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Per fortuna i Dukes Of The Orient, con il cantante John Payne (ex-ASIA, GPS) e il tastierista Eric Norlander (Lana Lane, Rocket Scientists), sono ritornati. Il loro debutto omonimo del 2018 è stato molto apprezzato, offrendo agli ascoltatori del rock progressivo melodico un sound raffinato e di buon gusto. Gli artisti si ripresentano con il loro secondo lavoro, Freakshow , confermando una volte per tutte la nascita di questa fantastica band e non un progetto estemporaneo, che include i musicisti: Frank Klepacki alla batteria, Alex Garcia alla chitarra ed Eric Tewalt al sassofono.
I Dukes Of The Orient cominciano a prendere forma nel 2007 con gli “Asia Featuring John Payne”, una band che ha continuato dopo che il tastierista degli Asia Geoff Downes lascia la band per riformare la formazione originale del 1982 del gruppo storico statunitense. Payne recluta Norlander e da li comincia la storia dei Dukes Of The Orient. Musicalmente quest’opera ha lo stesso stile del primo disco, con il tastierista Norlander che si occupa essenzialmente dell’arrangiamento delle canzoni, tramite il pianoforte e gli assoli di synth.
La potente voce di Payne è una delle migliori del panorama rock, ma quello che colpisce nel disco è l’utilizzo del sassofono! In quasi ogni canzone ci sono esageratamente uno o due assoli di sassofono o si ascolta una linea di sax come parte dell’arrangiamento. L’iniziale singolo “The Dukes Return” è un mid-tempo di prog rock piacevolissimo, con un bel ritornello energico, accompagnato da possenti sintetizzatori, dove l’assolo di sax si adattata bene e trasforma il brano in un AOR californiano degli anni ’80.
“The Ice Is Thin”, si apre con il pianoforte ossessivo di Eric, accompagnato bene dal sax e con in sottofondo un ritornello entusiasmante. Proprio quando tutto comincia a sembrare un omaggio ai mitici Supertramp, la canzone cambia ritmo con un assolo di chitarra di puro rock and roll. Il sassofono ritorna con prepotenza nella psichedelica e settantiana “A Quest For Knowledge” formata da grandi ritornelli e un pizzico di funk.
La mediocre title track da il via a qualcosa di più duro, con un inizio irruente di chitarra e sintetizzatore e, con la voce horror del singer, che canta malignamente alla Alice Cooper. Il tema della canzone è l’attualissima corruzione politica dei giorni nostri, vista come se fosse un “circo degli orrori”. La successiva ed epica “The Monitors” è la traccia migliore del platter, con un grande orecchiabile ritornello e con due ottimi assoli di chitarra e synth.
Segue “Man Of Machine”, un solido pezzo rock, che comincia lentamente per poi esplodere in modo dispotico e indiavolato. Superbo il lavoro di chitarra e di sassofono che unite alla calda e rauca voce di Payne ne fa un altro pregevole brano. L’unica eccezione in cui non troviamo il sax, è “The Great Brass Steam Engine” perché è una traccia strumentale, dove Norlander stupisce con le sue mani magiche dimostrando il suo senso smisurato e creativo per la pura melodia. Le cose riprendono con la penultima traccia dell’album, dove il lento “When Ravens Cry” regala un altro momento emozionante e passionale.
Ci sono degli interessanti e stravaganti cambi di tempo negli accordi del pianoforte e un coro inarrestabile e ben riuscito. La finale “Until Then” è la song più lunga e soft dell’opera che presenta delle progressioni e degli effetti omaggianti il suono degli immortali Beatles. Anche qui l’ugola di John ci dona un’altra pregevole interpretazione che merita un grande applauso. Freakshow è un altro divertente e ben riuscito album di rock prog melodico con venature AOR, costruito in modo geniale e con tante idee, ma che difetta nell’eccessivo uso del sassofono che in alcuni pezzi rock non risulta essere necessario.
Norlander e Payne con coraggio si lanciano su alcuni cambiamenti ma dimostrano di essere fantastici e incredibilmente bravi nei brani che si avvicinano al sound dei vecchi e sempre amati Asia.
Tracce:
1. The Dukes Return
2. The Ice Is Thin
3. Freakshow
4. The Monitors
5. Man Of Machine
6. The Last Time Traveller
7. A Quest For Knowledge
8. The Great Brass Steam Engine
9. When Ravens Cry
10. Until Then
Formazione:
John Payne – voce, basso e chitarra
Erik Norlander – tastiera
Frank Klepacki – batteria
Alex Garcia – chitarra
Eric Tewalt – sassofono
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