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L’epocale sconvolgimento operato da Demanufacture nel 1995 è qualcosa che non è risultato davvero palpabile – o credibile – fino a che non ci si è resi conto che davvero non si poteva/voleva più tornare indietro. Esattamente come certi ceffi texani che carburarono il loro lato metallico di lì in poi, quel disco divenne nulla meno che un archetipo per i decenni a venire. Il materiale didattico per comprendere gli intenti degli Anaal Nathrakh è quasi tutto lì: la cibernetica come delitto e condanna al tempo stesso. Un Britannico che si trasferisce in California è qualcuno verso il quale provo uno spontaneo scetticismo (fatto salvo Lemmy – ovvio), ma nel caso presente mi piace vedere anche un cerchio che si chiude.
Intenti, si diceva. Sì. Be’, non necessariamente aderiscono ai risultati. Gli AN non hanno sempre realizzato materiale impeccabile – anzi. Complice forse un’eccessiva fiducia in sé stessi (ammesso che sia una pecca; ma ne riparleremo), viene da dire che siano stati un po’ troppo generosi di pubblicazioni e lo scrivente stesso è lungi dall’averle collezionate tutte – se avesse mai importanza, i lavori più graditi tra quelli ascoltati sono Hell Is Empty, And All The Devils Are Here e A New Kind Of Horror.
A beneficio dei digiuni del Respiro Del Serpente, la loro proposta è una personale miscela di chitarre tra il thrash e il death melodico di scuola Göteborg velocizzate del settantacinque per cento & impianto percussivo da boato sonico & voci invasate e distorte, che cedono a rare incursioni ora pop e ora teatral-evocative & frequenti tappeti di sintetizzatori programmati: il tutto, ammantato da una produzione bionica. Come suggerito poco più sopra, il difetto dei loro dischi è che, pur essendo quasi sempre di lunghezza ideale, necessiterebbero di ulteriori scremature; per scongiurare la noia, sempre dietro l’angolo. I paragrafi di spicco su Endarkenment potrebbero essere “Libidinous (A Pig With Cocks In Its Eyes)”, “Beyond Words” e “Feeding The Death Machine”. Interessanti anche “Punish Them” (ossessione metaslayeriana con fraseggio/assolo centrale di matrice heavy classica) e “Thus, Always, To Tyrants” (all’olezzo di progressività cosmica).
L’autogoverno oligarchico degli Anaal Nathrakh è una piccola vetrina di onestà e di lodevole indipendenza: Mick Kenney e V.I.T.R.I.O.L. non fingono che esista un gruppo con altri membri parimenti rilevanti né fingono di avere batterie e tastiere sui dischi; inoltre non cedono la produzione (inclusi i processi accessorî) all’egotista di turno e neppure le grafiche nelle mani di impiegati esterni. Qualunque sia il risultato.
Per chi parteggia per l’autarchia creativa.
Tracce:
01. Endarkenment
02. Thus, Always, To Tyrants
03. The Age Of Starlight Ends
04. Libidinous (A Pig With Cocks In Its Eyes)
05. Beyond Words
06. Feeding The Death Machine
07. Create Art, Though The World May Perish
08. Singularity
09. Punish Them
10. Requiem
Formazione:
Mick Kenney: programmazione, chitarra, basso
V.I.T.R.I.O.L.: voce
Collegamenti:
https://www.facebook.com/Anaalnathrakhofficial
https://twitter.com/ANOfficial
https://open.spotify.com/artist/7vrrJ5YlL3I8XUrh1ktGJV
https://www.mickkenney.com/
https://www.metalblade.com/us/
Che recensione di merda.
Beh… tutto è relativo. La tua affermazione andrebbe giustificata! ;)