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Non proprio tutti… Alcuni eroi sono sopravvissuti, integerrimi custodi di una tradizione consolidatasi tra la fine d’un millennio e l’inizio del successivo ed alimentata da radici profondamente ramificate nel fertile humus del classic metal tricolore. Un terreno che ha dato origine ad un’intera scena, amata/odiata in egual misura ma certamente ancora degna di attenzione e ripagata dal successo pressoché planetario dei suoi interpreti più prestigiosi, fuoriclasse ingaggiati all’apice del loro potenziale da scuderie titolate e vincenti del calibro di Metal Blade, Century Media, Nuclear Blast e Frontiers.
Tra di essi sicuramente l’angelo guerriero di Olaf Thorsen e Fabio Lione, protagonista di exploit commerciali e tour intercontinentali che hanno sempre tenuto alto il vessillo del power italiano. Nato come progetto parallelo ai Labyrinth (Vision era il primo nome scelto per la band) con l’obiettivo di esprimere una visione (!) più esclusiva delle ambizioni del chitarrista viareggino, il collettivo si è presto trasformato in priorità ed ha accolto tra le sue fila talenti tra i più genuini del metal nostrano, ricevendo in cambio contributi sempre ispirati e preziosi per l’evoluzione di uno stile comunque già piacevolmente personale sin dagli albori a firma “Symmetry”.
Esattamente vent’anni sono trascorsi dal primo, sontuoso album su Atrheia Records (quanti ricordi…) sette dei quali ci separano dall’ultimo, valido ed autocelebrativo (l’edizione limitata conteneva un “Best of”) “Destination Set To Nowhere”, pubblicato da Ear Music nel 2012. In mezzo almeno un altro paio di capolavori di genere, profondamente segnati dalla classe cristallina di Michele Luppi (“Stream Of Consciousness” e “The Perfect Machine”, prodotto dal sig. Timo Tolkki) e dal brillante connubio di power, prog, AOR, modernità mai convenzionale e sublime melodia “all’italiana”, senza ombra di dubbio il valore aggiunto nell’operato di Magnani e compagni, al pari degli omaggi lirici al patrimonio culturale, poetico e letterario del Bel Paese.
Il ritorno su Scarlet coincide con mutamenti importanti ma non stravolgenti, preannunciati con la pubblicazione del primo estratto “Angel Of Revenge” a fine 2018… dopo i Labyrinth con Macaluso, anche i Vision Divine optano per un veterano on drums: Mike Terrana, possente distruttore di pelli già al servizio di Rage, Artension, Metalium e Masterplan tra gli altri, subentra ad Alessandro Bissa mentre il redivivo Lione cede il passo ad Ivan Giannini, già voce di Derdian ed Elegacy (con un’esperienza televisiva, purtroppo amara, in “The Voice Of Italy”). La sua vocalità, meno enfatica e meno rifinita rispetto a quella dei predecessori, sprigiona un’energia prorompente e contagiosa marcatamente rock, che si adatta con naturalezza al nuovo repertorio (seppur viziata da una pronuncia non impeccabile).
Presentandosi come un sentito tributo agli eroismi d’ogni epoca ed ambito (da Leonida a Giulio Cesare all’equipaggio dell’Apollo 11, passando per Leopardi ed il Barone Rosso) il nuovo lavoro non mostra segni di cedimento alcuno dal punto di vista compositivo ed esecutivo, evidenziando ancora una volta tutti gli elementi distintivi dell’eleganza vigorosa e progressiva delle produzioni a marchio Vision Divine: volteggi ritmici travolgenti di estrazione power/speed che si incastrano perfettamente in architetture sinfoniche armoniose (ottimo, nuovamente, Lucatti), assoli tecnici e trascinanti sempre consoni all’atmosfera dei brani ed ampio spettro di influenze hard’n’heavy.
Superfluo sottolineare la solidità della seminuova sezione ritmica (Torricini una garanzia), le cui trame precise permeano i brani maggiormente votati all’irruenza come “The 26th Machine”, “The King Of The Sky” o l‘icastica “3 Men Walk On The Moon”, e sanno morbidamente accarezzare nei frangenti più quieti e melodici dell’intensissima “While The Sun Is Turning Black” e dell’altrettanto ardente “The Nihil Propaganda”, nella quale “L’Infinito” leopardiano recitato da Alex Lucchesi genera brividi senza soluzione di continuità.
Simone Mularoni (Domination Studio) esalta i suoni di Thorsen e Puleri, donando alle sei corde una compattezza metal apprezzabile ma appiattisce, male assai comune nei moderni missaggi metal, le dinamiche del drum kit di Terrana (sarebbe bello, ogni tanto, sentire piatti e tamburi veri). Un difetto quasi trascurabile che tuttavia non offusca l’ennesima prova d’eccellenza del sestetto, ri-designato ambasciatore del talento italiano nel mondo. Ancora una volta, potente poesia metal italica… “E il naufragar m’è dolce in questo mare.”
Tracklist:
01. Insurgent (Intro)
02. The 26th Machine
03. 3 Men Walk On The Moon
04. Fall From Grace
05. Were I God
06. Now That All The Heroes Are Dead
07. While The Sun Is Turning Black
08. The King Of The Sky
09. On The Ides Of March
10. 300
11. The Nihil Propaganda
12. Angel Of Revenge (Digipak bonus track)
Line Up:
Ivan Giannini – voce
Olaf Thorsen – chitarra
Federico Puleri – chitarra
Andrea ‘Tower’ Torricini – basso
Alessio Lucatti – tastiere
Mike Terrana – batteria
Links:
http://www.visiondivine.com/
https://www.scarletrecords.it/
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