWISH

Arriviamo quindi ad uno degli headliner di questa edizione del festival, la band symphonic metal che ha dato il via a quel filone female fronted amato/odiato dai metallari di tutto il mondo, i Nightwish, che tornano sul palco del Wacken dopo cinque anni di assenza, nello specifico dal momento dell’entrata di Floor Jansen in pianta stabile nella band.
Quello a cui assistiamo stasera è uno show di tutto rispetto, impeccabile dal punto di vista tecnico, una Floor che non delude le aspettative del pubblico e un Marco che supporta in maniera ottimale le altre parti cantate dei brani.
Gli effetti pirotecnici non sono da meno e ormai per la band sono un must; così tra canzoni del calibro di Wish I Had An Angel, Élan, Amaranthe e Nemo lo show scorre piacevole incitato del numerosissimo pubblico accorso per vederli.
Quello che noto però, al di là dello spettacolo in sé, è la mancanza di passione e alchimia tra i membri, come se la band fosse qui solamente per svolgere il compitino, anziché partecipare attivamente e vivere la musica che stanno suonando, e non solo io l’ho notato.
La cosa è parsa migliorata con gli ultimi due brani Ghost Love Score e The Greatest Show on Earth, nella quale abbiamo intravisto un minimo di interazione tra i membri.
Uno spettacolo professionale che però a mio avviso rimane in quell’ambito e non regala a tutti i fan del sestetto finlandese quella magia che siamo abituati a vedere nei loro concerti.
Setlist:
End of All Hope
Wish I Had an Angel
Come Cover Me
Gethsemane
Élan
Amaranthe
I Want My Tears Back
Devil & the Deep Dark Ocean
Nemo
Slaying the Dreamer
The Greatest Show on Earth(Chapter II: Life; Chapter III: The Toolmaker)
Ghost Love Score
The Greatest Show on Earth
(Chapter IV: The Understanding; Chapter V: Sea-Worn Driftwood)
RUNNING WILD

La ventinovesima edizione del festival porta di nuovo sulle scene una delle band storiche nel panorama power metal tedesco, i Running Wild, primi tra tutti a trattare tematiche e musiche piratesche nel genere. Il 2018 è il loro trentacinquesimo anniversario e lo fanno in grande stile, una carrellata dei grandi classici del quartetto di Amburgo. Devo dire che molti attendevano questo evento, tra cui il sottoscritto.
Si parte con la potente Fistful of Dynamite, Bad To The Bone e Rapid Foray dalla loro ultima fatica, che preannunciano un concerto di qualità: il quartetto infatti è carico e si può palesemente vedere e sentire, cosa che non si può dire almeno all’inizio dei suoni che non sono per il momento ben bilanciati ed equalizzati per il loro sound.
La scaletta procede con alcuni classici come Riding the Storm, Port Royal, Blazon Stone per poi approdare alla nuova Stargazer e ritornare a classici del calibro di Lonewolf e all’immancabile Under Jolly Roger, con un encore composto da Soulness e Stick To Your Guns per poi concludersi con i ringraziamenti della band. Un ottimo concerto che è parso da molti (me compreso) carente di quella pietra miliare che è Conquistadores, probabilmente tagliata per motivi di tempo, ma che ha lasciato soddisfatti i fan della band teutonica.
Setlist:
Fistful of Dynamite
Bad to the Bone
Rapid Foray
Uaschitschun
Riding the Storm
Port Royal
Drum Solo
Metalhead
Blazon Stone
Raging Fire
Stargazer (New Song)
Lonewolf
Under Jolly Roger
Encore:
Soulless
Stick to Your Guns
IN FLAMES

Arriviamo ora ad una della band che sono state tra le più importanti nel panorama del melodic death metal, coloro che sono stati da me tanto amati negli anni passati, sto parlando degli In Flames, che tornano sul palco del Wacken con la formazione nuovamente aggiornata, rimangono infatti del quintetto storico solamente Friden e Gelotte, che hanno preso in mano le redini della band dopo la dipartita di Svensson da dietro le pelli.
Quello che gli svedesi ci portano è un concerto per lo più incentrato sugli ultimi quindici anni a parte un paio di chicche quali Pinball Map e Only For The Weak, che fanno scendere al sottoscritto una lacrimuccia. Un concerto quello degli In Flames privo di difetti, una scenografia piena di luci ed estremamente coreografica, Anders è in ottima forma così come tutta la band che è stata rimpiazzata da artisti giovani e preparati, con l’aggiunta di un turnista alle tastiere, ma chi guarda con gli occhi di un cultore dell’era Stromblad vede una band trasformata e a mio avviso completamente stravolta dall’anima originale.
Setlist:
My Sweet Shadow
Pinball Map
Delight and Angers
Everything’s Gone
Cloud Connected
Fear Is the Weakness
Here Until Forever
The Chosen Pessimist
The Mirror’s Truth
Only for the Weak
Where the Dead Ships Dwell
The Truth
Alias
Take This Life
Deliver Us
The End
GHOST

Attendo trepidante la band di chiusura di questa giornata, compatrioti dei loro predecessori ecco apparire sul palco dell’Harder Stage Tobias Forge nella nuova veste di Cardinal Copia e i Nameless Ghoul anche loro rinnovati (anche se in maniera meno visibile rispetto al combo di Goteborg) dopo la diatriba legale che ha coinvolto la band.
Avendoli visti fin dagli esordi ed avendo seguito negli anni il loro cambiamento, sono estremamente curioso di vedere come il nuovo sound ed il nuovo look della band appaia on stage. Una luna splendente in un cielo terso di agosto anticipa la performance dei Ghost che portano il nuovo album, a mio avviso disco dell’anno, in sede live.
Dopo la intro di Ashes la band inizia con Rats, il loro primo singolo seguito da un boato della folla. Il cardinale è come sempre protagonista della scena, forse ora ancora di più essendosi liberato dai pesanti abiti clericali che fino a qualche tempo fa erano il suo ornamento, imbracciando un nuovo completo anni ‘50, che gli permette di muoversi liberamente sul palco e di intrattenere il pubblico in maniera molto più convincente.
A seguire piccole perle degli album precedenti alternate ai brani del presente con Faith e la meravigliosa strumentale Miasma (con tanto di Papa Nihil all’assolo di sassofono). I Nameless Ghoul per questo tour sono stati aumentati ben a sette per poter rendere al meglio tutti i brani portati stasera. Anche loro ci regalano un concerto perfetto, senza il minimo errore e coinvolgente, come si può vedere dall’energia sprigionata dal pubblico già dalle prime note di quella Dance Macabre che fa danzare tutti, seguita da Square Hammer. A mio avviso uno dei migliori concerti di questo Wacken.
Setlist:
Ashes
Rats
Absolution
Ritual
From the Pinnacle to the Pit
Faith
Cirice
Miasma (Papa Nihil on saxophone)
Year Zero
Spöksonat
He Is
Mummy Dust
Dance Macabre
Square Hammer
Encore:
Monstrance Clock
Di seguito altre foto della giornata, tutte realizzate dal nostro Paolo Nocchi.
Dezperadoz:
Amorphis:
Mr. Big:
Children Of Bodom:
Doro:
Nightwish:
Running Wild:
In Flames:
Ghost: