RAVEN – Metal City

Raven
Titolo: Metal City
Autore: Raven
Genere: Heavy Speed Metal
Anno: 2020
Voto del redattore HMW: 7,5
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Alzi la mano chi vorrebbe vedere più spesso riapparire dal nulla i fratelli Gallagher, con album in studio validi come le loro ultime (e purtroppo parecchio scaglionate) fatiche, o meglio ancora dal vivo, dove la loro terremotante presenza finisce inevitabilmente per contagiare l’intera platea… Le mani levate non saranno moltissime, un po’ perché alcuni avranno scambiato i Nostri per due ben più noti fratelli e musicisti inglesi col medesimo cognome (che lasciatevelo dire, hanno sicuramente tanti zero in più sul conto corrente, ma 1/100 della classe dei Raven), un po’ perché come sempre vince la riluttanza a superare e accantonare anche solo momentaneamente le gemme del passato e dare una chance a musica nuova.

Sta di fatto che Mark e John, dopo aver perso per strada lo storico batterista Joe Hasselvander, per 20 anni motore del trio, si sono rivolti ai servigi di Mike Heller, musicante votato all’estremo (suona in numerose band death, senza considerare la sua militanza nell’attuale formazione dei Fear Factory), che fa il suo sporco lavoro con precisione chirurgica, mantenendo le fondamenta della propulsione ritmica dei Nostri senza uscire dal seminato. Non si preoccupi chi ha avuto un mancamento ascoltando il singolo scelto dalla band, in cui si è “osato” inserire qualche secondo di blast beat, un “orrore cosmico” che si è limitato a quei pochi attimi e ad un altro paio di brani, più un vezzo che una reale intenzione, anche perché certamente i due fratelli hanno ormai inquadrato l’estremismo dei loro fan più sfegatati, al pari di quello che cantavano loro stessi 22 anni fa in “Nothing Exceeds Like Excess”, quando si tratta di un nuovo album dei Raven.

Scherzi a parte, perché gli “orrori cosmici” son ben altri, se si cerca di riassumere in breve questo nuovo “Metal City“, a partire dalla splendida copertina a mo’ di fumetto (dove John, ma sopratutto Mark, sembrano due palestrati figurini che non sono nella realtà, ma si parla appunto di fumetto), è necessario premettere che sono presenti episodi che scatenano la classica frenesia da headbanging, così come si trova qualche calo di tensione, anche se parlare degli abominevoli “riempitivi” sarebbe alquanto ingiusto nei loro confronti. Siamo alle prese con il solito speed metal dei Raven, e l’aggettivo “solito” assume connotati positivi e confortevoli. Non mancano i richiami al classico hard rock che da sempre sono fra i principi cardine dei Nostri, e spezzano le corse a mozzafiato nelle quali dimostrano ancora di eccellere, continuando a far scuola alle attuali e future legioni di appassionati.

Di nuovo, per alzata di mani, quanti di voi hanno sfoggiato un sorriso a 32 denti sin dall’attacco di “The Power”, titolo che è già un programma di suo? Speed metal all’ennesima potenza, non si poteva scegliere opener migliore. “Top Of The Mountain”, il singolo scelto qualche settimana fa per lanciare il nuovo lavoro, si inquadra perfettamente nella dimensione musicale del trio, con un ritornello che come al solito si stampa in testa, quella “epicità speed” che sa emozionare tutt’oggi, e non manca un assolo di basso a ricordare che abbiamo a che fare con assi del proprio strumento. “Human Race” dall’aura più oscura (molti blast beat per una band che non li ha mai avuti, mantenete la calma), punta anche all’atmosfera in certi attimi che alla sola classica furia britannica dei Nostri, mentre la traccia che dà titolo all’album si caratterizza per un andamento hard rock piuttosto marcato, a parte una interessante sezione solista dannatamente heavy.

“Battlescarred” e “Cybertron”, senza voler mancare di rispetto alla band, sono due brani di maniera, non riempitivi che come già detto non popolano quest’album, ma brani che filano via piacevoli senza far gridare al miracolo. “Motorheadin'” già dal titolo la dice lunga sulle proprie intenzioni, e infatti si configura come una bordata a tutti gli effetti, veloce e assolutamente non indolore, mentre la festaiola “Not So Easy” ci rilassa col suo incedere “ballerino” prima di lasciare il passo alle conclusive “Break” e “When Worlds Collide”, delle quali colpisce in particolare la seconda, che a sentimento avrebbe reso fiero il buon Hasselvander (e non sia mai che sia nata da passate sessioni con lui, non è dato saperlo con precisione con le informazioni disponibili nel press kit), un brano che cavalca sonorità tipiche del doom ma con i Raven a personalizzarlo e a renderlo proprio.

Ormai, anche l’orecchio più esigente ha compreso che i tempi sono cambiati, le tecniche di registrazione e la qualità dei prodotti anche, quindi è impossibile chiedere ad una band professionista di replicare le stesse sonorità di 20 o 30 anni fa (che, per inciso, all’epoca erano comunque “all’avanguardia”) senza proiettarle nel presente: da ciò deriva un sound sicuramente moderno (la batteria ne è esempio lampante), ma allo stesso tempo calzante per la proposta, niente che faccia innalzare striscioni del tipo “stop alla plastica” o “ne ho le casse piene dei vostri master pompati”, se è concessa della spensierata e fantasiosa licenza poetica.

Nel marasma di uscite odierno, se sentite il bisogno di un’isola di serenità e di certezze dove perdervi per il tempo in cui scorrono i 10 brani contenuti in “Metal City“, non abbiate timore di sbagliare, questo è quanto fa per voi. L’onestà e l’integrità musicale dei Gallagher sfocia nell’ennesimo disco che potrà sembrare una minestra riscaldata al solito detrattore di turno, ma che altro non è se non la prosecuzione di un discorso incominciato nei meandri di Newcastle negli anni 70 e proseguito (con alti e bassi, ad onor di cronaca) fino ad oggi: chi meglio dei Raven, progenitori del genere e fieri portabandiera, può ancora oggi farsene ambasciatore? Un consiglio in chiusura: pandemie e conseguenti restrizioni permettendo, andate senza indugio a vedere la band live, se possibile in contesti più piccoli e “familiari”, non ve ne pentirete assolutamente!

Tracce:
01. The Power
02. Top Of The Mountain
03. Human Race
04. Metal City
05. Battlescarred
06. Cybertron
07. Motorheadin’
08. Not So Easy
09. Break
10. When Worlds Collide

Formazione:
Mark Gallagher – Chitarra
John Gallagher – Voce, Basso
Mike Heller – Batteria

Website: http://www.ravenlunatics.com
Facebook: https://www.facebook.com/ravenbandofficial
Etichetta: http://www.spv.de, https://www.facebook.com/steamhammerofficial

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