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In apertura dell’ EP a firma SOILWORK, ci si trova di fronte ad un’ epica song progressive, la stessa che da il titolo all’uscita.
I SOILWORK si sono immersi nel presente, nella complessa e ardimentosa nostra realtà attuale.
Il 2020 è stato un anno di grandi cambiamenti; i “nostri” si fanno interpreti dell’esigenza più immediata, che ci coinvolge tutti.
Quando non si sa da dove cominciare, per ripartire, con uno sguardo al proprio bagaglio, umano e musicale, l’istinto ci porta a riscoprire “noi stessi”; musicalmente, David Andersson (chitarrista) descrive l’alienazione, nel MAELSTROM primigenio che è simbolicamente rappresentato dalle Acque e dal Fuoco. Il fuoco, forza trasformatrice e produttiva, e l’acqua, l’elemento che più ci è vicino.
In questo colossale brano che apre il disco (Andersson cita i Genesis di ‘Supper’s ready’, tra le sue fonti ispiratrici), la band ci conduce attraverso un percorso meditato, visualizzato e sperimentato.
La voce di Bjorn Strid è una guida meditativa che ricompone terra (scream/growl) e cielo (linee melodiche argentine di apollinea fattura) e ci aiuta a ritrovare il nostro baricentro, radici ben piantate in terra, braccia e volto al cielo; aria e vita.
Curioso che tutto questo avvenga in pieno oceano, alla ricerca di un impossibile quanto attualmente unico equilibrio possibile.
Oltre ai diversi registri vocali messi in gioco da “Speed” ci sono le stratificazioni sonore dell’apparato strumentale, che raggiungono il loro apice a metà canzone.
Squarci di luce si aprono con il suono di una solitaria e riflessiva tromba, ma anche blast-beats furiosi che sostengono ariosi e massici chords chitarristici, un elegante quanto discreto lavoro alle keys;
la song si chiude con una nebbiosa sezione completamente jazzata (!!!).
Via di seguito con ‘Feverish’, song più in linea con le consuete produzioni di SOILWORK, condotta dalla potente e virile ugola di Strid, che cita (non necessariamente di proposito, ma alle mie orecchie, nda) Strapping Young Lad e Townsend in generale, ma con il tipico piglio da cometa del nord (vedi Borknagar e affini), per concludersi poi con una sezione di archi sospesi in mare aperto.
Le restanti canzoni mettono il sigillo a questo EP, che ci consegna dei SOILWORK che non devono dimostrare più nulla a nessuno, consapevoli dei propri mezzi e tremendamente capaci.
Tracce:
A Whisp Of The Atlantic
Feverish
Desperado
Death Diviner
The Nothingness And The Devil
Formazione:
Björn “Speed” Strid – voce
David Andersson – chitarra
Sven Karlsson – tastiere
Sylvain Coudret – chitarra
Bastian Thusgaard – batteria
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