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Sono passati ben 4 anni dal bellissimo album “The Passage” (qui la nostra recensione: https://www.heavymetalwebzine.it/2016/09/19/dgm-the-passage-2016/) e nonostante una pandemia mondiale in mezzo, la Frontiers Records pubblica il nuovo Tragic Separation. L’impatto ad un primo ascolto di tutto il platter lascia una sensazione di carica incredibile. Tutto l’album è un bel macigno di heavy prog power, in cui i protagonisti assoluti sono i riff delle chitarre di Simone Mularoni.
Le ritmiche guidate dal batterista Fabio Costantino spesso sfondano il muro del power metal, che mischiato ai riff ultra tecnici di chitarra rimandano inevitabilmente agli americani Symphony X, distanziandosi però in quanto a scelte armoniche, soprattutto nelle melodie vocali. Parlando comunque di prog metal, Fabio dimostra in ogni singolo brano dei notevoli virtuosismi nei fills.
Ebbene si, la componente heavy permea tutto il disco, relegando in secondo piano il lavoro di tastiere di Emanuele Casali, che diventano un elemento importante per l’atmosfera ma di sfondo al muro di chitarre. Tuttavia sempre Casali torna alla ribalta in alcune tracce in cui sforna assoli al fulmicotone, duellando con Mularoni.
Infine vorrei sottolineare la prova intensa di Mark Basile alla voce. Sempre carico, ogni traccia è interpretata, c’è cuore e si sente. La prova tecnica è superlativa, mai forzata e sempre ben arrangiata nelle canzoni.
L’apertura è affidata al singolo “Flesh and Blood”, corredato di un bel videoclip, e senza mezzi termini nei suoi 7 minuti abbondanti riassume tutto ciò che è stato detto finora: riff potenti e veloci, batterie pressanti power metal, tastiere che creano atmosfera, tecnica e prova vocale di primo livello, sia sulle parti più harsh che sui ritornelli melodici. E si segnala subito un duello di assoli fra chitarre e tastiere degno e figlio dei migliori Dream Theater (si l’ho scritto. Fatevene una ragione!).
“Surrender” riprende una vena a cavallo fra il prog metal più anni 90 e una piccola sferzata di hard rock nel riffing che esplode in un ritornello molto catchy. Forse la canzone più lineare dell’intero album.
“Fate” rialza il tiro con un prog metal più vicino al trademark dei DGM, con il riff principale che richiama da vicino lo stile chitarristico di Michael Romeo (Symphony X), la successiva “Hope” mantiene lo stesso stile, ma presenta ritmiche un po’ più stoppate, e presenta, a giudizio del sottoscritto la coppia di soli migliore del disco, con Mularoni e Casali a rimbalzarsi la palla e fare unisoni davvero ben arrangiati.
La titletrack “Tragic Separation” è sicuramente la canzone più intensa di quelle presentate in questo album, aperta da un violino e dal pianoforte esplode nella sua potenza prog metal in cui, di nuovo, il riffing di chitarra di Mularoni fa da padrone. Degna di nota la prova di Mark Basile, soprattutto sulle strofe e nell’apertura ariosa del ritornello. Un grande pezzo, che dal vivo darà il meglio di sicuro.
“Stranded” invece, senza fronzoli e power prog puro, batteria in doppia cassa, riffing impossibile, e melodie potenti e che si ricordano. Anche qui i rimandi ai Symphony X sono inevitabili!
Seguono “Land Of Sorrow” e la violenta “Silence”, altro grande manifesto di questo album con tempi complessi e un gran lavoro ritmico di Fabio Costantino, “Turn Back Time”, dall’attitudine più power americano, veloce aggressiva.
In chiusura direi che è stato un grande ritorno per i DGM forti della collaborazione con Frontiers Records e di un deal multi album. Speriamo solo di poter presto rivedere in sede live queste canzoni, segno che ci saremo lasciati alle spalle questo brutto periodo storico.
Tracce:
1. Flesh And Blood
2. Surrender
3. Fate
4. Hope
5. Tragic Separation
6. Stranded
7. Land Of Sorrow
8. Silence
9. Turn Back Time
10. Curtain
Formazione:
Marco Basile – Voce
Simone Mularoni – Chitarra
Andrea Arcangeli – Basso
Emanuele Casali – Tastiere
Fabio Costantino – Batteria
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