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Scopro con piacere che il londinese Simon Collins è il figlio del leggendario batterista e cantante Phil Collins (Genesis) e che ha avuto una carriera discografica piuttosto ambiziosa, ma con troppe pause. Simon ha uno stile imperniato sui synth e sul pop rock ricco di elettronica e un pizzico di industriale, che sono lontani dalla mia cultura musicale, anche se la Frontiers lo inquadra generosamente nel genere del melodic prog rock. In questa sua nuova fatica, questo famoso figlio d’arte, mette in evidenza le sue qualità dietro le pelli e la sua convincente voce che assomiglia un po’ a quella del padre.
Simon si occupa nell’album della parte vocale, della batteria e della tastiera, con accanto un gruppo di importanti musicisti: Robbie Bronnimann alla tastiera, Gaz Williams al basso, Kelly Avril Nordstrom e Robin Boult alle chitarre. Per la cronaca “Becoming Human” è il quarto album solista dell’inglese che arriva dopo l’uscita nel 2013 di “Dimensionaut” dei Sound Of Contact, dove da ex membro suonava la batteria e cantava. Dal suo debutto nel 1999, con “All Of Who You Are”, Collins ha apportato eccellenti aggiunte alla musica elettronica e progressiva, mescolando suoni moderni e nostalgici. Con i sintetizzatori e la tastiera crea un tocco classico tipico degli anni ’80, con un’atmosfera oscura e intima.
In questo platter il britannico abbraccia quindi l’elettronica come punto di riferimento e le tracce nel complesso sono delle emozioni che nascono dal profondo del suo animo. Il potere interiore che tutti possediamo nel viaggio della nostra vita ci fa diventare umani, aiutandoci a superare gli ostacoli dell’esistenza. La titletrack è una perfetta introduzione per delle tracce vibranti ma anche spigolose da ascoltare.
La fortuna di Simon Collins sta nell’aver trascorso tutta la sua vita immerso nella musica, ispirato dal suo leggendario padre, che lo ha portato ad amare la batteria fin da bambino, passando in seguito al pianoforte. Nel 2000, il ragazzo attira l’attenzione della WEA tedesca, che lo porta a Francoforte per registrare il suo debutto intitolato: “All Of Who You Are”. Nel 2003, interrompe il suo rapporto con la WEA e ha fonda la sua indipendente etichetta Lightyears Music pubblicando “Time For Truth”, autoprodotto nel 2005, che incorpora una strumentazione organica e liriche con un messaggio provocatorio e politico.
Nel 2007, Collins con il tastierista e co-produttore Dave Kerzner registra una cover del brano dei Genesis “Keep It Dark” come tributo al 40° anniversario della band di suo padre. Durante la produzione, incontra Kevin Churko, che mixa e masterizza la registrazione. Questo porta Simon a un rapporto di lavoro con Churko su quello che poi diventerà il prossimo album: “U-Catastrophe”. Nel 2013 fonda una nuova band di rock progressivo, i Sound Of Contact, che lo vede protagonista con l’uscita del concept album fantascientifico di debutto “Dimensionaut”. “Becoming Human” è la rinascita spirituale del giovane musicista, dopo aver attraversato momenti difficili e dipendenze di ogni genere. Molte delle canzoni sono profondamente personali e ci sono molte riflessioni sugli aspetti più profondi dell’esistenza.
La traccia “The Universe Inside Of Me” incarna questa spiritualità ma anche questo viaggio oscuro, ma è troppa caricata di effetti che alla lunga purtroppo infastidiscono. La canzone “Thoughts Become Matter”, con i suoi cadenzati synth è un tributo potente ai poteri interiori dell’essere umano e possiede un ritmo ipnotico e distruggente. Segnalo “This Is The Time”, che ha un’energia brillante e una melodia positiva, così come “I Will Be Waiting”, una ballata cupa, con un buon sound. “No Love” e “Living In Silence” riportano per fortuna l’ascoltatore alle influenze rock di Collins, pur continuando a dare un tocco progressista.
“40 Years” ha un piacevole stile di chitarra, dove Simon aggiunge un po’di groove pop rock alla song e degli armonici cori. Interessante è la lunga traccia di chiusura “Dead Ends”, che si trasforma passando da un paesaggio sonoro tenebroso ad una grande voglia di rinascita, avvolgendo e chiudendo l’opera con un segno di speranza. Purtroppo il platter è una registrazione elegante ma con poco rock, troppi synth e suoni industriali che lo allontanano dal sound proposto in passato. Le percussioni, per fortuna, data l’abilità di Simon, sono in prima linea nella maggior parte degli arrangiamenti delle canzoni, aggiungendo intensità e vigore ai pezzi ma confondendosi però con gli onnipresenti sintetizzatori.
Pur affidandosi al bravissimo Robbie Bronnimann, non c’è nessun assolo di chitarra nel disco e questo sinceramente è un peccato e anche un limite di quasi tutte le composizioni. Tuttavia, il suono è personale e molto futuristico perché l’elettronica fa parte ormai del dna del musicista che ha iniziato la sua carriera proprio con queste sonorità. “Becoming Human” è un titolo sarcastico perché quest’ ultima fatica di Collins è governata dai computer e dalla fredda tecnologia che toglie qualcosa alla creatività dell’artista anglosassone.
Questo disco potrebbe piacere ai fans dei Sound Of Contact, per lo stile e perché molti pezzi dovevano in origine finire nel secondo lavoro della band britannica. Per il resto, se amate il rock o meglio ancora il metal stategli alla larga perché non troverete nulla che vi possa convincere ad acquistarlo.
Tracce:
1. Into The Fray
2. Becoming Human
3. The Universe Inside Of Me
4. Man Made Man
5. This Is The Time
6. Thoughts Become Matter
7. I Will Be Waiting
8. No Love
9. Living In Silence
10. 40 Years
11. So Real
12. Dead Ends
Formazione:
Simon Collins – voce, batteria e tastiera
Robbie Bronnimann –tastiera, programmazione, sound design
Gaz Williams – basso
Kelly Avril Nordstrom – chitarra elettrica e acustica
Robin Boult – chitarra elettrica e acustica
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