27/10/2018 : Infernal Forces Festival (Trezzo Sull’Adda, MI)


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27/10/2018 : Infernal Forces Festival – Live Club (Trezzo Sull’Adda, MI)

A poche settimane dal MetalItalia.com Festival ci si ritrova nuovamente al Live Club di Trezzo Sull’Adda; stessa organizzazione Eagle Booking / MetalItalia ma una diversa faccia della medaglia. Si passa al metal estremo mantenendo inalterata location, Metal market, ristorazione e la consueta dose massiccia di birra per soddisfare la sete per una folla di metallari. Nella giornata sono headliner Hypocrisy e Kataklysm con il loro tour iniziato pochi giorni fa, e con loro anche i The Spirit come band ufficiale del tour, gli Enthroned ed Impaled Nazarene per completare la serie di band estere; per non farci mancare nulla e ricordarci che “in casa” abbiamo delle realtà di alto livello presenti anche Distruzione, Antropofagus e Hour Of Penance.

In una fredda giornata piovosa il Live Club è pronto a riscaldarci (peccato per l’area esterna inutilizzabile, spazio sempre fantastico per incontrare qualche vecchio amico e bere un pò), arrivo purtroppo durante l’esibizione degli Antropofagus perdendomi le prime due band. La band genovese è in perfetta forma, appena tornata da un tour europeo, il nuovo singer Paolo ruggisce nel microfono con un growl potentissimo, la sessione ritmica devastante accompagna le tonnellate di riff che Meatgrinder tira fuori dalla sua chitarra. Sebbene sul palco ristretto (causa strumenti delle band headliner) e con poca mobilità la band riesce a coinvolgere ed infiammare con i pezzi quello che non fanno con i movimenti. Una setlist che prende l’ultimo disco, con anche la cover dei Malevolent Creation “Living In Fear”, e qualcosa dal passato come “Thick Putrefaction Stink”. Un pugno sui denti.

Mentre all’esterno parte dei fans sono accorsi al meet&greet di Hypocrisy e Kataklysm (anche io sono tra questi) sul palco salgono i romani Hour Of Penance. Questi musicisti sono delle vere macchine da death metal: precisione, tecnica, cattiveria, tutto quello che serve a far grande una band. Vengono presentati pezzi da “The Vile Conception” visto che è stato pubblicato dieci anni fa, con “Abscence Of Truth” e “Misconception”. Si passa poi per la loro lunga discografia da “Paradogma” e “Incestous Dynasty Of Worms” fino alla conclusiva “Cast The First Stone” dal loro ultimo album. Perfetti sotto tutti gli aspetti, gli Hour Of Penance confermano di essere tra i grandi del genere e di meritarsi il posto su un palco di un festival come questo.

Si cambia stile e si passa alle band straniere con l’esibizione dei Belgi Enthroned, una virata verso il black metal soprattutto per scenografia e modi on stage. Il frontman Nornagest riesce a coinvolgere la gente sotto il palco, in un Live Club che si riempie; la band vanta una lunga discografia iniziata nel 1994 e, tra alti e bassi, ha sfornato dischi di ottima qualità. Nel 2014 esce il loro ultimo disco, “Sovereigns”, e questa sera vengono suonate “Lamp Of Invisible Lights”, “Of Shrines And Sovereigns”, “Baal al-Maut”, “Of Feathers And Flames”, ottimi brani che mostrano una band in grande forma. Sul palco si muovono e dimostrano di non avere nulla in meno delle grandi band che suoneranno dopo di loro.

Arriva il turno di una band molto attesa, gli Impaled Nazarene del grandissimo frontman Mika Luttinen. Era il 1994 quando uscì “Suomi Finland Perkele” e questa sera la band ha annunciato che lo suonerà completamente per uno show esclusivo. Si parte quindi spediti con “Vitutuksen Multihuipennus” con una band in forma ed un Mika decisamente in difficoltà (post?) sbronza, anche se la voce non sembra risentirne; chiaramente tendono a non muoversi molto sul palco lasciando da parte la presenza scenica e pensando solo a suonare. Ecco “Steelvagina” e la devastante “Total War – Winter War” con un Live Club che si trasforma in una enorme bolgia. Sudore e rabbia per “Let’s Fucking Die”, “Genocide” e “Ghettoblaster”, tre pezzi infilati uno dietro l’altro che lasciano senza fiato anche il più temibile metallaro presente nel pogo. Siamo alla fine di questo spettacolare disco con “The Oath Of The Goat”, degna conclusione di uno show davvero imperdibile. Nella seconda parte della loro esibizione si nota un calo di intensità, forse l’intento della serata era quel disco, oppure inizia a farsi sentire sempre di più l’alcool; in ogni caso sentire “Motorpenis” fa passare in secondo piano il resto. Ottima prestazione per una band di culto, un concerto per un disco che ha fatto la storia del genere.

