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I Sinner’s Blood sono una nuova band heavy metal cilena che, con questo debutto discografico, propone un metal tradizionale robusto ed energico. La formazione è composta da James Robledo dietro al microfono, Nasson alla chitarra, alla voce e alle tastiere, Nicolas Fischer al basso e Guillermo Pereira alla batteria per una band incredibilmente compatta e potente. Il chitarrista Nasson è un produttore e polistrumentista visto di recente all’opera con il secondo, bel disco dei Chaos Magic. Il suono della band è un heavy metal melodico influenzato dal metal degli anni ’70 e prodotto in modo superlativo.
I riff sono decisi e taglienti, con arrangiamenti di chitarra e tastiera coinvolgenti. La grande sorpresa è il cantante James Robledo con uno stile vocale deciso e convincente, che ricorda l’amico e bravissimo Ronnie Romero: sicuramente sentiremo parlare bene di questo talento sudamericano, così come crescerà ancora la fama di Nasson che crea le canzoni e suona divinamente la chitarra e la keyboard. Un potente metal con melodie accattivanti è quello che si ascolta in “The Mirror Star”.
Un miscuglio di tanti stili rock ma con un tocco di ebbrezza moderna e con le corde vocali di James trascinanti. La storia di Robledo è quella di un cantante che si è esibito con diverse band underground, dove ha dimostrato tutto il suo talento, con influenze legate a cantanti metal basilari per il genere, come Dio e Russell Allen. L’apripista power metal “The Mirror” corre subito spedita e porta alla memoria i primi Masterplan.
Brano possente, accompagnato da un assolo di chitarra impeccabile seguito da un leggero cambiamento di ritmo. La stessa vena power la si ascolta nei riff distruttivi di “Phoenix Rise”, con un intro tastieristico e di sottofondo indovinato e seducente. Non bisogna farsi ingannare dalle canzoni che hanno inizi dolci, poiché sintetizzatori e i riff sottili ingannano, come nella successiva “Never Again” o in “Kill Or Die”, dove dopo i primi minuti si trasformano diventando robusti e metallici. “Remember Me” è un’alternativa che propone del buon AOR grazie al forte groove rock e al ritornello orecchiabile. Il lento emozionante di “Forever” è un attimo di respiro e di inquietudine, ottimamente interpretato dal singer perché costruito sulla sua magnifica voce e sui sintetizzatori di Nassan.
Questa è solo una piccola parentesi perché subito dopo si ritorna a picchiare di brutto con la frenetica “Kill Or Die” e tutto ritorna come nei primi pezzi. I sette lunghissimi minuti di “Who Am I” sono quelli più interessanti dell’album, per un hard rock dai ritmi cadenzati e lenti ma sempre minacciosi e dove il bravo Nasson si dimostra ancora una volta molto ispirato. Segnalo l’irruenta ed elegante “The Hunting”, che è anche una canzone fresca e dal suono contemporaneo, dove il combo cileno mostra le proprie abilità di tecnica e velocità.
In chiusura “Awakening” offre un metal melodico con un grande groove dove l’ugola di James sembra quella possente del mitico Jeff Scott Soto, peraltro anche compagno di scuderia in Frontiers. “The Mirror Star” è semplicemente un’opera metal con livelli di energia altissimi, con una produzione di primordine che rende il suono duro e massiccio. Qualche traccia non suscita un grande interesse ma nel complesso questo è un buon disco.
Non spiccano solo Robledo e Nasson perché Guillermo Pereira, dietro alle pelli, crea un ritmo spietato. La stessa cosa si può affermare per le risonanti linee di basso di Nicolas Fischer che non si fa sopraffare dagli altri strumenti riuscendo a far emergere le sue qualità. Buon debutto per i sudamericani che suonano un metal attuale ma con i piedi ben fissi nel passato. Susciteranno un interesse per gli amanti del genere? Mi auguro di sì perché sentiremo a lungo parlare di questi rockers latino americani.
Tracce:
1. The Mirror
2. Phoenix Rise
3. Never Again
4. Remember Me
5. The Path Of Fear
6. Forever
7. Kill Or Die
8. Never Resting Soul
9. Who I Am
10. The Hunting
11. Awakening
Formazione:
James Robledo – voce
Nasson – chitarra, voce e tastiera
Nicolas Fischer – basso e voce
Guillermo Pereira – batteria
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