Sono passati un pò di anni dal loro ultimo passaggio in Italia e personalmente io non li vedo dal Wacken del 2004, ma la band che sale sul palco adesso è da sempre nel cuore dei fans del Belpaese. Gli Hypocrisy sono il death metal, sono tutto quello che ci si aspetta da una band del genere, sono i creatori di dischi e brani che infiammano i club da decenni. In questo tour da co-headliner con i Kataklysm il tempo a disposizione è ridotto, quindi viene presentata una setlist tosta e massiccia, con poco spazio per cose strane e puntando su compattezza e devasto sonoro.
Il locale è pieno e si scatena un girone infernale quando parte “Fractured Millennium”, il pubblico è caldo ed aspetta da tempo di vedere Peter Tägtgren urlare nel microfono. Parte “Valley Of The Damned” e il Live Club si mette in modalità “ossa rotte”: velocità esagerata che meriterebbe una multa con un pubblico sempre più al limite del delirio. Per fortuna si rallenta un attimo con “End Of Disclosure” (questa alternanza veloce/lento servirà anche per far respirare loro, no?) prima di “Adjusting The Sun” e la splendida “Eraser”. Non ci facciamo mancare nulla con il trittico “Pleasure Of Molestation”/”Osculum Obscenum”/”Penetralia” con cui diamo definitivamente addio ai timpani e si iniziano a contare i lividi.
Precisi e letali come un carro armato gli Hypocrisy non hanno intenzione di lasciare sopravvissuti, ma gentilmente piazzano “Fire In The Sky” rallentando leggermente e facendo tirare il fiato sotto il palco. Come da manuale arriva in contrapposizione “Killing Art” e si riprende a pestare duro; un attimo di convenevoli e si va con “The Final Chapter” per terminare l’esibizione con l’immancabile “Roswell 47”, con i fans totalmente in estasi. Come commentare questo live? Una gioia per gli occhi e l’animo, una vera dimostrazione di chi domina la scena death metal mondiale; resteremo in attesa di una loro ulteriore calata in terre italiche ripensando a questa serata.

Il tempo di cambiare il palco e terminano la serata dell’Infernal Forces i Kataklysm, forti del loro ultimo lavoro “Meditations”: aprono con l’ottima “Narcissist”, brano cadenzato e pesante che mette subito in chiaro che non hanno intenzione di picchiare meno duro dai loro compagni di tour. Purtroppo il locale si svuota leggermente, la calca sotto palco è decisamente inferiore e, nonostante sia comodo e piacevole per chi si è distrutto le ossa fino ad ora, spiace per una band valida come i Kataklysm. Probabilmente sarebbe stato meglio invertire le ultime due band per un discorso di quantità di pubblico, ma passiamo ai fatti e lasciamo perdere le chiacchere. Dall’alto del palco il grande Maurizio Iacono sprona i presenti a tirar fuori le palle, in effetti la risposta è immediata complice una band spaventosamente efficace che è un piacere guardare. Un vero terremoto sonoro la sessione ritmica, dietro le pelli Olivier Beaudoin e al basso Stéphane Barbe sono perfetti per i riff di J-F Dagenais; sempre dall’ultimo lavoro “Guillotine” e “…And Then I Saw Blood” con cui la band mostra tutta la sua capacità compositiva dell’ultimo periodo. Salti nel passato con “Blood In Heaven” dal 2008, “In Shadows & Dust” dal 2002 e la conclusiva “At The Edge Of The World” da “Heaven’s Venom”. Un bello spettacolo supportato da un sound potente e senza sbavature, una band che non sarà conosciuta dai nostri compatrioti come gli Hypocrisy ma assolutamente da riscoprire e supportare.

Le luci si spengono, il Live Club chiude le porte e termina una giornata che non si dimenticherà presto. L’Infernal Forces Festival, come da previsioni, si è dimostrato uno dei festival migliori del settore. Band strepitose, suoni e scenografie buone, location perfetta e funzionale. Quindi recensione più che positiva per gli organizzatori che adesso dovranno rispondere a due domande: a quando la seconda edizione e quali band??

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